UNA LETTERA DI PROTESTA
Le istruzioni sono:
Scrivi una lettera di protesta ad un politico che sia garbata, ironica, non volgare, per i danni che in qualche modo ti ha provocato: troppe tasse, meno pensione, disoccupazione, ecc... facendogli anche rilevare che intanto lui vive nel lusso e senza problemi.<br />Oppure scrivi una lettera di protesta di fantasia di un personaggio "sfigato" di un film o di un libro che si rivolge all'autore che lo ha creato (vedi Pinocchio che protesta con l'autore per averlo cacciato in un mare di guai)
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Lettera a Collodi
Caro Collodi,
da bambino educato quale sono, oggi m’appresto, a scriverti due righi su codesto foglio. Innanzi tutto volevo avere tue notizie; come stai? Saputo ciò, ti devo fare alcune rimostranze. Non me lo avevi mica detto che a vivere da bimbo, fosse, così tanto complicato. Non sai che m’è successo! Ricordi quel grillo che avevo al muro spiaccicato? Sì! Quello che poi hai resuscitato. Perché io qui, me lo ritrovo e non ti dico. Ora s’è messo in testa di fondare anche un partito, e non la smette più col suo frinire un po’sgraziato, nemmeno di cantare lo stonato. Qui, va dicendo che sono ancora burattino, non vorrei che le bugie le dice lui, e a me poi cresce il naso lungo, lungo: anche se bambino. Non ho finito ancora con le lamentele; forse tu non sei aggiornato, ma il grillo, s’è portato appresso la volpe e anche il gatto. Sai, io credendo d’esser furbo diventato, i denari questa volta non ho certo sotterrato. Gli ho messi in una casa, che qui si chiama banca, ma di gatti e volpi qui c’è ne son tanti e così, anche stavolta per benino zitti, zitti m’han gabbato. Adesso che ho iniziato, te le devo raccontare proprio tutte, sai la mia fatina? La turchina, s’è fatta rossa di capelli, quella poverina. La colpa son sicuro che è dell’aria, perché qui è assai inquinata, lei non protegge me, degli animali è divenuta la madrina. Io, caro il mio zietto, come promesso, mi sono mantenuto sano e buono, frequento ancora scuola, la quale fa di nome “oggi scrivo” ma ti giuro, che ho scritto ieri e scriverò anche domani, perché i maestri son pazienti, non tirano gli orecchi e non chiamano i gendarmi. A dire il vero sono un po’ seccato, perché tu hai scritto, pensando al tuo diletto, e hai lasciato me, in un mare di casini e in questo mare, non ci sono le balene ma squali assai voraci. Ora, dimmi tu, che deve fare un povero bambino. Non è che riscrivi tutto e mi fai tornare burattino?
da bambino educato quale sono, oggi m’appresto, a scriverti due righi su codesto foglio. Innanzi tutto volevo avere tue notizie; come stai? Saputo ciò, ti devo fare alcune rimostranze. Non me lo avevi mica detto che a vivere da bimbo, fosse, così tanto complicato. Non sai che m’è successo! Ricordi quel grillo che avevo al muro spiaccicato? Sì! Quello che poi hai resuscitato. Perché io qui, me lo ritrovo e non ti dico. Ora s’è messo in testa di fondare anche un partito, e non la smette più col suo frinire un po’sgraziato, nemmeno di cantare lo stonato. Qui, va dicendo che sono ancora burattino, non vorrei che le bugie le dice lui, e a me poi cresce il naso lungo, lungo: anche se bambino. Non ho finito ancora con le lamentele; forse tu non sei aggiornato, ma il grillo, s’è portato appresso la volpe e anche il gatto. Sai, io credendo d’esser furbo diventato, i denari questa volta non ho certo sotterrato. Gli ho messi in una casa, che qui si chiama banca, ma di gatti e volpi qui c’è ne son tanti e così, anche stavolta per benino zitti, zitti m’han gabbato. Adesso che ho iniziato, te le devo raccontare proprio tutte, sai la mia fatina? La turchina, s’è fatta rossa di capelli, quella poverina. La colpa son sicuro che è dell’aria, perché qui è assai inquinata, lei non protegge me, degli animali è divenuta la madrina. Io, caro il mio zietto, come promesso, mi sono mantenuto sano e buono, frequento ancora scuola, la quale fa di nome “oggi scrivo” ma ti giuro, che ho scritto ieri e scriverò anche domani, perché i maestri son pazienti, non tirano gli orecchi e non chiamano i gendarmi. A dire il vero sono un po’ seccato, perché tu hai scritto, pensando al tuo diletto, e hai lasciato me, in un mare di casini e in questo mare, non ci sono le balene ma squali assai voraci. Ora, dimmi tu, che deve fare un povero bambino. Non è che riscrivi tutto e mi fai tornare burattino?
A presto (se sopravvivo)
Pinocchio
Scrittura creativa scritta il 09/12/2012 - 09:03
Letta n.1961 volte.
Voto: | su 13 votanti |
Commenti
Claretta ti lascio qui i miei complimenti per entrambi i successi. Brava! A presto rileggerti!
Daniela Cavazzi 03/01/2013 - 20:12
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Rosaria ti ringrazio per il commento. ciao
Claretta Frau 11/12/2012 - 10:54
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Andrea, ti ringrazio tantissimo è stato un tentativo, mi fa piacere aver avuto il consenso di un toscano che oltre tutto scrive bene come te . ciao
Claretta Frau 11/12/2012 - 10:52
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Rosaria Bottigliero 11/12/2012 - 00:03
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Bellissima descrizione e ottimo raccontare. Baci CLARETTA
Rosaria Bottigliero 11/12/2012 - 00:02
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Come toscano mi complimento anche per la "cadenza"... Capisco che sarebbe stato difficile rendere per scritto la c aspirata o elisa, ma va benissimo così, come l'intero scritto... Ottimo. Ciao Claretta!
Andrea Guidi 10/12/2012 - 19:33
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Pinocchio non potevo immaginarlo con un accento diverso da quello toscano se sono riuscita a rendere l'idea seppur in minima parte,senza peraltro offendere i toscani, mi fa piacere. Sono appassionata di lettura moderna e non: novellino, boccaccio ecc.comunque ti ringrazio troppo buono, ciao.
Claretta Frau 10/12/2012 - 18:12
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Claretta dove hai imparato a scrivere con questa cadenza "Toscana"? Complimenti!!!
Antonio Fappiano 10/12/2012 - 12:05
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