RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Un tuffo nel blu


Era un'estate che prometteva tempo bello e caldo,ideale per andare al mare e imparare a fare i tuffi nel porto di Campomarino.
Non possedevamo un'auto, ma il servizio dei pulman era molto efficace e in partenza ce n'era uno ogni ora.
Convincemmo la mamma a portarci e ci concedemmo una vacanza di una settimana.
Armati di ombrellone e di una sporta, contenente due asciugamano e i panini, cominciammo a fare i pendolari.
L'entusiasmo era alle stelle...Partivano alle 7,30 ogni mattina e facevamo rientro alle 20,00.
Dovevamo sfruttare ogni minuto che ci veniva concesso,per gustare la gioia di un bagno, nel mare azzurrissimo di Puglia .
La distesa di sabbia era immensa e sulle dune crescevano dei rampicanti,che avevano dei bellissimi fiori fucsia. Era uno spettacolo impagabile!
Non avevamo creme solari, come si usa adesso, per proteggere la pelle dai raggi ultravioletti del sole, perciò, già dal primo giorno, l'eritema solare ci scotto' e la nostra pelle si ricoprì di bolle.
Con stoic... (continua)

Teresa Peluso 01/07/2023 - 23:33
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Un tuffo nel presente


Un tuffo nel presente.

Oggi, invece sono precipitato all’indietro di 40 anni e oltre.
Che bello era incontrarsi di nascosto .
Quei baci vogliosi quasi a screpolare le labbra.
Scambiati sotto un porticato, dietro l’ultima colonna al buio.
Dati oppure in un portone dove, al minimo rumore,
ci si atteggiava in discorsi promettenti.
Le guance rosse e i capelli, allora rigogliosi , tutti arruffati,
ed un cuore che sorrideva e batteva forte.
Certo che un bacio era veramente tanto.
Il pudore .

Anche fumare una sigaretta aveva un altro sapore.
Tutti su una panchina a divorare l’ultima cicca.
Fumavano un tiro per uno.
Ci passavamo la sigaretta e non certo il fumo.
Non c’erano i soldi . La pizzetta dell’amico finiva sempre
in più stomaci e qualche volta ci scappava la partita al flipper o biliardino.
La semplicità.

Il furbetto che di tanto in tanto si infiltrava nel gruppo
veniva subito adocchiato.
Se qualcuno infastidiva l’amico dieci amici pronti ad intervenire.
Lo... (continua)


luciano rosario capaldo 14/04/2015 - 11:29
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Un'altra vita...un'altra storia


Un’altra vita, un’altra storia... mi sembrano secoli fa quando ti sentivo arrivare con la panda e con l'aria di chi ha vissuto abbastanza per saperne di più.
Entravi in casa e mi chiedevi un caffè, versato nel solito bicchierino.Ti osservavo mentre lentamente lo sorseggiavi, il viso solcato dalla vita, ti raccontava. E d'improvviso mi era parso che il tuo sguardo fosse attraversato da un ricordo dolce e tenero e che il tempo per un attimo solo si fosse fermato.
E sei rimasto lì, nella mia mente ad accompagnarmi in questo breve viaggio che mi separa da te.... (continua)

Anna Rossi 28/09/2023 - 03:25
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un'esile ed inutile lei


La vita è un sogno, che quando meno te lo aspetti si dissolve nel nulla, ma non al risveglio, bensì quando ci si addormenta. Alcuni sogni si trasformano in incubi, altri invece vorresti che non finissero mai. Alcuni sono strani e bizzarri, di quelli di cui poi te ne chiedi il senso. Poi alle volte ti capita che certi sogni si avverino proprio nel momento in cui hai perso le speranze. E, infine, ci sono quelli che non ti ricordi di aver mai sognato. Inutili. Benché tu possa fare del tuo meglio per ricordarteli essi non riaffiorano alla mente, né riuscirai mai a capirne l’origine. Quest’ultimo è il sogno dell’uomo di cui vi voglio parlare, o meglio voglio narrarvi della sua chiave.
Me lo ha chiesto lei di farlo. Appesa in una ridicola spirale tra tante altre chiavi, ognuna con la sua storia: vecchi bauli pieni di oggetti simili a quelli che si trovano spesso la domenica sulle bancarelle dell’antiquariato sotto i portici di mattoni rossi, qualcuna di quelle invece apriva i grandi lucchet... (continua)

Sara Toffaldano 03/05/2015 - 00:30
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Una chitarra a freccia


UNA CHITARRA A FRECCIA


Novembre 1966. Una triste serata d’autunno.
Pioveva a dirotto.
Giuseppe udì sbattere la porta d’ingresso: uno di quei rumori domestici, fastidiosi, che tra l’altro avevano il potere di ridurre la già scarsa concentrazione nello studio.
Emerse dalla sua versione di latino e si lasciò andare contro lo schienale della sedia, sbuffando.
- Insomma, Lorenzo! – rimproverava in quel momento la mamma, intenta a preparare la cena. – Devi sempre essere scambiato per un plotone di bersaglieri, quando entri?
Fece seguito un urlo, come quello di Tarzan quando si lancia appeso a una liana.
Giuseppe balzò in piedi. Questo era troppo, non si poteva stare tranquilli in quella benedetta casa. Nel momento che usciva dall’angusta cameretta, urtò contro il fratello.
Lorenzo era eccitatissimo.
- Ma che diavolo…- fece Giuseppe, al colmo dell’irritazione.
- Ce l’ho fatta, Giuse. Vieni a vedere che roba! - Lo trascinò c... (continua)


Giuseppe Novellino 14/03/2016 - 19:20
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Una strana storia


“Allora sei mio padre!”
Risuonarono nella stanza dell’ufficio le sue parole dette quasi sussurrando ma che erano ampliate dalla loro pesantezza.
Era arrivato il momento temuto e atteso da troppi anni.
Non erano le sue parole di rabbia ma di scoperta mista di contrastanti sentimenti; era una ragazza di diciannove anni, somigliante alla madre da giovane anche nel modo di essere – a quello che mi apparve alla prima impressione - i capelli lisci con la divisa nel mezzo non lunghi e non corti, il trucco un po’ pesante da anni settanta che contrastava con gli occhi verdi nei quali mi scorsi. Furono pochi secondi prima che si allontanasse senza dire altro e senza che avessi il tempo di reagire a quella frase.
Era davvero molto simile per il resto a sua madre conosciuta quarant’anni prima, alla fine degli anni ottanta, quando ci conoscemmo in un gruppo di amici che si ritrovavano per passare il loro tempo libero in una stradina alberata della periferia della città nelle ore che precedeva... (continua)

Beppe Billi 27/09/2018 - 14:13
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Uno spogliarello fallito


Lucia era una bellissima ragazza del sud, dopo un’adolescenza a dir poco
difficile, i suoi genitori si erano separati che era una ancora una bambina.
Capelli castani, occhi neri e sguardo dolce, ma allo stesso tempo rivelatore di un’intelligenza fresca e veloce.
Siamo alla metà degli anni sessanta e Lucia all’età di circa vent’anni, con l’aiuto di un fratello della madre decise di trasferirsi al nord. Riuscì a trovare lavoro come cassiera presso un rinomato bar del posto, facendosi molto apprezzare dalla proprietaria anche affettivamente.
Un giorno entrò in quel bar un ragazzo che studiava nella vicina università, e caffè dopo caffè si innamorò pazzamente di quella bella morettina.
Dopo un po’Lucia ricambiò il suo amore e si fidanzò con Franco, colui che poi sarebbe diventato suo marito.
Lasciò il lavoro di cassiera per farne uno più tranquillo e riservato andando a lavorare in una lavanderia in collaborazione con altre due o tre ragazze, le quali avevano l’abitudine ogn... (continua)

santa scardino 04/09/2023 - 19:14
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Varenna


Lungo il lago di Como
di magiche vedute
ricordi d'un tempo passato
dove mi son rilassato.
Strade e viottoli da sogno
nel raccontarlo non mi vergogno.
Il ristorante in riva al lago
il ristoratore, non era un mago,
non sembra neanche vero,
lui era un mistero…
Faceva funzione di Sindaco
e barbiere, chiaramente
chiacchierone intelligente
sfruttando il suo mestiere.
Soggiorno da una vecchia
contessa russa
mi coccolava con ogni scusa.
Castel del vecchio
dove di fantasmi c'è n'erano
parecchio.
Ville e parchi particolari
dove con serate musicali
furono vacanze speciali.... (continua)

Francesco Cau 13/08/2021 - 20:42
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