5 macchiette di Anna C. e Mirko D. M.
Sedeva sempre sulla stessa poltrona, fila 5 al numero 5. Il signor Tancredi da quando era andato in pensione, 5 anni prima, entrava al Cinema Perla un pomeriggio a settimana per lo spettacolo delle 17. Qualunque film andava bene, tutto pur di passare qualche ora tranquillo lontano dai borbottii della moglie.
Ma quel giorno, 5 dicembre al solito orario, la pellicola lo avrebbe cambiato per sempre.
Nulla lasciava presagire un pericolo: Clara alla cassa, sempre a mettersi il rossetto sbuffando nel dare il resto; sempre uguale, sempre scostante.
Pellegrino dal baffo arricciato davanti all'entrata per la platea, come Clara scostante, scostava la tenda. Gli amici lo chiamavano Paviano, come la razza di babbuini, per la mascella tozza e gli occhi ravvicinati sulla cera glabra.
Per Tancredi, ripensandoci, era tutto uguale a sempre.
Le luci si spensero e alle 17 in punto il film iniziò...
5, 4, 3, 2, 1 lo schermo nero.
Tancredi cominciò a domandarsi come fosse possibile, eppure il proiettore girava.
Lo sguardo andò su Paviano, dov'era andato Paviano... la maschera ora era snella e alta, sui 175 cm, un'ombra le nascondeva il volto e le pistagne scostate sul costato della giacca a 5 bottoni mostravano una piccola sagoma nera di donna al cappio.
Intanto il proiettore girava.
Tancredi iniziò a sentire un odore di costate, più forte della paura che iniziava a colargli sui 5 peli di barba rimasti da una cattiva rasatura, e a gattoni per non farsi vedere dalla maschera uscì dalla sala per cercare Clara che non era da nessuna parte. Il cinema vuoto, era l'unico spettatore e le porte chiuse dall'esterno.
E intanto il proiettore girava.
Si accorse, accanto alla cassa, del telefono e cercando di tenere in bocca i 5 denti che non la smettevano di battere, fece il numero della consorte. Lo prese lo sconcerto quando dopo il quinto tuuuuu, il concerto del Pino Donaggio con "Morte della moglie".
Carpon carponi il tapino fece ritorno alla sua poltrona ma, in una penombra da cui pareva uscissero suoni striduli e urla gutturali, si avvide di essersi seduto una poltrona più avanti dove una barchetta fluttuava tra lo schermo e la prima fila.
Pensò <ma che diavoleria è questa> e un brivido lo percorse dalla testa ai piedi. Nel mentre pulì con il fazzoletto l’apparecchio acustico e guardò meglio la barca che ondeggiando infilò quasi lo schermo. Pareva di stare in uno di quei baracconi del luna park dove si entra per aver paura e fare i coraggiosi, ma quello era un cinema! Anzi anzi, la barca scivolava lungo una stradina di popcorn, lo capì Tancredi allungando un dito… e uno di quelli gli saltò nell'occhio.
Luce fioca intorno e ancora urla, e cani dai denti aguzzi avanzavano con fare minaccioso insieme alla barchetta. L'aria incominciò a farsi calda, tanto calda che Tancredi si slacciò il panciotto.
La barca scivolava veloce e il cuore prese a battere ancor più veloce <Oddio, mi sta per arrivare un infarto. Cosa mai sta succedendo?>. E se la fece quasi nei calzoni, tant’è che si disse che avrebbe dovuto ascoltare la sua Tanzia e portare il pannolone di scorta.
Di colpo si riaccesero le luci <<Matusa, stacca le natiche dalla poltrona. Per un guasto al proiettore, oggi niente film>>. Era Clara insieme a Pellegrino.
<Ma voi, non c’eravate!? E la maschera nell’angolo…> il Tancredi stentava a comprendere.
Paviano <<Ero a farmi un goccetto, e ho chiuso il cinema. Guarda tu stesso, nel cantone l’attaccapanni con la mia livrea e gli occhiali alla catenella>>.
<La barchetta??? E la musica al telefono? Volevo chiamare mia moglie>.
<<I miei nipotini, amico mio. Giocavano alle ombre cinesi>>.
<<E io ero al bagno degli uomini, matusa. Quello delle donne è guasto, eh Pellegrino? O Paviano, entrambi scansafatiche. Il telefono dopo qualche squillo mette in attesa. Ma non ti ricordi che tua moglie è in pellegrinaggio al monastero di Santa Clara a Pavia? Te la sarai mica fatta sotto?!>>.
<La fai facile tu, ma quando la paura mette le gambe…>.
Ma quel giorno, 5 dicembre al solito orario, la pellicola lo avrebbe cambiato per sempre.
Nulla lasciava presagire un pericolo: Clara alla cassa, sempre a mettersi il rossetto sbuffando nel dare il resto; sempre uguale, sempre scostante.
Pellegrino dal baffo arricciato davanti all'entrata per la platea, come Clara scostante, scostava la tenda. Gli amici lo chiamavano Paviano, come la razza di babbuini, per la mascella tozza e gli occhi ravvicinati sulla cera glabra.
Per Tancredi, ripensandoci, era tutto uguale a sempre.
Le luci si spensero e alle 17 in punto il film iniziò...
5, 4, 3, 2, 1 lo schermo nero.
Tancredi cominciò a domandarsi come fosse possibile, eppure il proiettore girava.
Lo sguardo andò su Paviano, dov'era andato Paviano... la maschera ora era snella e alta, sui 175 cm, un'ombra le nascondeva il volto e le pistagne scostate sul costato della giacca a 5 bottoni mostravano una piccola sagoma nera di donna al cappio.
Intanto il proiettore girava.
Tancredi iniziò a sentire un odore di costate, più forte della paura che iniziava a colargli sui 5 peli di barba rimasti da una cattiva rasatura, e a gattoni per non farsi vedere dalla maschera uscì dalla sala per cercare Clara che non era da nessuna parte. Il cinema vuoto, era l'unico spettatore e le porte chiuse dall'esterno.
E intanto il proiettore girava.
Si accorse, accanto alla cassa, del telefono e cercando di tenere in bocca i 5 denti che non la smettevano di battere, fece il numero della consorte. Lo prese lo sconcerto quando dopo il quinto tuuuuu, il concerto del Pino Donaggio con "Morte della moglie".
Carpon carponi il tapino fece ritorno alla sua poltrona ma, in una penombra da cui pareva uscissero suoni striduli e urla gutturali, si avvide di essersi seduto una poltrona più avanti dove una barchetta fluttuava tra lo schermo e la prima fila.
Pensò <ma che diavoleria è questa> e un brivido lo percorse dalla testa ai piedi. Nel mentre pulì con il fazzoletto l’apparecchio acustico e guardò meglio la barca che ondeggiando infilò quasi lo schermo. Pareva di stare in uno di quei baracconi del luna park dove si entra per aver paura e fare i coraggiosi, ma quello era un cinema! Anzi anzi, la barca scivolava lungo una stradina di popcorn, lo capì Tancredi allungando un dito… e uno di quelli gli saltò nell'occhio.
Luce fioca intorno e ancora urla, e cani dai denti aguzzi avanzavano con fare minaccioso insieme alla barchetta. L'aria incominciò a farsi calda, tanto calda che Tancredi si slacciò il panciotto.
La barca scivolava veloce e il cuore prese a battere ancor più veloce <Oddio, mi sta per arrivare un infarto. Cosa mai sta succedendo?>. E se la fece quasi nei calzoni, tant’è che si disse che avrebbe dovuto ascoltare la sua Tanzia e portare il pannolone di scorta.
Di colpo si riaccesero le luci <<Matusa, stacca le natiche dalla poltrona. Per un guasto al proiettore, oggi niente film>>. Era Clara insieme a Pellegrino.
<Ma voi, non c’eravate!? E la maschera nell’angolo…> il Tancredi stentava a comprendere.
Paviano <<Ero a farmi un goccetto, e ho chiuso il cinema. Guarda tu stesso, nel cantone l’attaccapanni con la mia livrea e gli occhiali alla catenella>>.
<La barchetta??? E la musica al telefono? Volevo chiamare mia moglie>.
<<I miei nipotini, amico mio. Giocavano alle ombre cinesi>>.
<<E io ero al bagno degli uomini, matusa. Quello delle donne è guasto, eh Pellegrino? O Paviano, entrambi scansafatiche. Il telefono dopo qualche squillo mette in attesa. Ma non ti ricordi che tua moglie è in pellegrinaggio al monastero di Santa Clara a Pavia? Te la sarai mica fatta sotto?!>>.
<La fai facile tu, ma quando la paura mette le gambe…>.
Entrando a casa Tancredi riconobbe la televisione rimasta accesa, nel frigo nella pellicola il polpettone della Tanzia. <Questo sì che ti cambia la vita> bofonchiò sedendosi in poltrona, e iniziò a ridere insieme a Bugs Bunny che riprendeva la scena di Willy il Coyote con un masso in testa.
Il proiettore intanto girava
(Le giornate del Tancredi in pensione)
Racconto scritto il 21/12/2024 - 08:07
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Era talmente metodico, Tancredi, che non poteva concepire il minimo cambiamento delle sue sistematiche abitudini. Scritto molto bene e di gradevole lettura, complimenti, ciao
Francesco Scolaro 21/12/2024 - 15:13
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Quasi un thriller... simpaticamente bello.
Maria Luisa Bandiera 21/12/2024 - 14:44
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