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Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
oggi ti scrivo, dopo tanti anni che non lo facevo più.
A scanso di malintesi, occorre una premessa: - “Io credo fermamente che tu esista, anche se non so bene quali siano i tuoi territori di competenza. Ossia, per meglio dire, non so quanto ampio sia il tuo raggio d’azione e fin dove ti è consentito muoverti da Colui che ti comanda e sta su in Cielo.” -
Immagino tu sia oberato di lavoro in questi giorni, ma mi auguro tu possa spendere qualche minuto per leggere anche questa mia letterina.
Come sai, io non sono più quella bimba col fiocco bianco in testa e i capelli neri, che stava con il naso schiacciato al vetro della finestra
(che ancor oggi potrebbe giurare di averti visto, allora) e che di notte ti apriva la porta affinchè tu e le renne poteste entrare in casa a riscaldarvi un pochino
Ora io sono grande, sono anche nonna e ne ho viste cambiare tante di cose.
In tutti i miei anni non ti ho mai chiesto nulla per me, lo devi ammettere, però stavolta, sempre se la cosa rientra nei tuoi poteri, vorrei tanto un regalo, qualcosa di molto importante.
Come vedi i tempi d’oggi sono difficili, nessuno sembra più esser contento, i volti delle persone sono cupi, ognuno è perso nei suoi problemi e pensieri, la gente ha fretta, corre. I saluti sono rapidi: un sorriso appena abbozzato e via; le mani che si stringono sempre meno, grande solitudine e diffidenza verso chi ci sta vicino, paura perfino di sedersi accanto.
C’è mancanza d’amore!
Ecco dov’è il problema, la mancanza d’amore. Per questo vorrei da te un regalo. Se tu esaudirai il mio desiderio io ti prometto che aprirò le mie finestre, così come facevo un tempo, che preparerò piatti di sale per le tue renne e per te il vino cotto, profumato con la cannella e qualche biscottino con il tuo ritratto.
Ecco cosa vorrei: un pacchettino avvolto in carta di stelle con dentro una polvere d’oro, tutta speciale, che si chiama “Polvere d’amore”
La notte di Natale lo aprirò e spargerò un po’ di quella polvere ovunque si poseranno i miei piedi, e chi sarà vicino a me ne prenderà un po’ e sentirà calore.
Se tu esaudirai il mio desiderio io ti prometto che aprirò le mie finestre, così come facevo un tempo, che preparerò piatti di sale per le tue renne e per te il vino cotto, profumato con la cannella e una fettina di zelten come quello che faceva la mia mamma.
L’amore sai, mi hanno detto, è come il lievito madre che, se curato un po’, non finisce mai e può triplicare il suo volume in poco tempo, come avviene in un impasto; e poi ancora, e ancora, ancora, così come le potenze che ci hanno insegnato a scuola, che si moltiplicano al quadrato, al cubo, alla quinta e all’infinito, sempre di più, di più…
Che ne dici Babbo Natale? Me lo porti questo dono?
Io ti attendo qui guardando il cielo e quando ti vedrò arrivare spalancherò la mia finestra, così potrai entrare.
A presto
Lidia


Ps: spero non ti dispiacerà se di nascosto i miei nipotini incolleranno qualche “smile” sulla tua slitta.




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Opera scritta il 17/12/2019 - 17:40
Da lidia filippi
Letta n.677 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Delizioso, e tanto tanto vero. La bambina e la donna, la madre, la nonna...tutte insieme in attesa di quel dono speciale. L'amore

Mirko D. Mastro(Poeta) 18/12/2019 - 17:24

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