Fermata Borgo sud
Stringe un libro, e continua a leggere…
Nessuno fuori dalla piccola stazione dei pullman nella frenesia si accorge di un sorriso nascosto che guarda fuori dal finestrino… forse immagina che l’autobus viaggerà fin dove qualcuno l’aspetta.
Fin dove sa già che non andrà mai. Finché non si ferma.
I passeggeri scendono in maniera convulsa, chi con la testa nel giornale, i più con lo smartphone in mano. Due ragazzini con lo zucchero filato fanno a gara per fare i cerchi nell’acqua, e ci fanno queste nuvole che stanotte non vogliono smettere di piovere. Un altro salta nella pozzanghera e il padre lo sgrida. Lei li guarda e pensa che è così che si smette di essere bambini.
Un uomo stretto nell’impermeabile si avvicina ad una piccola pozza senza paura di sporcarsi, e da sotto il cappello giocandoci dentro riesce pure a vederci il cielo.
Forse i problemi di questa nostra epoca sono iniziati quando abbiamo smesso di saltare nelle pozzanghere e ci siamo preoccupati di non bagnarci i piedi, sembra pensare ancora lei dietro un sorriso ora appena abbozzato in un tailleur anche lui abbozzato che fa quasi tenerezza.
Fuori dalla finestra della stanza due angeli con sagome inzuppate di cartapesta e piume di cartoncino colorate sulle spalle salutano con la mano la signora con il gatto e fanno ritorno alla bancarella delle frittelle. Lei sembra pensare che come il destino o la casualità incrociano vite in una fermata degli autobus, così la pioggia si è rovesciata sulla festa senza il preavviso di un tuono...
(dalla raccolta Su di un piede)
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Ti ringrazio di cuore