UN NARRATORE INATTENDIBILE
Le istruzioni sono:
Scrivete una storia in cui il narratore è inattendibile (può essere un folle, un bambino appena nato, un animale che racconta delle sue tribolazioni per vivere, un adolescente che critica i genitori, una persona morta in un incidente che spiega le cause e via dicendo). Scatenate la vostra fantasia.
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Il mio nome non è nessuno
Al di là dell’eremo sono convinti che io non esista.
Il fatto stesso che io sia avaro di parole, non vuole certo dire che io sia privo d’identità e dunque non esista.
Premetto che l’attuale mia situazione è stata, e continua ad essere libera ed arbitraria.
Sollecitato nel modo più appropriato, avrei forse potuto avere un qualche scatto d’impazienza, e magari mi sarei lasciato partorire. Nel caso, si sa, avrei dovuto praticamente sgomitare per farmi largo fra l’orda barbarica, ma per uno come me non avvezzo alla confusione: che oltretutto rischiava di perdersi è stato preferibile rimandare.
Non crediate voi nati, che ciò mi abbia danneggiato. Anche qui esiste una gerarchia e io con un po’ d’arguzia mi sono bene accomodato.
Nella mia lunga esistenza ho assistito a troppi parti gemellari non andati a buon fine e anche a qualche aborto spontaneo. Qualcuno dopo aver preso la decisione di andare si è poi tirato indietro rimangiandosi la parola data.
Qui è tutto un via vai. Resistono solamente i nostalgici. Nelle loro riunioni non fanno altro che mettere in discussione il se e il forse. Parlano di intuito: desiderio, sesso e frenesia; dell’essere e non essere. Insomma, per dirla facile, facile, si pongono domande del tipo:
“è nato prima l’uovo o la gallina?”
A detta loro, per aver rifiutato di nascere sarei un riottoso, un ribaltino che ama mettere zizzania fra i più giovani fomentando la rivolta.
Io insisto nel definirmi un sognatore. Uno dall’animo poetico che ama andare alla ricerca di spiriti elevati: “ vedi l’anima così misteriosa e affascinante, e perché no, lo stesso Dio con il suo inferno, purgatorio e paradiso. ”
Nella mia verde oasi ho creato uno spazio di contemplazione, dove trascorro le mie giornate in serenità, e poco o niente mi lascio sedurre dalle scorribande notturne dei più giovani e dalla fucina da dove avverto arrivare sempre un gran fermento.
Detto ciò. Oggi sono stato alquanto loquace: e non mi si venga più a dire, che non esisto solo perché fuori dalla mente… sono un pensiero mai nato.
Il fatto stesso che io sia avaro di parole, non vuole certo dire che io sia privo d’identità e dunque non esista.
Premetto che l’attuale mia situazione è stata, e continua ad essere libera ed arbitraria.
Sollecitato nel modo più appropriato, avrei forse potuto avere un qualche scatto d’impazienza, e magari mi sarei lasciato partorire. Nel caso, si sa, avrei dovuto praticamente sgomitare per farmi largo fra l’orda barbarica, ma per uno come me non avvezzo alla confusione: che oltretutto rischiava di perdersi è stato preferibile rimandare.
Non crediate voi nati, che ciò mi abbia danneggiato. Anche qui esiste una gerarchia e io con un po’ d’arguzia mi sono bene accomodato.
Nella mia lunga esistenza ho assistito a troppi parti gemellari non andati a buon fine e anche a qualche aborto spontaneo. Qualcuno dopo aver preso la decisione di andare si è poi tirato indietro rimangiandosi la parola data.
Qui è tutto un via vai. Resistono solamente i nostalgici. Nelle loro riunioni non fanno altro che mettere in discussione il se e il forse. Parlano di intuito: desiderio, sesso e frenesia; dell’essere e non essere. Insomma, per dirla facile, facile, si pongono domande del tipo:
“è nato prima l’uovo o la gallina?”
A detta loro, per aver rifiutato di nascere sarei un riottoso, un ribaltino che ama mettere zizzania fra i più giovani fomentando la rivolta.
Io insisto nel definirmi un sognatore. Uno dall’animo poetico che ama andare alla ricerca di spiriti elevati: “ vedi l’anima così misteriosa e affascinante, e perché no, lo stesso Dio con il suo inferno, purgatorio e paradiso. ”
Nella mia verde oasi ho creato uno spazio di contemplazione, dove trascorro le mie giornate in serenità, e poco o niente mi lascio sedurre dalle scorribande notturne dei più giovani e dalla fucina da dove avverto arrivare sempre un gran fermento.
Detto ciò. Oggi sono stato alquanto loquace: e non mi si venga più a dire, che non esisto solo perché fuori dalla mente… sono un pensiero mai nato.
Scrittura creativa scritta il 20/03/2015 - 12:58
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Voto: | su 10 votanti |
Commenti
bellissimo racconto,e lo sento mio.Un grande abbraccio Claretta
Anna Rossi 21/03/2015 - 19:19
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Profondità di pensiero di ciò che non è e che sarebbe potuto essere ma, in quanto anch'esso ente, o in atto o in potenza, pari dignità ha nell'esistenza umana.
Giancarlo Gravili 20/03/2015 - 21:55
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UN PREGNO DI CONSIDERAZIONI DA CARPIRE... ELOGIABILE COMPOSTO CREATIVO...
Rocco Michele LETTINI 20/03/2015 - 17:46
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I pensieri mai nati...
quanto bisogno s'ha di quei benedetti!
Il mio voto è molto buono!
quanto bisogno s'ha di quei benedetti!
Il mio voto è molto buono!
Maria Valentina Mancosu 20/03/2015 - 16:05
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