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Dialogo in una notte d'inverno tra Merlino e Morgana

“Merlino dimmi come è potuto succedere che gli uomini si siano scordati della nostra esistenza. Da dove ha origine questa dimenticanza che ci tiene prigionieri in quest’isola senza possibilità di andarcene?”
“Non ho le risposte che cerchi Morgana, il tempo è scivolato sul nostro sonno. Troppo a lungo abbiamo dormito ed ora l’oblio ha steso una pesante coltre sulle nostre vite. Vedo solo nebbia intorno, una nebbia che finirà per inghiottirci quando anche l’ultimo uomo scorderà il nostro nome, ma non dobbiamo rassegnarci, prima che sia finita dobbiamo tentare l’ultimo incantesimo”
“Quale incantesimo Merlino?”
“Da molto tempo ci sto pensando, è molto rischioso, ma credo che sia la sola possibilità perché il mondo di Avalon possa ancora sopravvivere”
“Spiegati!”
“Dobbiamo fuggire Morgana, fuggire da questa realtà dove le menti degli uomini non hanno più sentimenti per noi, andarcene in un’altra dimensione dove gli uomini non possono controllare i loro pensieri, dove le loro menti sono ancora in balia dell’oscuro vento delle origini”.
“Quale è questa dimensione?”
“I sogni Morgana, i sogni”
“Sei impazzito Merlino, quello è buio, caos. Ci sono i mostri più abbietti che le menti umane abbiano partorito dall’inizio del mondo. Là regna il male allo stato più puro, senza freni, senza limite alcuno; non potremmo mai sopravvivere deboli come siamo.”
“Lo so che è molto pericoloso, ma non abbiamo alternative. E’ solo questione di tempo e poi saremo condannati a dissolverci in questa nebbia e di noi non rimarrà nemmeno il ricordo. Cosa preferisci Morgana, la certezza della morte o la lotta per sopravvivere?”
“Non so, sono confusa. Quello che proponi mi spaventa, anzi mi terrorizza”
“Rifletti, ormai siamo rimasti noi due soli. Dove sono gli elfi e le fate dei boschi e del popolo degli gnomi delle montagne chi è rimasto? Svaniti, dissolti, morti. Questa è la parola esatta Morgana, morti. Morti come stiamo per morire noi. Dobbiamo raccogliere tutte le nostre forze per formulare l’ultimo decisivo incantesimo, quello che ci porterà altrove, quello che rappresenta l’unica speranza che ci rimane.
So che è un mondo di buio, paura e malvagità, ma è anche di desiderio, speranze inconfessate, gioie, ricordi, nostalgie. Non è solo male, Morgana, in quella dimensione abitano anche gli ultimi sprazzi d’umanità dimenticata, di dolcezza e di commozioni infantili”
“Lo so bene Merlino, sono entrata molte volte nei sogni degli uomini e ho giocato con le loro fantasie e le loro illusioni, ma un conto è entrare nei sogni un altro è vivere per sempre in quella dimensione, far parte di quel buio senza speranza di uscirne, senza poteri contro quel male del quale si sente il respiro salire dagli abissi più profondi e percorrere le tenebre invisibile come una serpe a caccia nella notte. Io ho sentito la presenza delle paure degli uomini sorgere dalle profondità del tempo, paure che creano mostri e demoni e tu sai che in quelle tenebre essi sono reali, veri come lo siamo tu ed io. Tremo al solo pensiero”
“Non devi aver timore, anche se essi non ricordano, noi esistiamo in quella parte bambina che nascondono e si vergognano di mostrare come fosse una debolezza, come fosse una malattia dalla quale guarire più in fretta possibile. Noi siamo quella piccola malattia senza nome e dobbiamo fare in modo che non guariscano mai, che resti sempre vivo in loro un tenue, ma incancellabile dolore, debbono sentire nel profondo dell’animo un vuoto e una mancanza della quale non riescano a comprendere l’origine. Non potranno capire, ma è importante che avvertano l’insoddisfazione come se mancasse un pezzo della loro vita. Noi entreremo nei sogni e prenderemo per mano quel che resta di sano della loro fantasia, apriremo porte a dimensioni diverse dal loro mondo di grettezza, creeremo immagini di terre scomparse e sussurreremo alla loro memoria uno per uno i nomi dei folletti, degli elfi e delle fate. Si desteranno all’alba con parole sconosciute nella mente e sulle labbra, per ogni luogo che visiteranno i loro occhi cercheranno quelle colline, quei laghi, quelle acque, quelle terre che noi abbiamo creato nelle loro menti. E ogni notte torneremo ad alitare nelle loro orecchie ed a creare nuove immagini fino a quando le memorie si apriranno e ricorderanno che ci fu un tempo nel quale noi esistevamo e allora non potranno fare a meno di cercare delle risposte alle domande che nasceranno spontanee nei loro cuori. Finalmente potremo liberarci dalle tenebre, dalla nebbia e tornare a vivere nel mondo della luce. Tutto tornerà come è sempre stato, gli uomini sentiranno di nuovo il bisogno del nostro aiuto, dei nostri incantesimi. Così i boschi torneranno a popolare il mondo e dalle radici degli alberi germineranno ancora folletti, elfi e fate; le notti risuoneranno dei loro richiami, delle danze alla luna e tutti insieme innalzeremo canti e l’eco delle nostre voci placherà gli animi degli uomini, darà pace alle loro ire, sanerà le loro paure e una nuova vita scorrerà fino all’isola di Avalon”.
Si, sarà certamente così, ne sono sicuro, ma ora voglio dormire mi sento tanto stanco”.
“Buona notte Merlino, domani sera sogniamo ancora un po’?”
“Certo Morgana, altrimenti che senso avrebbe la vita!”.



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Racconto scritto il 20/09/2014 - 06:36
Da floriano fila
Letta n.1291 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


"Guadare nei nostri cuori per liberarci dalle tenebre, dalla nebbia e tornare a vivere nel mondo della luce" stupendo racconto che invita a fermarsi e guardare dentro di noi, liberandoci di quelle ombre che non permettono alla luce di entrare. Racconto che invita alla speranza. Bravo

Caterina Russotti 20/09/2014 - 22:09

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