il Trentino e' un territorio con un appassionante storia alle spalle : tra guerre, carestie, decimazioni da malattie, e cosi via.
ma l' argomento certamente piu interessante sono i suoi castelli :
Da qualche settimana, la mia classe ha iniziato un progetto intitolato “Di castello in castello”, con lo scopo di far aumentare la nostra conoscenza storica e territoriale del Trentino.
La prima visita si è svolta al Castello di Rovereto il giorno 23 ottobre. Questa visita è stata quella che più mi ha colpito, perché mi ha mostrato, fra cunicoli, feritoie e varie linee di difesa, un lato del castello che ancora non conoscevo, pur avendolo visitato in passato molte volte.
All’inizio la guida ci ha spiegato come le tecniche di guerra ed i castelli stessi siano cambiati nei secoli, soprattutto in seguito alla scoperta e all’utilizzo della polvere da sparo, che comparve in Italia in età rinascimentale.
Ho appreso che, in età medievale, i castelli avevano mura esili e molto slanciate, perché il pericolo maggiore era che i soldati assedianti potessero scalarle per penetrare nella fortezza, mentre in età rinascimentale le mura furono modificate, e divennero più basse ma molto più robuste (in alcuni casi superavano i quattro metri di spessore) proprio perché c’era il pericolo che gli assedianti potessero farle crollare utilizzando i cannoni (che comunque erano armi molto imprecise e con una gittata ridotta, che sarebbe stata aumentata solo dopo l’introduzione delle canne a rigatura doppia).
Abbiamo notato che i castelli erano sempre edificati in posizione da poter controllare tutta la vallata sottostante. Il fatto di essere costruiti su delle alture ne rendeva più difficoltoso l’assalto da parte dei nemici.
Nei tre castelli che abbiamo visitato fin ora, Castel Beseno, Castello del Buonconsiglio e Castello di Rovereto, le fortezze avevano varie linee di difesa: enormi fossati che potevano essere improvvisamente riempiti di acqua, facendo così annegare cavalieri e fanti; terrapieni per rendere più difficile la perforazione delle mura; feritoie da cui i soldati potevano scagliare frecce e caditoie da cui venivano gettati oggetti come pietre o grandi pezzi di legno; robuste grate di ferro appuntite; e per finire possenti sbarramenti costituiti da un portone di legno molto spesso, solitamente ricoperto da lamine di ferro, che lo rendeva più solido e non facilmente infiammabile.
Nella visita al castello di Rovereto ho notato molti particolari curiosi, come il grande pozzo per disporre sempre di riserve di acqua, gli scalini che si salgono sempre con lo stesso piede, per intralciare i fanti, le caditoie poste sopra l’ingresso. Ma la cosa che mi ha colpito di più di questa fortezza sono state le torri con forme diverse, proprio perché costruite in epoche diverse: da quadrate, a tonde, e per finire, triangolari.
Anche al Castello del Buonconsiglio ho visto molte cose interessanti, come le meravigliose armature presenti in mostra, così belle e luccicanti che credevo fossero delle copie, ma che ho scoperto - con mio grande stupore - essere originali. In ogni sala ne erano esposte diverse, dalle più semplici, che servivano in battaglia, alle più sfarzose, usate nelle parate. La sala più suggestiva è stata quella in cui era presente una riproduzione della formazione ad istrice, che incuteva terrore anche se era composta da semplici manichini in ferro, muniti però di minacciose lance.
La sala più artistica si trova all’interno della Torre Aquila, dove sono conservati undici meravigliosi affreschi dell’ epoca (uno, marzo, purtroppo è andato perso in un incendio) rappresentanti la vita di nobili e contadini.
L’ ultima visita, ma non meno importante, si è svolta a Castel Beseno, il castello che domina la vallata dell’Adige. Di questa fortezza mi sono rimaste impresse le prigioni, l’antico forno per il pane che sembrava ancora profumare come secoli or sono, il prato destinato ai tornei, le numerose trappole e il camminamento di guardia, dove una volta i soldati facevano la ronda per scrutare l’orizzonte in cerca di eventuali pericoli.
In queste settimane ho appreso molte informazioni che ancora non conoscevo sulla storia del nostro territorio, e devo dire che il percorso mi ha permesso di apprezzare di più il paesaggio che lo caratterizza.
TEMA TRATTO DA : DOMIR, IL GIORNALINO DELLA SCUOLA ( E' STATA UNA MIA PUBBLICAZIONE PER UN COMPITO IN CLASSE,IVI IL TESTO E' AUTOPRODOTTO)
ma l' argomento certamente piu interessante sono i suoi castelli :
Da qualche settimana, la mia classe ha iniziato un progetto intitolato “Di castello in castello”, con lo scopo di far aumentare la nostra conoscenza storica e territoriale del Trentino.
La prima visita si è svolta al Castello di Rovereto il giorno 23 ottobre. Questa visita è stata quella che più mi ha colpito, perché mi ha mostrato, fra cunicoli, feritoie e varie linee di difesa, un lato del castello che ancora non conoscevo, pur avendolo visitato in passato molte volte.
All’inizio la guida ci ha spiegato come le tecniche di guerra ed i castelli stessi siano cambiati nei secoli, soprattutto in seguito alla scoperta e all’utilizzo della polvere da sparo, che comparve in Italia in età rinascimentale.
Ho appreso che, in età medievale, i castelli avevano mura esili e molto slanciate, perché il pericolo maggiore era che i soldati assedianti potessero scalarle per penetrare nella fortezza, mentre in età rinascimentale le mura furono modificate, e divennero più basse ma molto più robuste (in alcuni casi superavano i quattro metri di spessore) proprio perché c’era il pericolo che gli assedianti potessero farle crollare utilizzando i cannoni (che comunque erano armi molto imprecise e con una gittata ridotta, che sarebbe stata aumentata solo dopo l’introduzione delle canne a rigatura doppia).
Abbiamo notato che i castelli erano sempre edificati in posizione da poter controllare tutta la vallata sottostante. Il fatto di essere costruiti su delle alture ne rendeva più difficoltoso l’assalto da parte dei nemici.
Nei tre castelli che abbiamo visitato fin ora, Castel Beseno, Castello del Buonconsiglio e Castello di Rovereto, le fortezze avevano varie linee di difesa: enormi fossati che potevano essere improvvisamente riempiti di acqua, facendo così annegare cavalieri e fanti; terrapieni per rendere più difficile la perforazione delle mura; feritoie da cui i soldati potevano scagliare frecce e caditoie da cui venivano gettati oggetti come pietre o grandi pezzi di legno; robuste grate di ferro appuntite; e per finire possenti sbarramenti costituiti da un portone di legno molto spesso, solitamente ricoperto da lamine di ferro, che lo rendeva più solido e non facilmente infiammabile.
Nella visita al castello di Rovereto ho notato molti particolari curiosi, come il grande pozzo per disporre sempre di riserve di acqua, gli scalini che si salgono sempre con lo stesso piede, per intralciare i fanti, le caditoie poste sopra l’ingresso. Ma la cosa che mi ha colpito di più di questa fortezza sono state le torri con forme diverse, proprio perché costruite in epoche diverse: da quadrate, a tonde, e per finire, triangolari.
Anche al Castello del Buonconsiglio ho visto molte cose interessanti, come le meravigliose armature presenti in mostra, così belle e luccicanti che credevo fossero delle copie, ma che ho scoperto - con mio grande stupore - essere originali. In ogni sala ne erano esposte diverse, dalle più semplici, che servivano in battaglia, alle più sfarzose, usate nelle parate. La sala più suggestiva è stata quella in cui era presente una riproduzione della formazione ad istrice, che incuteva terrore anche se era composta da semplici manichini in ferro, muniti però di minacciose lance.
La sala più artistica si trova all’interno della Torre Aquila, dove sono conservati undici meravigliosi affreschi dell’ epoca (uno, marzo, purtroppo è andato perso in un incendio) rappresentanti la vita di nobili e contadini.
L’ ultima visita, ma non meno importante, si è svolta a Castel Beseno, il castello che domina la vallata dell’Adige. Di questa fortezza mi sono rimaste impresse le prigioni, l’antico forno per il pane che sembrava ancora profumare come secoli or sono, il prato destinato ai tornei, le numerose trappole e il camminamento di guardia, dove una volta i soldati facevano la ronda per scrutare l’orizzonte in cerca di eventuali pericoli.
In queste settimane ho appreso molte informazioni che ancora non conoscevo sulla storia del nostro territorio, e devo dire che il percorso mi ha permesso di apprezzare di più il paesaggio che lo caratterizza.
TEMA TRATTO DA : DOMIR, IL GIORNALINO DELLA SCUOLA ( E' STATA UNA MIA PUBBLICAZIONE PER UN COMPITO IN CLASSE,IVI IL TESTO E' AUTOPRODOTTO)
Opera scritta il 09/02/2013 - 19:40
Letta n.1377 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Bella descrizione... Incuriosisci il lettore e lo fai viaggiare in quelle terre che profumano di antico. Molto bella.
Betty Comba 21/02/2013 - 23:41
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Bella descrizione... Incuriosisci il lettore e lo fai viaggiare in quelle terre che profumano di antico. Molto bella.
Betty Comba 21/02/2013 - 23:41
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molto bravo: adesso so qualcosa in più anche io.ciao
Claretta Frau 10/02/2013 - 14:50
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