Li stimo perché al di là della capacità sintattica, della tecnica ortografica, della complessità grammaticale, ci vogliono le palle per denudarsi delle proprie emozioni.
Li rispetto perché dare un contributo intimo al prossimo mettendoci la faccia non é mai semplice per nessuno.
Li ammiro a priori, anche se uno scritto può non piacermi, posso non trovarmici d'accordo o lo possa ritenere privo di significato.
Li stimo al di là di errori di battitura e di coniugazione, primo perché so andare oltre al verbo e scavare nel cuore di ció che leggo, secondo perché, nel caso proprio non mi piacciano o non me ne senta rappresentato, mi limito a terminare la lettura o a non seguirli, senza affossarli.
Tutto questo solo perché a me piace scrivere, e non perché io sia uno scrittore
-Anche se tutti ormai mi identificano cosí-
Chiunque abbia questa passione conosce la sacralità che si dà alle proprie emozioni e non le dovrebbe calpestare mai.
Perció a mio avviso chiunque faccia l'opposto non è degno della penna che ha tra le mani come non sarebbe degno nemmeno di una "Bic" presa al discount per scrivere la lista della spesa.
Concludo dicendo che:
"Il giorno che insulteró l'operato di una pagina o di uno "scrittore", sará opportuno che io posi la penna nel cassetto, perché insultando qualcuno per ciò che scrive insulterei questo passo del "tacito codice etico e morale dello scrittore", e perché sarebbe come insultare me stesso e ció in cui credo".
E comunque se mai lo faró, metteró nomi e cognomi
Daniel Bertuolo
Voto: | su 4 votanti |
e non farlo più.
Nadia