INCIPIT
Le istruzioni sono:
Scrivi una storia che inizi così: "non ero mai stato al museo della mia città, nemmeno da studente. Chissà perché quel giorno decisi di andarci. Non potevo immaginare cosa mi sarebbe successo."
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Buon Compleanno
Ore 24.10
Quarant’anni fa nascevi tu… Nell'eccitazione e nel dolore, tra respiri profondi e sospiri in affanno, nella paura e nella tensione.
In una notte appena chiusa e una giunta novella.
Un martedì come tanti, una notte come tante, dilatata come una fisarmonica, calda, quasi afosa, il cielo stellato e limpido come ancor oggi, la mia reminiscenza.
Fuori nella bianca luce, il tuo papà trepidante e una nonna inquieta in attesa di notizie.
Quanti trascorsi…Eppure sembra che il tempo si sia fermato a quel lunedì speciale, quando si ruppero le acque e corsi in clinica.
Ricordo attimo dopo attimo, gli spasmi, gli sforzi gli stimoli.
Vivi i colori, gli odori e i pensieri.
Passai in poche ore dall’adolescenza alla maternità.
Una fase della vita era dissipata, ne deteneva il posto un’altra, sicuramente la più importante di tutte… Sarò madre!
Un “ mestiere “così, non si esercita senza calore umano.
Avevi elargito in quei nove mesi, nell’amniotico buio, calci, nausee, malesseri e ora….Jessica, finalmente ti avrei conosciuta!
Ero sfinita, sedata dall’impegno, gravata dalla debolezza, ma tutto evaporò, come rugiada sotto i raggi solari, quando ti vidi per la prima volta. Eri il risultato non solo di una notte d’amore, o di un’armonia di cromosomi, ma il canto melodico di una poesia, le note di una musica arcaica, universale, che lega madri e figli, musica che solo noi sentivano all’unisono, richiamati da un legame che ci avrebbe accompagnato per sempre, nell’infinito della nostra esistenza e oltre. Un’elevazione così naturale verso l’immenso, l’infinito che solo una madre può provare. Hai mutato Il nulla con la possibilità del tutto.
Dopo un interminabile ed estenuante silenzio…Il grido, e il pianto, che annunciava il tuo primo respiro!
Imperituro, saettava fra le voci ovattate, delle infermiere e dell’ostetrica. Eri nata, eri viva, eri perfetta!
Sembrava volessi dirmi - Eccomi sono qui…Amami!
Sul petto subito, ancora sporca ma già bellissima.
Ti baciai delicatamente per paura di “romperti”.
Tenere quello scricciolo fra le braccia e incrociare lo sguardo ancora vitreo e insicuro, non si può descrivere, nessuna parola o emozione è appropriata. Incredula ripetevo - Davvero io ho potuto fare questo? Davvero io ho generato la vita?
Stringevi il mio mignolo, con quella bianca e vizza manina, per non lasciarlo mai più.
Quella manina sempre tesa a cercare la mia, durante questi anni… nei passi incerti, nei momenti difficili, nelle scelte importanti, nelle prime dolorose perdite, che la vita senza pietà ci elargisce.
Amai prendermi cura di te, persino le notti di sonno perse per allattarti.
Amai tutti i tuoi pianti, i tuoi sorrisi, le tue monellate, i tuoi successi e le tue insicurezze.
Amai tutto di te da subito!
Oggi che sei una donna, che sei una mamma, sai quello che intendo… le parole sono insufficienti!
Un rigenerare convulso, un ripetersi continuo come il giorno dopo la notte, il germoglio dopo l’inverno, il sereno dopo il temporale, il moto perpetuo delle fasi lunari sulle maree, un susseguirsi di altre vite, prima e dopo di noi…nella storia dei tempi! Fortuna volle che mia nonna prima, e mia madre poi, scegliesse la vita, permettendo così la tua.
Non sei una monade isolata, ma una parte unica e insostituibile del cosmo, non dimenticarlo, una vita essenziale nel groviglio dell’umanità! Auguri mamma
(Epiteto)
Volli vivere in piena coscienza con la mia creatura, l'istante del parto, per non essere impoverita, della più grande esperienza di tutte… La meraviglia d’esistere…Il miracolo della vita!
Quarant’anni fa nascevi tu… Nell'eccitazione e nel dolore, tra respiri profondi e sospiri in affanno, nella paura e nella tensione.
In una notte appena chiusa e una giunta novella.
Un martedì come tanti, una notte come tante, dilatata come una fisarmonica, calda, quasi afosa, il cielo stellato e limpido come ancor oggi, la mia reminiscenza.
Fuori nella bianca luce, il tuo papà trepidante e una nonna inquieta in attesa di notizie.
Quanti trascorsi…Eppure sembra che il tempo si sia fermato a quel lunedì speciale, quando si ruppero le acque e corsi in clinica.
Ricordo attimo dopo attimo, gli spasmi, gli sforzi gli stimoli.
Vivi i colori, gli odori e i pensieri.
Passai in poche ore dall’adolescenza alla maternità.
Una fase della vita era dissipata, ne deteneva il posto un’altra, sicuramente la più importante di tutte… Sarò madre!
Un “ mestiere “così, non si esercita senza calore umano.
Avevi elargito in quei nove mesi, nell’amniotico buio, calci, nausee, malesseri e ora….Jessica, finalmente ti avrei conosciuta!
Ero sfinita, sedata dall’impegno, gravata dalla debolezza, ma tutto evaporò, come rugiada sotto i raggi solari, quando ti vidi per la prima volta. Eri il risultato non solo di una notte d’amore, o di un’armonia di cromosomi, ma il canto melodico di una poesia, le note di una musica arcaica, universale, che lega madri e figli, musica che solo noi sentivano all’unisono, richiamati da un legame che ci avrebbe accompagnato per sempre, nell’infinito della nostra esistenza e oltre. Un’elevazione così naturale verso l’immenso, l’infinito che solo una madre può provare. Hai mutato Il nulla con la possibilità del tutto.
Dopo un interminabile ed estenuante silenzio…Il grido, e il pianto, che annunciava il tuo primo respiro!
Imperituro, saettava fra le voci ovattate, delle infermiere e dell’ostetrica. Eri nata, eri viva, eri perfetta!
Sembrava volessi dirmi - Eccomi sono qui…Amami!
Sul petto subito, ancora sporca ma già bellissima.
Ti baciai delicatamente per paura di “romperti”.
Tenere quello scricciolo fra le braccia e incrociare lo sguardo ancora vitreo e insicuro, non si può descrivere, nessuna parola o emozione è appropriata. Incredula ripetevo - Davvero io ho potuto fare questo? Davvero io ho generato la vita?
Stringevi il mio mignolo, con quella bianca e vizza manina, per non lasciarlo mai più.
Quella manina sempre tesa a cercare la mia, durante questi anni… nei passi incerti, nei momenti difficili, nelle scelte importanti, nelle prime dolorose perdite, che la vita senza pietà ci elargisce.
Amai prendermi cura di te, persino le notti di sonno perse per allattarti.
Amai tutti i tuoi pianti, i tuoi sorrisi, le tue monellate, i tuoi successi e le tue insicurezze.
Amai tutto di te da subito!
Oggi che sei una donna, che sei una mamma, sai quello che intendo… le parole sono insufficienti!
Un rigenerare convulso, un ripetersi continuo come il giorno dopo la notte, il germoglio dopo l’inverno, il sereno dopo il temporale, il moto perpetuo delle fasi lunari sulle maree, un susseguirsi di altre vite, prima e dopo di noi…nella storia dei tempi! Fortuna volle che mia nonna prima, e mia madre poi, scegliesse la vita, permettendo così la tua.
Non sei una monade isolata, ma una parte unica e insostituibile del cosmo, non dimenticarlo, una vita essenziale nel groviglio dell’umanità! Auguri mamma
(Epiteto)
Volli vivere in piena coscienza con la mia creatura, l'istante del parto, per non essere impoverita, della più grande esperienza di tutte… La meraviglia d’esistere…Il miracolo della vita!
Con supremo amore, buon compleanno Mamma
Scrittura creativa scritta il 10/05/2015 - 08:20
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Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Pagina molto bella ed emozionante offerta in una scrittura pregevole.Bravissima!
Suppongo (a meno che non mi sia sfuggito qualcosa)che sia da inserire tra i racconti essendo la scrittura creativa a tema obbligato.Questo,naturalmente,nulla toglie alla valutazione che è molto positiva.
Suppongo (a meno che non mi sia sfuggito qualcosa)che sia da inserire tra i racconti essendo la scrittura creativa a tema obbligato.Questo,naturalmente,nulla toglie alla valutazione che è molto positiva.
Rosa Chiarini 10/05/2015 - 13:16
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