Alte si stendono,
le ciminiere.
Basse si posano,
le stanche ceneri.
Si posano sulla mia mano
e immagino.
Immagino e rivivo,
corse al parco con il sole sulla faccia;
immagino e rivivo,
pomeriggi passati a chiacchierare;
immagino e rivivo,
il valore famigliare di queste persone.
Ma queste persone,
ora son cenere,
ma queste persone,
ora si posano.
Si posano trasportarte
da un freddo vento,
che non fa cantare
le fronde degli alberi,
che non fa volare
in alto gli aquiloni.
È un freddo vento,
grigio come le ciminiere.
Tutte le divinità di questo pianeta,
hanno cessato di guardare per terra;
tutte le divinità di questo pianeta,
hanno sguazzato nel fango,
negli ultimi istanti di vita.
Tutte le divinità di questo pianeta,
hanno smesso di respirare.
In campi di morte,
con neri muri,
con aguzze recinzioni,
con alti camini,
con vuoti uomini,
Ammassati come bestie,
Ammassati come concime.
Un continuo fluire industriale,
frutto della peste moderna,
dove la bocca strilla
e gli occhi vedono tutto;
ma dove essa tace
e ci si dimentica di aver visto qualcosa.
Noi ora siamo gli eredi
di questo genocidio
e l'unica cosa che dovremmo fare,
è continuare a camminare,
con il capo basso,
cercando il giusto terreno,
per far crescere la Speranza.
le ciminiere.
Basse si posano,
le stanche ceneri.
Si posano sulla mia mano
e immagino.
Immagino e rivivo,
corse al parco con il sole sulla faccia;
immagino e rivivo,
pomeriggi passati a chiacchierare;
immagino e rivivo,
il valore famigliare di queste persone.
Ma queste persone,
ora son cenere,
ma queste persone,
ora si posano.
Si posano trasportarte
da un freddo vento,
che non fa cantare
le fronde degli alberi,
che non fa volare
in alto gli aquiloni.
È un freddo vento,
grigio come le ciminiere.
Tutte le divinità di questo pianeta,
hanno cessato di guardare per terra;
tutte le divinità di questo pianeta,
hanno sguazzato nel fango,
negli ultimi istanti di vita.
Tutte le divinità di questo pianeta,
hanno smesso di respirare.
In campi di morte,
con neri muri,
con aguzze recinzioni,
con alti camini,
con vuoti uomini,
Ammassati come bestie,
Ammassati come concime.
Un continuo fluire industriale,
frutto della peste moderna,
dove la bocca strilla
e gli occhi vedono tutto;
ma dove essa tace
e ci si dimentica di aver visto qualcosa.
Noi ora siamo gli eredi
di questo genocidio
e l'unica cosa che dovremmo fare,
è continuare a camminare,
con il capo basso,
cercando il giusto terreno,
per far crescere la Speranza.
Opera scritta il 05/11/2016 - 20:44
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Veramente molto bella...da far leggere a scuola, al posto di tante altre poesie meno ricche di ssignificato. Bravo
Paolo Mazzon 07/11/2016 - 07:30
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L'essere umano è così.
Non so se cambierà mai nulla.
Intanto la tua poesia è un grandissimo messaggio...con una chiusa stupenda
Ciao Martino a te una buona domenica
Maria Cimino 06/11/2016 - 09:26
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Già, l'uomo dimentica facilmente.
Bellissima poesia e bella la chiusa.
Buona domenica.
Bellissima poesia e bella la chiusa.
Buona domenica.
Loris Marcato 06/11/2016 - 09:00
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Un argomento dibattuto e doloroso.La storia insegna, ma l'uomo difficilmente impara e sorgono nuovo carnefici e nuovi dittatori. La sete del potere fa da padrona in questo mondo dedito dolo al guadagno, dove la fame continua ad imperare, nonostante le tonnellate di cibo ,che vengono trasformate in mangimi.... La gente muore ancora di fame, per il potete di pochi!
Teresa Peluso 06/11/2016 - 08:33
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