che qualcuno venga a liberami,
a togliermi i vincoli e i lacci della terra,
per condurmi lontano
tra alberi in una serra.
Distante tra i cieli infiniti e colorati,
dove trovo spazio
a profusione
tra canti di gioia,
inni d’amore
che fanno esultare la gente
con una semplice,
mite canzone.
È il mio il Natale quello di bimbo piccolissimo
che da agnello della pace,
sacrificò la vita
per riscattare l’uomo
regalando la sua luce.
Respiro in questi giorni
aria di vera pace,
lieti momento del Natale imbiancato,
e ne posseggo tanta in corpo,
da riportare in vita
chi non ha mai perdonato.
Il dono di questa realtà
acquista una luce diversa
nel giorno del Natale.
Si trasforma in volontà d’amare
sino all’ultimo respiro.
Poi si rinasce di nuovo
con candore e verità,
pur rimanendo intatta
la voglia
di leggere la nostra pagina,
quella del sapore
dell’eternità.
(L’immagine allegata è un disegno dello stesso autore)

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