The first memory
Il mio primo ricordo è di quando avevo suppergiù tre anni. L’immagine iniziale che si materializzò davanti ai miei occhi fu un orologio quadrato con cornice in legno appeso alla parete.
Tic tac, tic tac, tic tac…
Imbambolato e con sguardo alzato, fissai quello che definii un giocattolo, ed ebbi il desiderio di prenderlo al fine di divertirmi a scassare le povere lancette. Ecco, se fosse stato un orologio a cucù, sicuramente mi sarei focalizzato sull'uccellino.
Appoggiandomi al muro, salticchiai con le mani alzate per cercare di afferrare quel Casio marrone. Ma piccino com'ero non ci riuscii.
Mi resi comunque conto di essere padrone del mio corpo e di poter interagire con l’ambiente circostante, ponendomi inoltre una riflessione esistenziale. Mi chiesi, infatti come ero giunto in quella cucina irradiata da una meravigliosa luce solare che proveniva da una porta finestra spalancata. Tale apertura conduceva al balcone dove un triciclo di colore rosso mi invitava a giocare.
Quell'atmosfera mi procurava una fantastica suggestione, addirittura gli oggetti presenti sembravano brillare: le tazze, la caffettiera, le pentole, il tavolo...
Un po' come la volpe con l'uva, decisi di lasciar perdere quell'affare "ticchettoso", e girandomi notai mia madre che rideva.
Quanto era bella la mia mamma! Praticamente una ragazza poiché aveva circa venticinque anni. I lunghi capelli neri ondulati che le scendevano sulle spalle, gli occhi grandi e castani, e il suo vestito a fiori furono i dettagli su cui mi soffermai con attenzione.
«Vieni qui, monellino!» esclamò con dolcezza.
Mi prese in braccio e dandomi dei bacetti sul viso mi comunicò che papà stava tornando dal lavoro. Pochi minuti dopo rincasò mio padre con addosso l’uniforme della polizia penitenziaria e con la sigaretta in bocca che spense in un portacenere. Appena ci avvolse tutte e due in un abbraccio, avvertii un indescrivibile calore famigliare.
Improvvisamente, sentii un ulteriore "calore", visto che avevo riempito il pannolino di pupù e di pipì.
Di quel giorno, non rammemoro nient'altro.
Tic tac, tic tac, tic tac…
Imbambolato e con sguardo alzato, fissai quello che definii un giocattolo, ed ebbi il desiderio di prenderlo al fine di divertirmi a scassare le povere lancette. Ecco, se fosse stato un orologio a cucù, sicuramente mi sarei focalizzato sull'uccellino.
Appoggiandomi al muro, salticchiai con le mani alzate per cercare di afferrare quel Casio marrone. Ma piccino com'ero non ci riuscii.
Mi resi comunque conto di essere padrone del mio corpo e di poter interagire con l’ambiente circostante, ponendomi inoltre una riflessione esistenziale. Mi chiesi, infatti come ero giunto in quella cucina irradiata da una meravigliosa luce solare che proveniva da una porta finestra spalancata. Tale apertura conduceva al balcone dove un triciclo di colore rosso mi invitava a giocare.
Quell'atmosfera mi procurava una fantastica suggestione, addirittura gli oggetti presenti sembravano brillare: le tazze, la caffettiera, le pentole, il tavolo...
Un po' come la volpe con l'uva, decisi di lasciar perdere quell'affare "ticchettoso", e girandomi notai mia madre che rideva.
Quanto era bella la mia mamma! Praticamente una ragazza poiché aveva circa venticinque anni. I lunghi capelli neri ondulati che le scendevano sulle spalle, gli occhi grandi e castani, e il suo vestito a fiori furono i dettagli su cui mi soffermai con attenzione.
«Vieni qui, monellino!» esclamò con dolcezza.
Mi prese in braccio e dandomi dei bacetti sul viso mi comunicò che papà stava tornando dal lavoro. Pochi minuti dopo rincasò mio padre con addosso l’uniforme della polizia penitenziaria e con la sigaretta in bocca che spense in un portacenere. Appena ci avvolse tutte e due in un abbraccio, avvertii un indescrivibile calore famigliare.
Improvvisamente, sentii un ulteriore "calore", visto che avevo riempito il pannolino di pupù e di pipì.
Di quel giorno, non rammemoro nient'altro.
Opera scritta il 16/10/2019 - 10:42
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Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Grazie Mary, hai colto gli aspetti principali e riassunto con delicatezza questa pubblicazione che per me rappresenta molto.
Posso assicurare che quell'atmosfera era impregnata di candore. La chiusa del testo, come vedi non tradisce uno dei miei principali cavalli di battaglia, cioè l'humour.
Alla proSSima!!!
Posso assicurare che quell'atmosfera era impregnata di candore. La chiusa del testo, come vedi non tradisce uno dei miei principali cavalli di battaglia, cioè l'humour.
Alla proSSima!!!
Giuseppe Scilipoti 09/12/2023 - 21:34
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Immagine poetica della famiglia, la mamma con il vestito a fiorellini, 25 enne, occhi grandi e scuri e l' arrivo del papà da lavoro, dall' orologio al triciclo, occhi curiosi, fan ricordare le ginocchia sbucciate e tutto l' amore della famiglia a parte la pipì e popò, intensi ricordi bravo Giuseppino
Mary L 09/12/2023 - 21:08
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Anna, grazieeeeee!!! Leggere questo commento mi rende felice... come il bambino dell'immagine di copertina. Ah, quel piccino picció sono io, con i capelli a caschetto, tipo Koreano del Sud.
Beh, in realtà il romanticismo non mi dispiace, diciamo che è tipico di molti miei scritti sfociare nell'humour.
Sai, questo racconto, lo feci leggere a mia madre l'anno scorso, il giorno del suo compleanno. La sua reazione? Commozione + sorriso per via della chiusa.
Che bel ricordo, il primo ricordo.
Beh, in realtà il romanticismo non mi dispiace, diciamo che è tipico di molti miei scritti sfociare nell'humour.
Sai, questo racconto, lo feci leggere a mia madre l'anno scorso, il giorno del suo compleanno. La sua reazione? Commozione + sorriso per via della chiusa.
Che bel ricordo, il primo ricordo.
Giuseppe Scilipoti 15/12/2021 - 22:31
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Per me questa è come una favola e tu l hai scritta con estrema delicatezza e romanticismo..ma visto che forse a te non piace troppo apparire un romantico...finisci con una frase sul pannolino che scatena ilarità. Un po mi dispiace se entrerai nel sito più di rado ma son felice della tua nuova occupazione.io tra l altro farò forse come te...sto passando un periodo un po...malinconico e perciò riuscirò a scrivere meno.auguri per i tuoi nuovi impegni...torna presto.
Anna Cenni 15/12/2021 - 22:03
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Buongiorno Afrodite, mi ha fatto sorridere il tuo commento. Non è un ricordo di merda nonostante la popò
L'atmosfera surreale unita ad una certa introspezione (miii già da piccolissimo ero un libero pensatore) formano un genuino ricordo. Se un giorno avrò un figlio, o una figlia oppure dei figli questo è il primissimo testo che farei leggere, per poi passare alle fiabe visto che ho scritto anche quelle.
Un abbraccione e grazie di cuore per aver letto e commentato.
L'atmosfera surreale unita ad una certa introspezione (miii già da piccolissimo ero un libero pensatore) formano un genuino ricordo. Se un giorno avrò un figlio, o una figlia oppure dei figli questo è il primissimo testo che farei leggere, per poi passare alle fiabe visto che ho scritto anche quelle.
Un abbraccione e grazie di cuore per aver letto e commentato.
Giuseppe Scilipoti 17/12/2020 - 07:49
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Povero piccolo bambino e quanta emozione per lui difficile da gestire !!!!
Di solito risulta complicato ricordare nitidamente episodi riguardanti la propria primissima infanzia. Evidentemente però, l'episodio di vita familiare che hai narrato, è rimasto impresso nel tenero bambino di allora, forse proprio perché sfociato nella incresciosa "manifestazione liberatoria" di cui ci hai fatto partecipi.
È sempre un piacere leggerti
Di solito risulta complicato ricordare nitidamente episodi riguardanti la propria primissima infanzia. Evidentemente però, l'episodio di vita familiare che hai narrato, è rimasto impresso nel tenero bambino di allora, forse proprio perché sfociato nella incresciosa "manifestazione liberatoria" di cui ci hai fatto partecipi.
È sempre un piacere leggerti
Afrodite T 17/12/2020 - 00:21
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Ciao Giacomo, ebbene sì... il bambino della foto sono io, piccino picciò.
Ho un legame speciale con la casa di Trabia (prov. di Palermo), visto che ho vissuto i miei primi 8 anni di vita lì. Quel balcone, quel mare, gli spensierati giochi da solo oppure con mia sorella... quanti ricordi indelebili, in primis (nel vero senso della parola) "First Memory."
Per il resto gli scritti autobiografici sono la mia specialità, infatti ne ho scritti tanti.
Grazie ancora e alla prox!!!
Ho un legame speciale con la casa di Trabia (prov. di Palermo), visto che ho vissuto i miei primi 8 anni di vita lì. Quel balcone, quel mare, gli spensierati giochi da solo oppure con mia sorella... quanti ricordi indelebili, in primis (nel vero senso della parola) "First Memory."
Per il resto gli scritti autobiografici sono la mia specialità, infatti ne ho scritti tanti.
Grazie ancora e alla prox!!!
Giuseppe Scilipoti 26/05/2020 - 22:42
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Fantastico...mi è piaciuto moltissimo. C'è un realismo, un verismo famigliare in questo brano che sgomenta. Se la foto del bambino sul balcone è la tua, io che amo il mare fuori misura ti invidio. Bravo Giuseppe, questi racconti-riflessione autobiografici sono i miei preferiti.
Giacomo C. Collins 26/05/2020 - 19:20
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Santa, Alberto e Maria Luisa, grazie che vi sempre vi "ricordate" di me nel leggermi. Con "The first memory" avete colto l'essenza oltre l'essenzialità di ciò che ho cercato di rappresentare nonchè rammentare.
Ricordare non significa semplicemente memorizzare, fissare nella memoria. La dimensione del ricordo ha sempre a che fare con la parte emotiva di ciascuno di noi. Per questo i ricordi sono importanti e ci aiutano a costruire il nostro presente oltre che rendere vivido il passato.
Ricordare non significa semplicemente memorizzare, fissare nella memoria. La dimensione del ricordo ha sempre a che fare con la parte emotiva di ciascuno di noi. Per questo i ricordi sono importanti e ci aiutano a costruire il nostro presente oltre che rendere vivido il passato.
Giuseppe Scilipoti 20/10/2019 - 18:21
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Santa, Alberto e Maria Luisa, grazie che vi ricordate" di me nel leggermi. Con "The first memory" avete colto l'essenza oltre l'essenzialità di ciò che ho cercato di rappresentare nonchè rammentare.
Ricordare non significa semplicemente memorizzare, fissare nella memoria. La dimensione del ricordo ha sempre a che fare con la parte emotiva di ciascuno di noi. Per questo i ricordi sono importanti e ci aiutano a costruire il nostro presente oltre che rendere vivido il passato.
Ricordare non significa semplicemente memorizzare, fissare nella memoria. La dimensione del ricordo ha sempre a che fare con la parte emotiva di ciascuno di noi. Per questo i ricordi sono importanti e ci aiutano a costruire il nostro presente oltre che rendere vivido il passato.
Giuseppe Scilipoti 20/10/2019 - 18:20
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Con la chiusa mi hai fatto ridere!!! Tutta la bella atmosfera familiare che di conclude con gli aspetti più materiali della prima infanzia!!! Bravo... fai riflettere... non ho mai cercato il mio primo ricordo.. Bravo caro e a rileggerti.
Maria Isabel Mendez 17/10/2019 - 23:40
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un racconto carino e, nella parte finale,
ironico
ironico
Alberto Berrone 16/10/2019 - 23:58
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Entrare nei ricordi più profondi e retroattivi dell'infanzia, trasforma il nostro vissuto più recondito in una dimensione quasi onirica. È bellissimo l'inserimento delle sensazioni del calore genitoriale, un amore che segnerà tutta la nostra vita. Un finale simpatico e tenero! Anche in questo racconto hai messo in evidenza tutta la tua sensibilità rivelando la bella persona che sei! Ciao
santa scardino 16/10/2019 - 19:52
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