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Nudo

Se l’amore fosse una cosa semplice allora potrei giurare che mai mi sarei ritrovato in una situazione del genere. Pago il taxista che mi ha quasi accompagnato sul tappeto rosso dell’hotel tanto gli ho fatto capire che era una questione di vita o di morte. Ma da quanto in qua io mi sono preoccupato per una donna? L’enorme struttura si apre in tutta la sua magnificenza dinanzi ai miei occhi colpiti dalla pioggia. Sì, piove davvero tanto e io mi sto bagnando come un idiota qua fuori mentre il portiere mi guarda stranito. In realtà io sarei già fuggito se non fosse per il mio cuore che mi tiene incollato le gambe al suolo.
“O entri o ti faccio prendere un accidente” sembra dirmi mentre batte più veloce di un corridore di formula 1.
Decido di starlo a sentire almeno questa volta. In realtà è da ieri che non faccio altro che ascoltarlo. Da ieri,dopo quella discussione con lei che quasi mi mandava in coma. Io e Cassie non abbiamo mai avuto una discussione. Siamo sempre stati amici dai tempi delle medie e ci siamo sempre spalleggiati. Lei mi aiutava nei compiti di fisica e io pestavo il primo imbecille che le dava fastidio. Ci siamo confidati sulle prime preoccupazioni, i dubbi verso il futuro e anche le prime cotte. In realtà ora che ci penso sono sempre stato io a parlarle delle mie avventure e solo ora mi vengono in menti i suoi occhi azzurri che si velavano di lacrime. Diceva sempre che era felice che io lo fossi. “
E invece piangeva perchè ti amava.” mi dice il cuore con tono severo.
Si, lei mi amava, mi ha sempre amata e io, io non me ne sono mai accorto. Come ho fatto a non capirlo e a non rendermi conto di quanto fosse importante la sua presenza nella mia vita? L’ho capivo solo ora che stava per andare via. Ha accettato una proposta di lavoro all’estero. Me l’ha detto ieri. Me l’ha detto prima che mi confidasse quanto mi avesse sempre amato. Sentirle dire quelle parole è stato come ricevere un pugno in faccia sulla mia dentatura perfetta. Sono solo un presuntuoso coglione. Un presuntuoso che ha avuto la fortuna di avere un angelo custode accanto in carne e ossa per tutta la vita e che ora per stupidità rischia di perderlo. Da quando ieri mi ha lasciato solo con i miei pensieri ho sentito il mio cervello spegnersi e il cuore iniziare a combattere contro la mia gabbia toracica. Tremavo al solo pensiero di vivere senza di lei. Mi sono sentito come un bambino lontano dalle braccia della mamma, come un cretino che non ha mai capito cosa fosse il vero amore. Entro finalmente nell’hotel e prendendo il coraggio a due mani mi avvicino alla signorina della reception.
“Cerco la signorina Cassandra Monaldi”
La ragazza mi guarda leggermente incuriosita.
Sarà che faccio un certo effetto alla donne penso.
“Sarà che sei bagnato fino al midollo, deficiente!” mi urla contro il cuore.
“Zitto e non mi interrompere.” vorrei rispondergli.
La signorina sembra aver trovato la camera ma mi guarda con aria dispiaciuta. Il mio cuore smette di battere improvvisamente e il respiro mi abbandona facendomi restare in apnea.
“La signorina Monaldi ha detto che non voleva essere disturbata. Me la ricordo, non posso sbagliarmi.”
Ritorno a respirare: ancora non è partita. Allungo l’occhio e vedo le tre cifre sul computer. Ringrazio e mi allontano. La ragazza ci mette tre secondi per abbassare lo sguardo sul monitor e io due per fiondarmi per le scale. Stanza 101, terzo piano. Arrivo con il fiatone e busso. Nessuno mi risponde e il mio cuore non smette di battere. Credo che se salterò l’infarto oggi, posso stare tranquillo per tutti i giorni della mia vita. Busso altre tre volte e poggio l’orecchio alla porta. Sento i tacchi percorrere lo spazio che ci divide. Ho solo mezzo secondo per aggiustarmi la camicia completamente bagnata e levarmi il sudore dalla fronte. Vorrei spogliarmi e restare in mutande. Non sarebbe la prima volta che Cassie mi vedesse in questo modo. Ricordo la vacanza insieme con altri nostri amici e il rossore incorniciarle il viso quando entrò senza bussare nella mia camera per trovarmi in boxer blu ai piedi del letto. Ora capisco tutto. Era innamorata di me. Capisco i suoi rossori, ricordo i suoi occhi tristi quando parlavo delle altre e i brividi che provava ogni qualvolta la abbracciavo o la stringevo. Capisco anche la mia gelosia, la mia ossessione nel rivederla quando non veniva a scuola o all’università.
“Andrea, che ci fai qui?” mi dice alquanto meravigliata.
Mi fiondo nella stanza che noto essere ben arredata. Ma noto anche le valigie pronte a essere chiuse e mi rendo conto che non ho più molto tempo.
“Non puoi partire.” dico semplicemente con il mio tono arrogante che lei conosce bene. Soltanto che non l’ho mai usato verso di lei. Me ne rendo conto anche perchè su di lei non fa alcun effetto.
“Andrea, ti sei lasciato forse condizionare da quello che ti ho detto ieri?”
“No.”
“Allora perchè sei qui?”
“Perchè non voglio che tu parta.”
“Andrea, non decidi tu della mia vita.” Mi fa notare poggiando le mani nei fianchi in segno di sfida.
Mi sembra di vederla per la prima volta nella mia vita. Cappelli neri, occhi verdi, il fisico pieno e sodo grazie ai nostri giorni in palestra.
“Non ti rendi conto che senza di te non posso vivere?” mi trovo a chiederle stupendomi di me stesso.
“Meglio che fai parlare me, imbecille!” mi insulta in cuore.
“Ma io non voglio essere un pivello.” ribatto in silenzio.
“Nemmeno con lei? Nemmeno ora che stai per perderla per sempre?” mi torna a chiedere il cuore.
Resto ancora in silenzio. Anche Cassie non riesce a parlare.
“Non ti credo.” mi dice semplicemente prima di cadere nel silenzio più assordante che io abbai mai ascoltato.
Mi avvicino di un passo ma lei arretra di due. Mi rendo conto che il mio arrivo in quella stanza sia stato inaspettato e che lei abbia paura che sia tutta finzione. Decido di dirle come mi sento, di mettere a nudo me stesso come solo con lei sono abituato a fare. In fondo quando si ama bisogna sapersi spogliare di tutto: orgoglio preoccupazioni, passato, dubbi e soprattutto paura.
“Quando ieri mi hai detto che te ne saresti andata mi sono sentito improvvisamente perso. Mentre mi raccontavi della proposta e di cosa avresti fatto lì,io pensavo che non sarei riuscito a vivere un solo giorno senza vederti sbucare nel mio appartamento di primo mattino, senza poterti passare a prendere per andare in palestra. Ho capito tutto questo prima di sentirti dire che mi amavi e quando poi me l’hai detto ho capito che con te ho sbagliato tutto. Avrei dovuto capirlo da solo che senza di te non posso respirare. Me ne sarei dovuto rendere conto prima che si arrivasse a due ore dalla tua partenza. So che ora tutto questo possa risultarti falso e privo di senso ma davvero sono stato male. Posso solo dirti che la tua notizia mi ha devastato e solo ora mi rendo conto che ti amo, Cassie. Ti amo forse dalla prima volta che ho pestato quel rincitrullito di Nick al liceo quando ti chiese più volte di dargliela. Ora so che non siamo amici. Non lo siamo mai stati. Siamo solo due anime che si sono cercate e tenute per mano in silenzio senza mai avere il coraggio di parlarsi. Ti amo e questo quanto.” dico terminando il discorso con un sonoro starnuto.
“Ecco, hai rovinato tutto” mi dice il cuore.
“L’ho rovinato già, cuore mio. L’ho rovinato prima ancora di entrare in questa stanza perchè non mi sono mai reso conto di quanta fortuna il destino mi avesse rivestito.” dico io.
Non riesco nemmeno a guardarla negli occhi. Il fatto che non parli mi fa impazzire. Così racimolo quello che resta del mio orgoglio e faccio per andarmene. Lei era rimasta nei pressi della porta. La oltrepasso privando mille brividi per tutto il corpo. Poi succede. Cassie mi blocca prendendomi timidamente la mano come quando stavamo al cinema. Capisco perchè tutte le ragazze con cui sono stato erano gelose di lei. Mi fa rabbia pensare che l'avevano capito loro e non io.
“Non andartene.” sussurra.
Non ho il tempo di ribattere che lei mi bacia. Sento il sapore delle lacrime sulle sue labbra che scopro carnose, invitanti e subito le riassaggio senza darle il tempo di staccarsi. Senza permesso dischiudo l’antipasto per dare inizio al pranzo. Percorro la sua bocca con la lingua incorniciandole il viso per paura che mi possa scappare. Ma lei non ha alcuna intenzione di farlo. Smettiamo solo per dare tregua ai polmoni.
“Ti Amo” le sussurro a fior di labbra.
“Ti Amo anch’io” dice lei “ma ora fammi vedere se tutte quelle avventure che mi raccontavi sono vere...” termina prima di tornarmi a baciare mentre la sua mano scorre sotto la mia camicia bagnata dalla pioggia.



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Racconto scritto il 03/10/2014 - 18:40
Da Anna Di Maio
Letta n.1202 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


QUANTO dobbiamo guardare, spesso, tutti, in tutti i campi della vita, ma soprattutto quando si tratti di persone , per riuscire finalmente a VEDERE!
Ciò che invece, ora, io ho "visto" subito, è che sei un narratore nato. BRAVO! Ma bello, prezioso per il significato, come ho già evidenziato, anche il contenuto. Vera

Vera Lezzi 04/10/2014 - 21:28

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