INCIPIT
Le istruzioni sono:
Prosegui una storia che inizi così: "Fissava il foglio bianco dinanzi a sé , mentre, veloci, i pensieri ballavano nella sua testa. Vedeva le immagini prendere corpo per poi, come d’incanto, svanire in un momento, in un battito di ciglia.
Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”.
Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”.
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UN'OSPITE INDESIDERATA
Fissava il foglio bianco dinanzi a sé , mentre, veloci, i pensieri ballavano nella sua testa. Vedeva le immagini prendere corpo per poi, come d’incanto, svanire in un momento, in un battito di ciglia.
Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”. Si girò di scatto verso la porta della sua camera da dove la strana figura prendeva forma. Manuela non aspettava proprio nessuno quella sera, il suo fidanzato era partito due giorni prima per un convegno e lei aveva deciso di dedicarsi totalmente al suo fumetto, stavolta in ritardo per l’uscita del prossimo numero. Ma non era riuscita a mettere giù niente,idee troppo confuse non le avevano dato possibilità di trovare neppure l’argomento su cui basarsi. La giornata era volata. “Hey, sono Claudia!” ripetè la figura ma Manuela non riconosceva in lei nessuno di sua conoscenza ma capì comunque chi fosse e non si spaventò nonostante il suo orribile aspetto. “Quanto sei orrenda, Claudia! Per fortuna che non mi capita spesso di averti qui!” Claudia si avvicinava sempre più fino ad avvinghiarsi totalmente a Manuela che pensò che doveva sbrigarsi perché il suo peso la stava quasi per soffocare. Lo stomaco era in allarme così corse in cucina, aprì il frigorifero e in cinque minuti, grazie al microonde, Manuela era a tavola con la sua cena riscaldata davanti. Bastarono pochi minuti e l’orribile Claudia era sparita dalla sua vista. Ma un altro pensiero le si insediò in testa e cominciò a non darle pace. Era appagata Manuela, il pollo con le patate avevano placato la sua fame che era sparita ma in tante parti del mondo Claudia invece rimane il tormento quotidiano di tanta gente. A casa sua era capitata giusto per caso in un giorno in cui lo aveva permesso solo una semplice dimenticanza ma chissà in quante case Claudia è un ospite fisso, in quante strade, in quante stazioni, sotto quanti ponti e in quanti villaggi del mondo. Poiché Claudia nonostante sia una donna alta e fiera non fa distinzioni di sesso, età e razza e quando si avvinghia è terribile con tutti. Piangeva Manuela quella sera dopo la visita di Claudia perché tante sono le ingiustizie in questo mondo ma quella che purtroppo tanti subiscono di dover convivere quotidianamente con Claudia è la più orrenda di tutte. Tornò al suo computer. A stomaco pieno tante idee le permiserò che il fumetto si materializzasse in poche ore ma l’amarezza di Manuela, quella invece rimane ancora oggi.
Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”. Si girò di scatto verso la porta della sua camera da dove la strana figura prendeva forma. Manuela non aspettava proprio nessuno quella sera, il suo fidanzato era partito due giorni prima per un convegno e lei aveva deciso di dedicarsi totalmente al suo fumetto, stavolta in ritardo per l’uscita del prossimo numero. Ma non era riuscita a mettere giù niente,idee troppo confuse non le avevano dato possibilità di trovare neppure l’argomento su cui basarsi. La giornata era volata. “Hey, sono Claudia!” ripetè la figura ma Manuela non riconosceva in lei nessuno di sua conoscenza ma capì comunque chi fosse e non si spaventò nonostante il suo orribile aspetto. “Quanto sei orrenda, Claudia! Per fortuna che non mi capita spesso di averti qui!” Claudia si avvicinava sempre più fino ad avvinghiarsi totalmente a Manuela che pensò che doveva sbrigarsi perché il suo peso la stava quasi per soffocare. Lo stomaco era in allarme così corse in cucina, aprì il frigorifero e in cinque minuti, grazie al microonde, Manuela era a tavola con la sua cena riscaldata davanti. Bastarono pochi minuti e l’orribile Claudia era sparita dalla sua vista. Ma un altro pensiero le si insediò in testa e cominciò a non darle pace. Era appagata Manuela, il pollo con le patate avevano placato la sua fame che era sparita ma in tante parti del mondo Claudia invece rimane il tormento quotidiano di tanta gente. A casa sua era capitata giusto per caso in un giorno in cui lo aveva permesso solo una semplice dimenticanza ma chissà in quante case Claudia è un ospite fisso, in quante strade, in quante stazioni, sotto quanti ponti e in quanti villaggi del mondo. Poiché Claudia nonostante sia una donna alta e fiera non fa distinzioni di sesso, età e razza e quando si avvinghia è terribile con tutti. Piangeva Manuela quella sera dopo la visita di Claudia perché tante sono le ingiustizie in questo mondo ma quella che purtroppo tanti subiscono di dover convivere quotidianamente con Claudia è la più orrenda di tutte. Tornò al suo computer. A stomaco pieno tante idee le permiserò che il fumetto si materializzasse in poche ore ma l’amarezza di Manuela, quella invece rimane ancora oggi.
Scrittura creativa scritta il 09/06/2015 - 18:32
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Un racconto che offre spunti di riflessione, ancora attuali, sul triste argomento trattato dall'autrice. Storia spinosa, quanto ricca di amarezza.
Arcangelo Galante 16/06/2015 - 18:27
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Molto significativo e attuale questo tuo racconto, la fame... incubo di tantissime persone nel mondo.Mi è piaciuto il tema trattato, molto brava! Ciao
Anna Rossi 10/06/2015 - 05:14
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