del potere regio e feste dorate.
Del castello e i suoi cavalieri,
delle mattine di sole e algide serate.
Di battaglie sofferte e delle spade levate,
per quei corpi mutilati di diverse fazioni,
ma pur con ferite dalle dame bendate,
ancor nei boschi, per dare lezioni.
Ma cantastorie e cantori non dicevan tutto,
la violenza del soldato al castello tornava,
la mano degli uomini aveva distrutto
quel che la donna ancora costruiva.
E infatti non disserro nulla,
al popolo che il potere sosteneva,
dell'aver violato il corpo stanco
di chi al castello lavorava.
Il sangue vergine macchiò il letto,
così come l'animo dei soldati,
capaci di sfuggire alla legge
ma dalla colpa per sempre perseguitati.
E dei suoi occhi azzurri non parlano,
non parlano dell'abuso di potere,
ma nel cuore loro sanno,
che la volontà e' spesso potere.
Ma il cuore tortura la mente
che ignava,ha il compito ingrato,
di tener all'oscuro la vicenda
e coprire per sempre il soldato.
E con il re che alla regina stringe mano,
il potere e' ora al sicuro,
i suoi occhi azzurri non vedono più
le ingiustizie del tempo lontano.
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