Parto Cesareo
La neonata Greta, appena venuta alla luce ha paura, si tratta di una forma di timore che ha poco a che vedere col significato comune del termine, ma esiste ed è presente sin dai primi giorni di vita per tutti i neonati. E la mia piccola nipotina non è immune da questa consuetudine comportamentale, l’angoscia la responsabile di alcuni degli inspiegabili pianti della piccina ed è sempre la paura (in questo caso legata al terrore dell’abbandono) che spinge la piccola ad attaccarsi al seno materno cercando sì il cibo, ma inteso come forma di sostentamento e continuazione della vita. Si tratta di un’angoscia atavica più o meno proporzionale al riscontro che Greta trova con la madre, perno centrale intorno al quale ruota tutta la sua esistenza, ed è proprio da Giusy che la piccina teme di essere abbandonata. Greta piange per attirare su di lei l’attenzione. Il suo è un grido che serve da campanello d’allarme per Giusy, affinché la faccia sentire protetta e al sicuro. Lasciare che un bimba molto piccola pianga e gridi per ore è sbagliato perché non fa altro che accentuare il suo senso di solitudine. Il pianto, infatti, è per i neonati una forma di linguaggio utilizzato per esprimere un disagio (fame, sonno, paura, pannolino sporco) e va ascoltato e capito. Tapparsi le orecchie significa non darle valore e non sentirsi amata, che implicherebbe delle conseguenze per la sua crescita evolutiva. I neonati sognano anche se, come è ovvio, non è possibile avere informazioni sui contenuti di questa attività onirica, vista l’impossibilità dei piccolissimi di utilizzare il linguaggio e, quindi, di raccontarla. Durante una visita a casa di mia figlia Giusy, sono rimasto rapito dalle innumerevoli faccine di Greta durante il sonno e su ognuna di essa ho incominciato a fantasticare, tenendo ben presente che il pianto e il sorriso sono le prime modalità di comunicazione con cui Greta può manifestare il suo stato emotivo di piacere o di sofferenza. Guardando le espressioni del suo volto mentre dormiva ho potuto percepire emozioni e sensazioni fondamentali quali gioia, tristezza, paura, stupore, collera e disgusto.
È certo che la mia nipotina, ha una grande attività cerebrale e rielabora le emozioni avvertite durante lo stato di veglia e riviva le sensazioni provate da sveglia sia di disagio (legate, per esempio, al contatto con il pannolino sporco) sia di piacere (dovute, per esempio, alla suzione dal seno). Non è vero che se, nel sonno, simula con la bocca il movimento della suzione, ha fame. Il gesto è comune a tutti i neonati ed è tipico di una determinata fase del sonno. Greta sorride in genere durante il sonno (nella fase REM ), in risposta a stimoli interni , esprimendo così uno stato di benessere; questo primo sorriso endogeno attrae la mia attenzione e cerco di attribuirgli un significato specifico. Bene fanno la madre e il padre a rispondere al sorriso di Greta rinforzandolo a loro volta con reciproci sorrisi ed espressioni verbali , stimolando a una interazione viso a viso, che attratto in modo innato dalla configurazione percettiva del volto umano, occhi -naso - bocca , impara a rispondere alle sollecitazioni dei genitori. Bene fa mia figlia a strutturare i primi dialoghi piccina - madre attraverso una comunicazione non verbale, costituita da messaggi veicolati prevalentemente dalle espressioni del volto, per una perfetta sintonia emotiva e affettiva, che influenzerà l'adattamento, l'esperienza ed il comportamento sociale di Greta. Ho letto, che recenti studi scientifici hanno dimostrato che si comincia a sognare già nel grembo materno, intorno alla ventitreesima settimana. All’interno dell’utero materno, infatti, vengono percepiti suoni quali la voce della mamma, sensazioni tattili, olfattive e gustative legate alla mamma. Sognare è molto importante sia per la bimba che per il feto. Con il sogno, Greta crea una realtà virtuale che la prepara a comprendere la sua realtà in stato di veglia anticipandone le immagini, i suoni e le emozioni. Si può parlare di una sorta di coscienza primaria che le permette di nascere con un sapere già utile per le successive fasi di crescita. Secondo molti studiosi il sogno potrebbe contribuire a consolidare la memoria visiva e linguistica garantendo così una serie di apprendimenti per la crescita. Il sogno serve a riordinare e comprendere meglio la realtà, talvolta ridimensionando le paure. E’ quindi naturale che la piccola esprima tutte queste sensazioni quando la realtà esterna tace e non ci sono stimoli che la possano distrarre dall’interpretazione di quanto sta vivendo. Non bisogna quindi spaventarsi se scoppia a piangere, ma bisogna consolarla con serenità e dolcezza. Ricordo quella telefonata di mia figlia del 23 febbraio 2017, alle ore 6.45, che mi annunciava la nascita di Greta, mediante il parto cesareo. Hanno tentato a tutti i costi di farla partorire normalmente, ma nonostante il travaglio; si sono accorti che il cordone ombelicale si è attorcigliato al collo della piccina e sono stati costretti al taglio cesareo, che consiste nell'intervento per mezzo del quale si estrae il feto dall'utero, attraverso una incisione della parete addominale (laparotomia) e dell'utero stesso (isterotomia). Facciamo un passo indietro, Giusy ruppe le acque all’alba di domenica 19 febbraio e Davide (suo compagno e convivente) tempestivamente l’accompagna all’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino e al reparto ginecologia e ostetricia, decidono di ricoverarla; tenendola sotto osservazione per la perdita del liquido amniotico e farle tutti i tracciati del caso. Inutile dirvi tutti i giorni e le sere, io e la mamma eravamo al suo capezzale ansiosi per la nascita di Greta. Ritorniamo al fatidico 23 febbraio, mi riferisce anche l’ora del parto: alle ore 2.55. Mi precipito in fretta e furia all’ospedale con mio figlio e dietro insistenza riesco a parlare con mia figlia, che mi mette al corrente di ulteriori dettagli. Poi mi reco alla sala neonatale, busso al citofono e mi risponde una infermiere, che dopo aver spiegato chi ero e cosa volevo, mi chiese di attendere e appena c’erano le condizioni ideali, avrebbe acconsentito alla mia richiesta di vedere Greta. Infatti dopo breve tempo, che per me sembrava un’eternità, mi hanno fatto entrare e per la prima volta, ho visto la piccina nell’incubatrice. La puericultrice, su mia richiesta, m’informa che l’indice di Agpar è ottimo (10); i parametri di riferimento considerati dall’indice sono 5: battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose (ovvero il rivestimento interno) di bocca e unghie. In pratica, si tratta di una sorta di “pagella” indicativa delle condizioni di salute e della capacità di adattamento all’ambiente esterno del neonato. Il peso di 3,420 Kg e la lunghezza di 55 cm; ringraziata l’infermiera abilitata all'assistenza dei neonati, per le informazioni sullo stato di salute e della tabella di peso e crescita, il mio unico pensiero è concentrato tutto su Greta. Non so descrivere il groviglio di emozioni, per quella sensazione d'infinita commozione, alla vista di quella creaturina celestiale, che mi era davanti e che non riuscivo a distogliere lo sguardo fino al momento d’uscire. Non riuscivo a capacitarmi di essere nonno, non avevo realizzato del grande dono fattomi da mia figlia Giusy; ero completamente confuso, ma irradiato di una felicità incommensurabile. Diversa dalla prima volta, quando appresi, che sarei diventato nonno; vicina ma non paragonabile a quello di esserlo! Ripresomi ho avvertito mia moglie sul luogo di lavoro e mi sono recato sul posto per prelevarla e ritornare all’ospedale; affinché lei potesse sincerarsi delle condizioni di salute di Giusy e Greta.
È certo che la mia nipotina, ha una grande attività cerebrale e rielabora le emozioni avvertite durante lo stato di veglia e riviva le sensazioni provate da sveglia sia di disagio (legate, per esempio, al contatto con il pannolino sporco) sia di piacere (dovute, per esempio, alla suzione dal seno). Non è vero che se, nel sonno, simula con la bocca il movimento della suzione, ha fame. Il gesto è comune a tutti i neonati ed è tipico di una determinata fase del sonno. Greta sorride in genere durante il sonno (nella fase REM ), in risposta a stimoli interni , esprimendo così uno stato di benessere; questo primo sorriso endogeno attrae la mia attenzione e cerco di attribuirgli un significato specifico. Bene fanno la madre e il padre a rispondere al sorriso di Greta rinforzandolo a loro volta con reciproci sorrisi ed espressioni verbali , stimolando a una interazione viso a viso, che attratto in modo innato dalla configurazione percettiva del volto umano, occhi -naso - bocca , impara a rispondere alle sollecitazioni dei genitori. Bene fa mia figlia a strutturare i primi dialoghi piccina - madre attraverso una comunicazione non verbale, costituita da messaggi veicolati prevalentemente dalle espressioni del volto, per una perfetta sintonia emotiva e affettiva, che influenzerà l'adattamento, l'esperienza ed il comportamento sociale di Greta. Ho letto, che recenti studi scientifici hanno dimostrato che si comincia a sognare già nel grembo materno, intorno alla ventitreesima settimana. All’interno dell’utero materno, infatti, vengono percepiti suoni quali la voce della mamma, sensazioni tattili, olfattive e gustative legate alla mamma. Sognare è molto importante sia per la bimba che per il feto. Con il sogno, Greta crea una realtà virtuale che la prepara a comprendere la sua realtà in stato di veglia anticipandone le immagini, i suoni e le emozioni. Si può parlare di una sorta di coscienza primaria che le permette di nascere con un sapere già utile per le successive fasi di crescita. Secondo molti studiosi il sogno potrebbe contribuire a consolidare la memoria visiva e linguistica garantendo così una serie di apprendimenti per la crescita. Il sogno serve a riordinare e comprendere meglio la realtà, talvolta ridimensionando le paure. E’ quindi naturale che la piccola esprima tutte queste sensazioni quando la realtà esterna tace e non ci sono stimoli che la possano distrarre dall’interpretazione di quanto sta vivendo. Non bisogna quindi spaventarsi se scoppia a piangere, ma bisogna consolarla con serenità e dolcezza. Ricordo quella telefonata di mia figlia del 23 febbraio 2017, alle ore 6.45, che mi annunciava la nascita di Greta, mediante il parto cesareo. Hanno tentato a tutti i costi di farla partorire normalmente, ma nonostante il travaglio; si sono accorti che il cordone ombelicale si è attorcigliato al collo della piccina e sono stati costretti al taglio cesareo, che consiste nell'intervento per mezzo del quale si estrae il feto dall'utero, attraverso una incisione della parete addominale (laparotomia) e dell'utero stesso (isterotomia). Facciamo un passo indietro, Giusy ruppe le acque all’alba di domenica 19 febbraio e Davide (suo compagno e convivente) tempestivamente l’accompagna all’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino e al reparto ginecologia e ostetricia, decidono di ricoverarla; tenendola sotto osservazione per la perdita del liquido amniotico e farle tutti i tracciati del caso. Inutile dirvi tutti i giorni e le sere, io e la mamma eravamo al suo capezzale ansiosi per la nascita di Greta. Ritorniamo al fatidico 23 febbraio, mi riferisce anche l’ora del parto: alle ore 2.55. Mi precipito in fretta e furia all’ospedale con mio figlio e dietro insistenza riesco a parlare con mia figlia, che mi mette al corrente di ulteriori dettagli. Poi mi reco alla sala neonatale, busso al citofono e mi risponde una infermiere, che dopo aver spiegato chi ero e cosa volevo, mi chiese di attendere e appena c’erano le condizioni ideali, avrebbe acconsentito alla mia richiesta di vedere Greta. Infatti dopo breve tempo, che per me sembrava un’eternità, mi hanno fatto entrare e per la prima volta, ho visto la piccina nell’incubatrice. La puericultrice, su mia richiesta, m’informa che l’indice di Agpar è ottimo (10); i parametri di riferimento considerati dall’indice sono 5: battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose (ovvero il rivestimento interno) di bocca e unghie. In pratica, si tratta di una sorta di “pagella” indicativa delle condizioni di salute e della capacità di adattamento all’ambiente esterno del neonato. Il peso di 3,420 Kg e la lunghezza di 55 cm; ringraziata l’infermiera abilitata all'assistenza dei neonati, per le informazioni sullo stato di salute e della tabella di peso e crescita, il mio unico pensiero è concentrato tutto su Greta. Non so descrivere il groviglio di emozioni, per quella sensazione d'infinita commozione, alla vista di quella creaturina celestiale, che mi era davanti e che non riuscivo a distogliere lo sguardo fino al momento d’uscire. Non riuscivo a capacitarmi di essere nonno, non avevo realizzato del grande dono fattomi da mia figlia Giusy; ero completamente confuso, ma irradiato di una felicità incommensurabile. Diversa dalla prima volta, quando appresi, che sarei diventato nonno; vicina ma non paragonabile a quello di esserlo! Ripresomi ho avvertito mia moglie sul luogo di lavoro e mi sono recato sul posto per prelevarla e ritornare all’ospedale; affinché lei potesse sincerarsi delle condizioni di salute di Giusy e Greta.
Opera scritta il 11/03/2017 - 17:09
Da Savino Spina
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Commenti
Riporto il commmento sul Gruppo Benessere Obiettivo Salute di Oreste Albarano: "Grazie Savino per aver voluto condividere con noi, attraverso lo scorrere fluente delle tue parole, la tua gioia e le tue emozioni per essere diventato nonno. Naturlalmente, anche in questo caso, sottolineo come, nel margine di spazio della forma racconto, riesci brillantemente a trasmettere pillole di educazione sanitaria in neonatalogia (le signore in dolce attesa lo leggano) e richiami sulla neurofisiologia del sogno. Se si considera che il tutto è sapientemente miscelato alle emozioni per una vita che nasce e che rende felici i membri di una famiglia bella come la tua non ci rimane che complimentarci con il più benvoluto "nonno scrittore" del nostro gruppo. Benvenuta Greta. Auguri nonno Savino". Ringrazio Oreste (Dirigente Medico presso ASL NAPOLI 1 CENTRO) per le belle parole, ma soprattutto per aver raggiunto lo scopo di essere riuscito a veicolare il mio messaggio.
Savino Spina 12/03/2017 - 09:24
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Certamente no Savino,c'è molto altro,ci sono emozioni,sensazioni che non si possono liquidare con due parole.Mi sono soffermata solo sull'evento meraviglioso in sé. Di nuovo complimenti
Anna Rossi 12/03/2017 - 03:07
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Julio Cortázar, usando una metafora presa in prestito dalla boxe, diceva che "il romanzo vince per punti e il racconto per K.O". Anna se a te è arrivato solo quello che hai scritto, evidentemente ho sbagliato qualcosa? Io amo documentarmi, per dare maggiore informazioni sull'argomento trattato dal racconto e l'indice di Agpar ne è la dimostrazione. Uso le mie riflessioni personali come espediente da usare, perché le trovo a metà fra la narrazione e il dialogo. È un dialogo interiore che mi permette di entrare nella storia che intendo raccontare e capirla meglio, ma soprattutto creare un'affinità e una connessione fra racconto e lettore. Non intesa esclusivamente dal mio punto di vista, ma che dia spunti di riflessione a sua volta!
Savino Spina 12/03/2017 - 00:14
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Hai fatto una dettagliata descrizione dei vari atteggiamenti che ha un neonato fin dai primi giorni di vita e soprattutto dei suoi bisogni primari quali la vicinanza costante della mamma...essenziale per una futuro più sereno. Sono tutte esperienze che ho vissuto in prima persona,essendo mamma di 4 figli...compreso i 4 cesarei...complimenti nonno per la tua preparazione...ciao
Anna Rossi 11/03/2017 - 20:34
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