Il soffitto era bianco. Ora non più.
Gli pareva di scorgere sfumature di blu o forse indaco. "Non è vero che i soffitti diventano grigi" pensò: "prendono sfumature di viola o di blu o gialle ma non sono grigi grigi. Mai del tutto grigi".
Sdraiato sul tappeto, chiuse gli occhi per il suo esperimento: voleva morire; per finta ma di una finzione abbastanza convincente da far credere al suo cervello che fosse realtà.
Iniziarono i colori e i pensieri.
Dietro alle palpebre il buio non era nero: miliardi di puntini colorati vorticosamente creavano onde e sinusoidi e poi vortici e flussi di colore contemporaneamente sgargianti e scuri.
Fu felice, per un attimo poi colto da un'ansia improvvisa: il Nulla eterno gli si formò davanti e aveva le sembianze di un pensiero senza nessuna via di conclusione.
Il Nulla e l'Eterno si stavano fondendo nei suoi pensieri ed era scioccante la percezione netta che, in realtà, fossero la stessa cosa.
A poco a poco si abituò all'idea di aver perso tutto: il suo corpo, i suoi affetti, le sue amicizie, la sua casa, il suo lavoro per il quale aveva rinunciato a quasi tutte le occasione di essere felice. Avvertí un battito. Credette fosse il suo cuore. Con un micrometrico movimento delle palpebre si spostò dal suo limbo per capire se fosse così.
Fu un altro spavento per lui accettare che quello stato di morte apparente da cui si era leggermente spostato con quel piccolo movimento già gli mancava. Aveva il timore di non ritrovarlo.
Un timore immenso di perdere il Nulla.
Si calmò. Ma no, non era il suo cuore. Il ritmo era differente, molto più veloce era quello che scandiva il suo corpo, tanto più veloce, mille volte più veloce.
Questo era un battito lento e profondo appartenente all'eterno Nulla ed univa all'unisono ogni singola particella esistente.
Non era più la stessa persona di pochi minuti prima.
Tornò più volte a morire, a farsi calmare da quel battito a cui lui non seppe dare altro nome: Amore universale.
Gli pareva di scorgere sfumature di blu o forse indaco. "Non è vero che i soffitti diventano grigi" pensò: "prendono sfumature di viola o di blu o gialle ma non sono grigi grigi. Mai del tutto grigi".
Sdraiato sul tappeto, chiuse gli occhi per il suo esperimento: voleva morire; per finta ma di una finzione abbastanza convincente da far credere al suo cervello che fosse realtà.
Iniziarono i colori e i pensieri.
Dietro alle palpebre il buio non era nero: miliardi di puntini colorati vorticosamente creavano onde e sinusoidi e poi vortici e flussi di colore contemporaneamente sgargianti e scuri.
Fu felice, per un attimo poi colto da un'ansia improvvisa: il Nulla eterno gli si formò davanti e aveva le sembianze di un pensiero senza nessuna via di conclusione.
Il Nulla e l'Eterno si stavano fondendo nei suoi pensieri ed era scioccante la percezione netta che, in realtà, fossero la stessa cosa.
A poco a poco si abituò all'idea di aver perso tutto: il suo corpo, i suoi affetti, le sue amicizie, la sua casa, il suo lavoro per il quale aveva rinunciato a quasi tutte le occasione di essere felice. Avvertí un battito. Credette fosse il suo cuore. Con un micrometrico movimento delle palpebre si spostò dal suo limbo per capire se fosse così.
Fu un altro spavento per lui accettare che quello stato di morte apparente da cui si era leggermente spostato con quel piccolo movimento già gli mancava. Aveva il timore di non ritrovarlo.
Un timore immenso di perdere il Nulla.
Si calmò. Ma no, non era il suo cuore. Il ritmo era differente, molto più veloce era quello che scandiva il suo corpo, tanto più veloce, mille volte più veloce.
Questo era un battito lento e profondo appartenente all'eterno Nulla ed univa all'unisono ogni singola particella esistente.
Non era più la stessa persona di pochi minuti prima.
Tornò più volte a morire, a farsi calmare da quel battito a cui lui non seppe dare altro nome: Amore universale.
Racconto scritto il 02/12/2024 - 11:12
Letta n.52 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Un racconto dal tema originale, scorrevole, a tratti poetico, veramente interessante, i miei più sentiti complimenti!
Anna Cenni 02/12/2024 - 18:11
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