che i gesti d’amore, le azioni, i benefici
abbiano perso in questo tempo balordo,
il senso vero
della completa donazione.
Di amore e liberalità ne puoi fare
quotidianamente, una dieci cento,
ma poi t’accorgi d’aver gettato
solamente foglie aride al gelido vento.
È come regalare perle agli animali
che non hanno,
almeno quelli, poveretti,
davvero alcuna considerazione.
Per di più i miseri e ingrati,
mostrano indifferenza, insensibilità
e ti voltano persino le spalle
se per caso non lo avessi
capito ancora chiaramente.
Come se dopo aver prelevato amore a sazietà,
ti dicessero di spostarti
perché infastiditi,
e ti gridassero d’andartene
via dalla loro vista,
ma molto più in là.
Lontano dalla loro scena,
per chiamarti quando
aggrada e a intermittenza.
La loro vita è, e rimane spoglia,
arida, gelida,
priva del concetto
della pur minima riconoscenza.
Proprio lontano dalla loro vista
ti chiedono d’andare
senza pietà,
come se il fetore dell’ingratitudine
arrivasse sotto il naso a volontà.
Poveretti questi Elfi dalla faccia
umana, amabile,
graziola, ma piena d’inganno.
Finisce che anche per Natale
ti confezionano per bene
un deplorevole, improvvisato, malanno.
Del resto, che puoi farci
se quei gretti poverini
non hanno granché,
se non miseria da offrire!
Posseggono solo pochezza,
infamità e grettezza,
e per questo, tu
col tuo grande amore
li devi inevitabilmente ricolmare.
(L'immagine allegata è un disegno dello stesso autore)
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