Mentre mi stropiccio gli occhi con le dita, riesco a liberarli dallo strato di polvere.
Allontano le mani dal viso per capire cosa le rende così umide.
Con il naso mi pare di riconoscere l'odore, ma non collego fino a che non le vedo coperte di sangue.
Le guardo, le giro, muovo le dita e cerco di ricordare.
Intorno c'è un gran polverone che fatica a depositarsi a terra.
Non so cosa succede, non so perché sono qui.
Non so dove sono.
La luce bianca è sporcata dal grigio di questa polvere che odora d'incenso e legno bruciato.
La sento attaccarsi in gola e per un secondo mi chiedo se non mi debba spostare.
Ma dove sono? Dove vado, in che direzione?
Faccio un paio di passi a sinistra ed inciampo su qualcosa di morbido. Una persona a terra. Provo a chinarmi per capire chi è, come sta, ma appena mi accovaccio per provare a muovere quel corpo, mi accorgo che non sono in grado di toccare nulla. Le mie mani attraversano la materia e non so più se sono io ad essere impalpabile.
Sono circondata dal solo silenzio e dalla polvere, in compagnia di quel corpo che non riesco ad identificare, perché non sono più materia.
Incredibile però, comincio a percepirmi come vapore, inizio a sentire che mi sto dissolvendo e la cosa non mi turba. Volatile, leggera, dai piedi comincio a vedere altra polvere. I miei piedi sono polvere ed il processo sale, somiglia ad un formicolio lieve che prima corre attraverso le vene e poi polverizza il corpo.
Mi chiedo cosa mi rimane da fare, cosa non ho detto, quanto resta alla fine di questo mio dissolvermi e come sarà quando arriverà al petto, nei polmoni e poi al cranio.
Ma mentre mi dissolvo in questa nube comincio a sentire la beatitudine di non aver perso nulla.
Il mio corpo, i pensieri, il respiro, la volontà di muovermi non contano più. Conta solo il silenzio e in esso sento pace e riesco a toccare la fine.
Allontano le mani dal viso per capire cosa le rende così umide.
Con il naso mi pare di riconoscere l'odore, ma non collego fino a che non le vedo coperte di sangue.
Le guardo, le giro, muovo le dita e cerco di ricordare.
Intorno c'è un gran polverone che fatica a depositarsi a terra.
Non so cosa succede, non so perché sono qui.
Non so dove sono.
La luce bianca è sporcata dal grigio di questa polvere che odora d'incenso e legno bruciato.
La sento attaccarsi in gola e per un secondo mi chiedo se non mi debba spostare.
Ma dove sono? Dove vado, in che direzione?
Faccio un paio di passi a sinistra ed inciampo su qualcosa di morbido. Una persona a terra. Provo a chinarmi per capire chi è, come sta, ma appena mi accovaccio per provare a muovere quel corpo, mi accorgo che non sono in grado di toccare nulla. Le mie mani attraversano la materia e non so più se sono io ad essere impalpabile.
Sono circondata dal solo silenzio e dalla polvere, in compagnia di quel corpo che non riesco ad identificare, perché non sono più materia.
Incredibile però, comincio a percepirmi come vapore, inizio a sentire che mi sto dissolvendo e la cosa non mi turba. Volatile, leggera, dai piedi comincio a vedere altra polvere. I miei piedi sono polvere ed il processo sale, somiglia ad un formicolio lieve che prima corre attraverso le vene e poi polverizza il corpo.
Mi chiedo cosa mi rimane da fare, cosa non ho detto, quanto resta alla fine di questo mio dissolvermi e come sarà quando arriverà al petto, nei polmoni e poi al cranio.
Ma mentre mi dissolvo in questa nube comincio a sentire la beatitudine di non aver perso nulla.
Il mio corpo, i pensieri, il respiro, la volontà di muovermi non contano più. Conta solo il silenzio e in esso sento pace e riesco a toccare la fine.
Opera scritta il 20/06/2017 - 22:17
Da ellis lio
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Commenti
Una lettura che nella sua essenzialità non dimentica di trasmettere un'emozione che si propaga.
Vincent Corbo 21/06/2017 - 08:59
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