Si dice che noi, essere umani, siamo animali sociali. Farò qualche considerazione sulla nostra “animalità”, prima che della “socialità”. Ma si può dire animalità? Non aggiungerò nulla di nuovo, in effetti, anche perché non ho molto tempo a disposizione per elaborare un ragionamento davvero articolato (a questo ci hanno già pensato tutti gli altri; diciamo da Aristotele in poi). Animalità, dal vocabolario Treccani: “l’essenza costitutiva dell’animale. Complesso delle qualità proprie della vita animale, per lo più in contrapposizione alle qualità spirituali proprie dell’uomo”.
Mi fa riflettere il concetto di contrapposizione, che emerge a base delle nostre convinzioni, che – secondo me - non tiene certamente in conto la sensibilità vera o presunta delle altre specie animali. Chi di noi sa con certezza cosa pensino gli altri animali? Ok, vabbè… forse questo è già troppo! Ahah
In ogni caso, il dubbio è sempre ammissibile. Io ho dei dubbi, davvero molto seri. Penso, ad esempio, che le “qualità spirituali”, rappresentino una “opportunità”; in altre parole, una “possibilità” e non una “qualità” che da se assume valore di certezza. Le “qualità spirituali”, infatti, differiscono enormemente da soggetto a soggetto (ogni umano ha la sua). Diciamo pure che si tratta di qualcosa che può intervenire nell’essere umano ma, come detto, non in termini assoluti. Per continuare il ragionamento mi pare che sia necessario, almeno per il momento, separare la “qualità” dalla “spiritualità”. Al contrario, se parlassimo delle “qualità animali”, potremmo considerarne il significato coerentemente (quindi univo e abbastanza inconfutabile) con il concetto di “qualità proprie della vita animale” . Dico “abbastanza” perché, a base delle nostre percezioni, può soddisfarci… ma chi può affermare con assoluta certezza che “gli altri animali” non abbiano una qualche, pur flebile, spiritualità? Inoltre, queste caratteristiche – ma soprattutto l’enfasi nella distinzione - non sembrano utili al genere umano; senza considerare che siano certamente dannose per gli altri animali… che in genere si fanno i fatti loro (questo è provato).
Dovrei approfondire; ma ho l’impressione che questa peculiarità, che ci distingue dagli altri esseri, sia una mezza fregatura… Ora, non so perché, mi viene in mente la prima opera; la mia prima poesia, pubblicata su questo sito un paio d’anni orsono…
Barcollando Cammino a passi incerti con le tasche vuote di verità. Oh, eppure c’è il sole nella valle e il cuore si scalda nei colori. Perché non sono in sintonia con il paradiso? Forse si vive meglio senza il dubbio e provo invidia per chi ha fede. Forse amo barcollare, come uno stupido ubriaco, mentre cerco appigli fra le ombre della vita.
Comunque sto cercando di bere, con moderazione, soltanto vino buono... ahah Poi, dovrei proseguire il discorso con la questione della “socialità”, ma questa è ancora un’altra storia…
Ciao Francesco, è stato interessante leggere queste tue riflessioni. Ho apprezzato anche la poesia, dove hai usato delle frasi realistiche, in quanto ritengo che difficilmente noi umani siamo in grado di conoscere la verità... La nostra condizione è proprio quella di "barcollare" , usando una tua espressione, condizione che forse conferisce fascino alla vita... Piaciuto!
PAOLA SALZANO 07/10/2017 - 10:33
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Grazie Mirko, bello il tuo commento molto gradito - grazie mille a te Antonio.. e a Paolo
Francesco Gentile 06/10/2017 - 12:58
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Racconto meritevole e molto vero, effettivamente come detto apre un confronto immenso. A te Francesco le mie lodi e una buona giornata.
Paolo Ciraolo 06/10/2017 - 12:11
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Bellissime Francesco le tue riflessioni dove non basterebbe un volume per approfondirle.Hai usato un ottimo termine con animalità anche considerando il fatto che l'uomo si è evoluto in considerazione dell'animale del quale ne conserviamo le fattezze ma non il carattere a volte peggiore dei loro istinti.E allora perchè gli animali non potrebbero avere l'anima quando hanno nel loro dna l'MORE SCONFINATO ED INCONDIZIONATO e senza nulla ricevere in cambio.Bella anche la tua poesia abbinata alle riflessioni.Mi sei piaciuto molto.Ciao Francesco.
antonio girardi 05/10/2017 - 10:13
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Caro Francesco è un piacere tornare a leggerti.Ero abituato alle tue belle poesie e ora ti trovo con delle”correnti di pensiero” ben congegnate.Le domande sono troppe da porsi in questo caso.Io quando guardo il mio animale domestico mi domando quali possono essere i suoi pensieri,le sue domande che vorrebbe pormi.E io mi pongo una domanda:ma sono davvero così diverso da esso?È un concetto che riguarda un aspetto evolutivo differente,un adattamento alle proprie capacità che sono di certo piú istintive ma che non escludono sogni,paure,illusioni.Quindi perché loro non possono avere un’anima proprio come noi?Un saluto e spero di commentarti ancora o commentare in generale su questo sito visto la mia assenza tangibile dovuta alla pigrizia e al tempo a disposizione
Mirko Faes 04/10/2017 - 21:55
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Grazie per i bei commenti: Teresa grazie, parlare della socialità e molto più difficile... meglio non improvvisare! ahah - Il commento di GianMaria, molto bello, mi regala emozione - E grazie a te Anna volevo cercare il contatto nella messaggistica per qualche dissertazione, ma non ci sono riuscito! Comunque grazie.. - Grazie Giulio - Grazie Andrea, forse mi hai dato un'idea con la tua citazione (le tue sono sempre belle) che mi arriva come un "Lupus in fabula" ahah. Però ne ho una in serbo tipo "Nihil dictum quod non dictum prius" (Niente può essere detto che non è stato detto prima).. Grazie a tutti
Francesco Gentile 04/10/2017 - 19:59
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L'uomo, quale prodotto finale - venuto forse non troppo bene - dell'evoluzione è un protista, un procariota, un fungo, una pianta, un animale... Sulla spiritualità non so. Sulla socialità invece, visto che si dice "homo homini lupus", e il lupo passa per essere un animale sociale, affermo che l'uomo, in quanto simil-lupo, è animale sociale!
andrea guidi 04/10/2017 - 19:35
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5*...Che peccato essere lontani, mi hanno sempre affascinato queste dissertazioni filosofiche ...molto apprezzato!
ANNA BAGLIONI 04/10/2017 - 18:52
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Intenso e profondo questo tuo racconto che è una riflessione sull'"snimalità" dell'uomo. Giulio Soro
Giulio Soro 04/10/2017 - 18:19
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Tutto molto bello e profondo, poesia compresa, che non conoscevo perché non presente a quel tempo. Mi servrebbero alcune pagine per fare un commento serio. Troppe le cose da dire perché molte sono le sensibilità che hai toccato. Combinazione ho sempre sul tavolo del PC il Dizionario Filosofico di Voltaire, il quale parla di anima spirituale e anima animale, non solo ma parlando di Bestie, che è una voce analizzata dal grande filosofo dice testuali parole: Che meschinità, che banalità dire che le bestie sono macchine prive di conoscenza e sentimento... e via poi con un discorso sulla rondine che costruisce il nido sempre diverso a seconda della forma del tetto, segno di intelligenza architettonica. Mi viene in mente pure Leopardi, quando nella poesia sostieni che forse si vive meglio nel dubbio...e il grande Giacomo diceva che "forse" è la più bella parola del vocabolario Italiano. E che dire di Jung, il quale ha dimostrato che i cani hanno un'anima...insomma, bravo, per tanti motivi.
GianMaria Agosti 04/10/2017 - 18:06
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Fortissimo il tuo discorso è...non fa una virgola. Vedremo come te la caverai con la socialità.
Teresa Peluso 04/10/2017 - 17:47
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