Lapislazzuli
Le stelle brillavano sul velluto nero della notte.
Lucciole volteggiavano
di cespuglio in cespuglio.
Il profumo inebriante delle belle di notte.
Le anziane donne a rimescolare
la giovinezza perduta.
La luna alta come una Altera Regina
silenziosa, muta.
L'abbraccio del mare ed il mio corpo
ondeggiare in superficie.
Il sole accecante in una colata d'oro,
d'acqua e di sale.
L'odore del timo selvatico
nelle narici, nel cuore.
Il vocio della gente per le strade assolate,
di risate, parole,
ad ogni specie.
Le passeggiate in bicicletta,
alla scoperta del mondo, fuori casa.
Il sesso scoperto troppo presto
all'ombra di un peccato,
di un desiderio impetuoso.
La sciatteria volgare dei bruti,
nelle campagne, per le strade,
nei vicoli chiassosi.
La frescura delle sere
sulla pelle brunita del giorno
tra i sassi e le alghe sospinte dai marosi.
Non potrò mai cancellare
gli ulivi contorti dalla terra
sanguigna e carnale.
I fichi raccolti e messi sul terrazzo
come gemme preziose.
La curiosità vestita di coraggio
ed ingenua trasgressione.
L'infanzia che diventa adolescenza,
giovinezza e lenta, dolorosa introspezione.
Gli inverni bui dai rami brulli e senza foglie.
Le strade bagnate di pioggia.
Il camino acceso,
davanti ad un albero di Natale.
Il panettone fatto in casa che stupiva
la mia solitudine negli angoli segreti.
Il viso, le voci dei miei nonni,
mia madre che stira e si specchia
nei suoi ricordi da ragazza...
ed io…
credevo che anche le margherite,
diventassero abeti.
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Sei strepitoso.
Ciao Gianni
Ciao buona giornata