INCIPT e DIALOGO
Le istruzioni sono:
partendo da questo incipit scrivi un breve racconto in cui ci sia molto dialogo (cosa si dicono i protagonisti...e poi?): "Doveva pur capitare, prima o poi, che ci incontrassimo. La fortuna ha voluto che fossimo soli. Lui mi guarda ed ha la forza di non abbassare gli occhi. Io lo guardo ed ho la debolezza di non distogliere i miei {liberamente tratto da un romanzo di Giorgio Faletti)"
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Un incontro per la vita
Doveva pur capitare, prima o poi, che ci incontrassimo. La fortuna ha voluto che fossimo soli. Lui mi guarda ed ha la forza di non abbassare gli occhi. Io lo guardo ed ho la debolezza di non distogliere i miei.
Restiamo lì in silenzio, senza battere ciglio e poi tutto d’un tratto Francesco mi dice:” Giulia, sei proprio tu?” Io con un soffio di voce rispondo: ”Si!” Non aggiungo altro. Lui resta lì a fissarmi, senza capire perché proprio a me era capitata “quella cosa”. Si proprio così la definiva, anche perché non aveva la forza per accettare quel destino crudele.
Io mi sento soffocare da quello sguardo di pietà e compassione e decido di andarmene, ma lui mi afferra per un braccio e mi dice:” No! Ti prego non andartene… scusami se continuo a fissarti, ma per favore dammi una seconda possibilità. Che ne dici se ci andassimo a prendere una bella tazza di cioccolata calda?” Io lo guardo e il mio sguardo diventa ancora più cupo e con voce decisa gli rispondo:” No, ho cose più importanti da fare.” E con aria di indifferenza me ne vado senza girarmi per un ultima volta. Ma dopo aver fatto la curva, io mi metto a piangere e incomincio a correre verso il mio appartamento. Chi volevo prendere in giro? So che dovevo tornare a casa per poi recarmi in ospedale e sottopormi alla chemioterapia giornaliera poiché la leucemia stava rispondendo positivamente e non posso saltarla nemmeno un giorno. Solo che quell’incontro mi ha turbata e non riuscivo a smettere di piangere.
Francesco dopo quel confronto doloroso e il rifiuto ritornò nella sua villetta in campagna, accese il grande caminetto e si mise sul divano per guardare quelle vecchie foto che gli provocarono una serie di emozioni. Era molto deluso dal suo comportamento e si dava tutte le colpe per quello che era successo a Giulia. Dopo quella giornata, Francesco decide di riconquistarla, e di riavere la sua fiducia e il suo perdono.
Cercò in tutti i modi di rincontrarla ma senza nessun riscontro, dopo quel giorno lei era sparita, come se si fosse dispersa nel nulla. Quella sera si mise a piovere così forte che diedero l’allerta meteo e si consigliava di rimanere chiusi in casa. Francesco allora si coricò presto e senza consumare la cena. Si addormentò e fece un sogno che lo riportò nel passato. Vide sua moglie in agonia per la sua malattia, poi la morte e infine l’abbandono di quel piccolo fagotto di innocenza davanti a quel grande portone dell’orfanotrofio. Si svegliò tutto ad un tratto, con il cuore in gola, e le goccioline di sudore che gli scendevano dalla fronte. Dopo quell’incubo pieno di tristezza e di malinconia pensava che questa volta doveva essere un uomo diverso con Giulia, decisamente un uomo migliore.
Dopo due mesi di ricerche senza alcun risultato, passeggiando per le vie del parco vide una bellissima ragazza, con dei bei capelli lunghi e un fisico perfetto e si fermò a guardarla. Si stropicciò gli occhi con le mani e la riconobbe, era proprio lei, Giulia. Io lo guardo e sorrido, a quel punto lui mi corse incontro, mi abbraccia e mi dice con le lacrime agli occhi:” Figlia mia, perdonami per quello che ho fatto, dammi una seconda possibilità, sarò un padre migliore e ti terrò la mano durante la tua malattia.” Io lo guardo anche io commossa e con lo sguardo pieno di gioia gli dico:” Papà stai tranquillo, io sono guarita ma spero che mi terrai comunque la mano per il resto della mia vita.” Non bastarono parole dopo quella bellissima dichiarazione, infatti ci fissammo per poi chiuderci in un lungo abbraccio.
Restiamo lì in silenzio, senza battere ciglio e poi tutto d’un tratto Francesco mi dice:” Giulia, sei proprio tu?” Io con un soffio di voce rispondo: ”Si!” Non aggiungo altro. Lui resta lì a fissarmi, senza capire perché proprio a me era capitata “quella cosa”. Si proprio così la definiva, anche perché non aveva la forza per accettare quel destino crudele.
Io mi sento soffocare da quello sguardo di pietà e compassione e decido di andarmene, ma lui mi afferra per un braccio e mi dice:” No! Ti prego non andartene… scusami se continuo a fissarti, ma per favore dammi una seconda possibilità. Che ne dici se ci andassimo a prendere una bella tazza di cioccolata calda?” Io lo guardo e il mio sguardo diventa ancora più cupo e con voce decisa gli rispondo:” No, ho cose più importanti da fare.” E con aria di indifferenza me ne vado senza girarmi per un ultima volta. Ma dopo aver fatto la curva, io mi metto a piangere e incomincio a correre verso il mio appartamento. Chi volevo prendere in giro? So che dovevo tornare a casa per poi recarmi in ospedale e sottopormi alla chemioterapia giornaliera poiché la leucemia stava rispondendo positivamente e non posso saltarla nemmeno un giorno. Solo che quell’incontro mi ha turbata e non riuscivo a smettere di piangere.
Francesco dopo quel confronto doloroso e il rifiuto ritornò nella sua villetta in campagna, accese il grande caminetto e si mise sul divano per guardare quelle vecchie foto che gli provocarono una serie di emozioni. Era molto deluso dal suo comportamento e si dava tutte le colpe per quello che era successo a Giulia. Dopo quella giornata, Francesco decide di riconquistarla, e di riavere la sua fiducia e il suo perdono.
Cercò in tutti i modi di rincontrarla ma senza nessun riscontro, dopo quel giorno lei era sparita, come se si fosse dispersa nel nulla. Quella sera si mise a piovere così forte che diedero l’allerta meteo e si consigliava di rimanere chiusi in casa. Francesco allora si coricò presto e senza consumare la cena. Si addormentò e fece un sogno che lo riportò nel passato. Vide sua moglie in agonia per la sua malattia, poi la morte e infine l’abbandono di quel piccolo fagotto di innocenza davanti a quel grande portone dell’orfanotrofio. Si svegliò tutto ad un tratto, con il cuore in gola, e le goccioline di sudore che gli scendevano dalla fronte. Dopo quell’incubo pieno di tristezza e di malinconia pensava che questa volta doveva essere un uomo diverso con Giulia, decisamente un uomo migliore.
Dopo due mesi di ricerche senza alcun risultato, passeggiando per le vie del parco vide una bellissima ragazza, con dei bei capelli lunghi e un fisico perfetto e si fermò a guardarla. Si stropicciò gli occhi con le mani e la riconobbe, era proprio lei, Giulia. Io lo guardo e sorrido, a quel punto lui mi corse incontro, mi abbraccia e mi dice con le lacrime agli occhi:” Figlia mia, perdonami per quello che ho fatto, dammi una seconda possibilità, sarò un padre migliore e ti terrò la mano durante la tua malattia.” Io lo guardo anche io commossa e con lo sguardo pieno di gioia gli dico:” Papà stai tranquillo, io sono guarita ma spero che mi terrai comunque la mano per il resto della mia vita.” Non bastarono parole dopo quella bellissima dichiarazione, infatti ci fissammo per poi chiuderci in un lungo abbraccio.
Scrittura creativa scritta il 10/12/2018 - 19:52
Da Gloria Verdi
Letta n.1257 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Vi ringrazio molto dei vostri commenti e letture
Gloria Verdi 16/12/2018 - 19:01
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Scrittura emozionante, complimenti Gloria!
Grazia Giuliani 16/12/2018 - 16:14
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Brava Gloria bella scrittura e racconto emozionante!
Francesca B 13/12/2018 - 09:13
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Concordo con Anna.
Una bella scrittura, di facile lettura nonostante il tema trattato.
Benvenuta anche da parte mia.
Un saluto
Una bella scrittura, di facile lettura nonostante il tema trattato.
Benvenuta anche da parte mia.
Un saluto
Loris Marcato 11/12/2018 - 08:01
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Complimenti alla giovanissima autrice, una scrittura semplice e fresca con una storia importante.Brava Gloria e benvenuta ad OS.
Anna Rossi 11/12/2018 - 07:46
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