RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

È tempo


E' tempo

Tu non ascolti interrompi il tuo incessante pensare frena il tuo rincorrerti non cercarti altrove calpestando te stesso ad ogni passo non rinnegare il tuo nome se non per rinascere in un nuovo sentiero in quel pertugio in quella fessura che hai ancora dimenticato di recidere ecco un soffio di luce un raggio di vento in un sospiro sale il profumo terreno di un meriggio di sole infinito interminabile intreccio di tronchi di alberi di rami e di radici in una visione remota le scoscese pendici s’infiamma il cielo Ascolta cos’è che oscura l’alba del tuo nascere? Lascia perdere il confusionare delle tue bramose intenzioni il confondersi tra voraci istinti e veraci tentazioni è presto ancora e già ti avventi in nebbiose voragini cullandoti su di una nube di specchi infranti noncurante ti lasci annegare nel di vetri pregiati di vetri soffiati di vetri spezzati il torbido mare e tu un vetro intatto una esile bottiglia di vino rosso con l’etichetta indosso assapori l’ebbrezza del tuo... (continua)


michaela gabriele 08/09/2015 - 10:53
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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E' NATALE OGNI VOLTA CHE...


Figliò, a pecchè chiagni, che è succiessu?
O’ sai che o’ core mio nun te po’ verè acussì.
Signò, scusami, o’ sacciu ca' nun aggia essere scuru scuru
Ma propriu ‘nge riescò.
Tu stai ppe nasce ma o’ munno nun te aspetta cchiù,
Chi corre e’ ca’ e chi scappa e’ la’, ma nisciuno sa aro’ va,
Tutti se gonfiàn' a vocca cu ‘nu saccu e' parole
Ma tenene o’ core a cchiù vacante rè tasche mie.
Signò, come aggia fa, io vurria ca’ a’ gentè
Se fermasse nnanze a ròtta Toja almeno ‘nu minuto,
Nun dico ca’ t’ hannò purtà l’incenso, ‘a mirra e l’oro
Ma almeno facèssene ‘na preghièr
Ppe chi vive miez a strada e more e famme e e’ friddo.
Se poi, qualcuno, chinàss a capa e resse ‘nu caucio all’orgoglio suo,
Perdonàss e’ cattiverie rò munno
E e’ vocè amare comm o’ fiele ca’ spezzàn’ o’ core,
Allora o’ travaglio da’ Mamma Toja fusse meno doloròs.
E quanti figli putessène sta cinque minute con i viecchi suoi
Che hannò jettat o’ sanghe na’ vita intera
Quànno nemmenu o’ pane ce steva ncopp... (continua)

Nunzio Ciccarelli 22/12/2017 - 13:55
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Ei, tu, ferma là…


Che spettacolo desolante era quello provocato da una delle più inquietanti tempeste che si ricordi. Acqua a cascate e vento a quattrocento all'ora hanno spazzato via alberi, macchine e case. Un numero indicibile di abitanti era rimasto ucciso dai corpi contundenti sollevati dal vento e scaraventati addosso a loro. Due concittadini camminavano pensosi e inorriditi tra le macerie lasciate dall'uragano. Sembravano portare sulle spalle le fatiche di decine di persone. Non era un paese sepolto, quello che i due esterrefatti abitanti del posto stavano fissando, ma solo detriti, rami spezzati, tegole dei tetti divelti dalla furia della natura ridotte in frantumi! Nessuno avrebbe detto che lì c’era un paese attivo solo mezz'ora prima!
Ed ora! Che cosa avrebbero fatto? Dov'erano i loro cari? Dov'era finita la loro bella casetta che altri avevano definito una bomboniera? Perché mai a loro era toccata quella sorte ben più amara?
Si sedettero sul terreno intriso d’acqua, si guardarono come ineb... (continua)

Marianna Bonno 10/10/2013 - 22:58
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equilibrista


È come su di una fune sottile l'equilibrio precario tenuto con tutte le dieci dita dei piedi. Ci si arrampica fino su in cima per il trepidio di guardare giù e vedere un salto impossibile da compiere, la scarica di adrenalina che prevede tutto il percorso da fare e il sangue che inizia a scorrere sempre più veloce, vene mai sentite prima iniziano a vibrare con il cuore come se fossero sempre state legate a lui.
E dopo la scarica la consapevolezza o pazzia Chiamala come vuoi, sono arrivata fino a qui quindi vado.
Un respiro profondo cercando di calmare i battiti, un sorriso finto stampato in faccia, come tutti gli animali da palcoscenico, si fa il primo passo.
Il bilanciere in mano che in teoria dovrebbe aiutarti ma in realtà pesa moltissimo, molto più di me; e solo lo sforzo di tenerlo con le braccia e non farlo crollare a terra già quello sembra un grande traguardo.
Davanti a me due metri di fune.
Al secondo passo arriva la folata di vento che ti togli un po' di equilibrio e sai... (continua)

piera sognante 06/03/2019 - 23:34
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Estati su\' di uno scoglio


Fermo la, su quel masso roccioso dove ora l'una ora l'altra sbattevano lievi onde con quel profumo di mare,di forza...
Nessuno era mai riuscito a penetrare fino in fondo al suo cuore eppure non era un uomo malvagio neppure asociale e ne altro, era semplicemente stufo e stanco...tanto stanco.
Nessuno si sorprendeva più a vederlo fra gli scogli, lui cieco fin dalla nascita da bambino fece in modo di imparare a memoria il tratto di strada e singole rocce che dalla spiaggia potevano condurlo fin là e dopo anni e anni, estati dopo estati riuscì nel suo intento, portandolo verso quel che per lui sembrava un altro mondo e ci poteva passare le ore senza annoiarsi.
Li immobile, senza sapere cosa provasse in quei momenti. Le false speranze di un eventuale guarigione per il recupero della vista dopo quattro anni lo distruggevano da dentro, era arrivato al limite decidendo cosi di prender tutte le speranze e gettarle in quel mare che quel giorno sembrava diventare sempre più irrequieto quando... (continua)

Cristina Del perugia 17/08/2017 - 19:17
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Faccia da Cereali


Un rumore sinistro, anzi un rumoraccio sulla destra dell'auto invita Giulia ad accostare vicino al marciapiede appena fuori dal paese. Aspetta pochi secondi seduta...
“No no no non mi dire che ho forato, ti prego no no!” scende gira intorno all'auto e la gomma appare appassita, ammosciata, dimenticata in frigo.
“Ho forato! Maremma...ora come faccio?”
Cellulare alla mano, telefona al marito
“Carlo, tesoro... mmm ho un problema all'auto”
“Non mi dire ...”
“No no tranquillo, la macchina va, non l'ho sbattuta, tutto a posto. Solo che...”
“Non mi dire che hai forato eh??!!!”
“ Eh non te lo dico però a guardare la gomma, a parte il rumoraccio se mi muovo, ma poi ha un brutto aspetto ecco, mi sembra un po' giù”
“ Giulia non mi dire che hai forato perché io non mi posso muovere ora, non me lo dire!!!”
“ Eh va be', non te lo dirò”.
Giulia attacca, guarda la ruota, di nuovo il cellulare. Chiama Giovanni, il suo amante.
“ Ciao amore... come stai?”
“Anima mia, sto lavorando e tu?”
“E... (continua)

Grazia Giuliani 18/06/2018 - 18:08
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Felice, di nome, di fatto


Ho conosciuto un bambino felice di vivere perché...il suo nome era, proprio, Felice.
E' raro in un essere umano che nome imposto dai genitori e modo di approccio alla vita coincidano in modo così fuori dal comune.
Era così, per Felice: un bambino, davvero, innamorato della vita, ma le sue origini presentavano un aspetto inquietante.
La madre si chiamava Gioia e morì due giorni dopo avere dato alla luce Felice.
Non le rimase, quando egli nacque, che il tempo di elevare questa preghiera al Signore:"Tu mi hai dato la gioia di vivere e di diventare madre; consegno, oggi, la mia vita nelle Tue mani ed affido mio figlio alla Tua protezione. Fa' che sia, sempre, davvero, felice ed un giorno conosca, davvero, la gioia della vita!"
Il Signore esaudì, così, la preghiera di Gioia e confidò a Felice, un giorno, il segreto di Gioia, sua madre.
Egli fu, da allora in poi, un bambino felice di vivere perché...... (continua)

Luca Lapi 12/06/2015 - 17:35
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