Paranoiando
Erano le cinque credo… la luce iniziava
a salire alle porte del cielo, ma dai vetri
ancora appannati le armature dei secoli
mi spingevano al caldo
accogliente,
nel nero, in rotoli
di coperte che un istante prima
mi avevano avvolto
come braccia materne,
e che ora
mi avrebbero accolto iperteso.
La goccia uccide nella mente che discerne.
Erano forse le sei
quando scoprii
lo scroscio dal canale sul tetto,
un’ora paranoiando
il buio
che inghiotte il mio letto.
Un’ora di battiti,
il desiderio
di braccia materne.
Lasciami prendere sonno
goccia che uccidi nella testa
esausta che ancora discerne.
a salire alle porte del cielo, ma dai vetri
ancora appannati le armature dei secoli
mi spingevano al caldo
accogliente,
nel nero, in rotoli
di coperte che un istante prima
mi avevano avvolto
come braccia materne,
e che ora
mi avrebbero accolto iperteso.
La goccia uccide nella mente che discerne.
Erano forse le sei
quando scoprii
lo scroscio dal canale sul tetto,
un’ora paranoiando
il buio
che inghiotte il mio letto.
Un’ora di battiti,
il desiderio
di braccia materne.
Lasciami prendere sonno
goccia che uccidi nella testa
esausta che ancora discerne.
Opera scritta il 07/10/2017 - 06:06
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Commenti
Armature dei secoli.......notevole
Mirko Faes 07/10/2017 - 20:59
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Davvero bella questa tua, tra il sognante e l'inquieto. Giulio Soro
Giulio Soro 07/10/2017 - 12:09
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