Ho scritto favole, racconti, descritto intere giornate da adolescente, da figlia, da amante. Ho confessato paure nascoste, desideri espressi e mai avverati, ho pianto scrivendo e sorriso rileggendo.
Un uomo conosciuto in una chat, dopo aver letto qualcosa scritto da me mi disse:
“Fatti leggere.” Mi trovò un sito di scrittura dove per una settimana lessi tutto ciò che vi passavano, qualcosa mi colpiva, altro no ma quel “ ...Fatti leggere..” mi suonava in testa! Trovato il coraggio, scrissi, pubblicai e lessi i primi complimenti e critiche.
La voglia di conoscere chi era stato colpito nel bene e nel male da ciò che scrivevo era sempre più forte: mi sono sentita bene, meno sola, invogliata a scrivere sempre di più. Ho capito di non essere speciale ma comunque fiera del mio scrivere.
Ho assaporato il piacere di prendere un caffè con un poeta, un vulcano di emozioni. In lui ho letto la voglia e la necessità di scrivere per vivere meglio, per sfogare la rabbia e la delusione. L'ho ammirato per come ogni emozione della sua vita riusciva a metterla su carta, fino a farmi rimanere senza fiato. Ricordo l’entusiasmo del suo primo libro ed i preparativi del secondo: felice per lui dicevo a me stessa che non sarei mai riuscita a scrivere ai suoi stessi livelli, ma potevo leggerlo ammirandolo.
Un giorno, non tanto tempo fa, ho ascoltato frasi del tipo: “Non scrivo più, la mia famiglia ha bisogno di me, la scrittura ha rubato loro troppo tempo!” oppure “Ora basta,la scrittura non è vita. Ho buttato il mio libro nel cassonetto... è arrivato il momento di vivere!”
Ora basta?
Sì è vero, basta con questo giocare con la vita e con la scrittura che ne fa parte.
Perché rinnegare quella voglia e bisogno che si ha di descriversi, di raccontarsi, inventarsi e mettersi in gioco?
Perché cornificare?
Perché alzarsi una mattina e decidere che la Signora Scrittura non ti provoca più i brividi di una volta ed andare a cercare altro?
Perché cercare un amante, quando per anni hai avuto una compagna fedele che ogni giorno è stata disposta a cambiare abito per eccitarti sempre un po’ di più?
Perché dare la colpa ad un arte che si ha dentro da sempre?
Perché dare a lei la colpa se la propria vita sentimentale non è delle migliori o se, per mancanza di organizzazione scrivete quando invece dovreste fare l’amore con vostra moglie?
Perché non scrivere più per scelta, e poi dire a chi ancora lo fa, che non sono originali e che è da stupidi alzarsi e pubblicare ciò che si è scritto, per il semplice gusto di farlo? Perché?
Ora basta!
Dico a tutti voi poeti che se non volete più scrivere perché le vostre priorità sono altre, nessuno vi obbliga, ma non nascondetevi dietro ad un dito. Non sfruttare il dono della scrittura vorrà solo dire regalare qualche emozione in meno a chi come me, ogni giorno aspetta di leggervi. Mi avete insegnato che non bisogna avere paura di giocare con le parole, di sorridere anche delle stupidità che a volte si scrivono sole sulla carta. Mi avete dato il coraggio di farmi conoscere nella mia semplicità sorridendo ad ogni giorno.
Sono qui che vi attendo, non importa quanto tempo passerà l’importante è che sia ancora...Poesia!
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Grazie ancora a tutti
Complimenti
Romualdo