Ho creduto alle tue mani quasi fossero giuramento di uno sposo.
Guardami quest'ultima volta come fosse la prima le tue belle ciglia sono frecce dritte verso il cuore.
Vedi le mie navi di carta cariche di sogni lasciare porti impolverati dell'anima e, nelle reti argentee dove t'eri appigliato l'ombra corallo delle illusioni appassire.
Stringimi. Tra le tue braccia di quercia cogli come fiori di prato i miei desideri fanne ghirlanda profumosa incorona il cuore in tempesta, di me.
Osserva, come pendolo stanco del ripetersi l'ondeggiare fiero dei miei capelli i piedi scalzi danzare con le proprie orme i fianchi imitare fiori del ciliegio in marzo.
Non aver paura è per lei che t'allontani? Possa questo animo vestito da leone strapparle ogni veste d'ombra mentre persa nelle note d' un flauto antico con sfida, t'ammira.
Guardami questa volta come mai ci sarà un'ultima.
Rinnega gli attimi digiuni di noi, annega amore, negli sguardi che ci riempiono in questo spazio che di tempo è vuoto.