Piove ed è estate.
È il cielo,
Che si depura.
Io mi ci specchio
E mi rifletto.
Mi libero,
Sgombero,
Con le tende aperte
Non chiudo il rubinetto,
Lascio scorrere.
Gronda dentro me,
Sgocciola,
Ogni rugiada,
Mi disseta.
Con il mio dolore vi inondo,
Nel pianto,
Il viso mio è il mondo,
Chiaro e tondo.
È il cielo,
Che si depura.
Io mi ci specchio
E mi rifletto.
Mi libero,
Sgombero,
Con le tende aperte
Non chiudo il rubinetto,
Lascio scorrere.
Gronda dentro me,
Sgocciola,
Ogni rugiada,
Mi disseta.
Con il mio dolore vi inondo,
Nel pianto,
Il viso mio è il mondo,
Chiaro e tondo.
Opera scritta il 20/06/2015 - 18:47
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Commenti
Grazie mille ad entrambi.
Avete colto perfettamente il messaggio,
Un saluto
Avete colto perfettamente il messaggio,
Un saluto
Leonardo Gaspa 25/06/2015 - 20:19
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E' un pianto di dolore che viene verseggiato in modo esemplare usando una metafora meravigliosa; una pioggia estiva. Quasi ad indicare una estemporaneità che speriamo sia liberatoria. Un augurio.
Molto gradita
Molto gradita
luciano rosario capaldo 21/06/2015 - 13:16
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Mi piace questa pioggia... che depura da ogni scoria negativa....bravo Leonardo...complimenti. e buona domenica.
Maria Cimino 21/06/2015 - 12:33
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