L'impervio sentiero
Uno stralunghissimo e tortuoso sentiero in salita, chiamato Purgatorio, conduceva in Paradiso.
La via era piena di sassi, di rovi spinosi ma soprattutto di chiodi, o, più precisamente di Sacri Chiodi, in riferimento alla crocifissione di Gesù. A parte l'esenzione per i bambini e gli adolescenti, le anime dei defunti essendo completamente svestite, per ovvi motivi dovevano percorrere il passaggio senza calzature. Impossibile immaginare con quanto dolore si arrivava a destinazione, considerando poi che l'estenuante camminata durava in media un secolo. Finché, Dio, mosso dalla compassione e dalla misericordia, diede l'incarico ai suoi angeli migliori di costruire un celere e spaziosissimo ascensore, il quale sarebbe stato operativo una volta al giorno, sette giorni su sei.
La questione sembrava risolta, purtroppo, invece, l'impianto si rilevò un autentico fallimento. In primo luogo, nonostante la considerevole ampiezza della cabina, un numero eccessivo di anime tendevano ad ammassarsi, tra spintoni e imprecazioni con bestemmie annesse. Perlomeno nessuno si lasciava andare a flatulenze, tuttavia avvenivano episodi di molestie, tra palpatine e... plop plop.
In secondo luogo la stragrande maggioranza di coloro che da sotto attendeva il ritorno dell'ascensore vuoto, mostrava atteggiamenti spazientiti, per non parlare delle infuocate agitazioni.
Com'era prevedibile, Dio si incazzò di brutto e, stanco di quel pandemonio, disattivò l'immeritato mezzo di trasporto, ripristinando così il sentiero malagevole.
Tutto tornò come prima, con la sola differenza che all'inizio del percorso fece piazzare un chilometrico palo scalettato per chi si voleva cimentare ad arrampicarsi per raggiungere il Paradiso più velocemente. Peccato che quella sorta di sostegno risultava esageratamente unto di vasellina, tra l'altro con un beffardo cartello piantato per terra con su scritto in aramaico: “E adesso pigliatevela nel culo!”
La via era piena di sassi, di rovi spinosi ma soprattutto di chiodi, o, più precisamente di Sacri Chiodi, in riferimento alla crocifissione di Gesù. A parte l'esenzione per i bambini e gli adolescenti, le anime dei defunti essendo completamente svestite, per ovvi motivi dovevano percorrere il passaggio senza calzature. Impossibile immaginare con quanto dolore si arrivava a destinazione, considerando poi che l'estenuante camminata durava in media un secolo. Finché, Dio, mosso dalla compassione e dalla misericordia, diede l'incarico ai suoi angeli migliori di costruire un celere e spaziosissimo ascensore, il quale sarebbe stato operativo una volta al giorno, sette giorni su sei.
La questione sembrava risolta, purtroppo, invece, l'impianto si rilevò un autentico fallimento. In primo luogo, nonostante la considerevole ampiezza della cabina, un numero eccessivo di anime tendevano ad ammassarsi, tra spintoni e imprecazioni con bestemmie annesse. Perlomeno nessuno si lasciava andare a flatulenze, tuttavia avvenivano episodi di molestie, tra palpatine e... plop plop.
In secondo luogo la stragrande maggioranza di coloro che da sotto attendeva il ritorno dell'ascensore vuoto, mostrava atteggiamenti spazientiti, per non parlare delle infuocate agitazioni.
Com'era prevedibile, Dio si incazzò di brutto e, stanco di quel pandemonio, disattivò l'immeritato mezzo di trasporto, ripristinando così il sentiero malagevole.
Tutto tornò come prima, con la sola differenza che all'inizio del percorso fece piazzare un chilometrico palo scalettato per chi si voleva cimentare ad arrampicarsi per raggiungere il Paradiso più velocemente. Peccato che quella sorta di sostegno risultava esageratamente unto di vasellina, tra l'altro con un beffardo cartello piantato per terra con su scritto in aramaico: “E adesso pigliatevela nel culo!”
Opera scritta il 18/02/2020 - 08:37
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Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Grazie Mary per il commento, mi hai fatto ridere. Ahahahah!
Sempre sul sentiero... della simpatica effervescenza, eh
La flautolenza ci sta! Pure se il sentiero fosse stretto, è pur sempre all'aperto. Il problema, semmai si pone in ascensore. Cambiare aria e... mutande? Anvedi!
Se te le dovessi togliere e magari provi a salire il palo unto di questo racconto, mi sa che scivoleresti giù che è... un piacere.
Sempre sul sentiero... della simpatica effervescenza, eh
La flautolenza ci sta! Pure se il sentiero fosse stretto, è pur sempre all'aperto. Il problema, semmai si pone in ascensore. Cambiare aria e... mutande? Anvedi!
Se te le dovessi togliere e magari provi a salire il palo unto di questo racconto, mi sa che scivoleresti giù che è... un piacere.
Giuseppe Scilipoti 20/08/2023 - 12:58
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Oggi sono andata in un sentiero che mi ha portato a una cascata starò attenta se vedo pali allora, preferisco come i serpenti strisciare sotto gli alberi, nuda e cruda, poi se fatico un po ' una flatulenza ci sta o no??
Oggi sembrava la giungla dagli alberi caduti e le fatiche dei sudori non ho avuto tempo di cambiare aria e mutande
Oggi sembrava la giungla dagli alberi caduti e le fatiche dei sudori non ho avuto tempo di cambiare aria e mutande
Mary L 17/08/2023 - 20:12
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Leo Pardiss, Maria Luisa e Santa, un grazie... divino!
Mi sono divertito tantissimo ad immaginare le sequenze, del resto come ben sapete l'umorismo risulta nelle mie corde, qui c'è persino una ciliegina sulla torta ovvero il finale che spero non risulti "indigesta" a qualche perbenista che ritiene poco ortodosso scherzare su certi argomenti nonostante sono credente.
C'è anche una specie di morale:
È una chiara dimostrazione che l'uomo è ingrato e testa di legno persino nell'aldilà. :D :D
Mi sono divertito tantissimo ad immaginare le sequenze, del resto come ben sapete l'umorismo risulta nelle mie corde, qui c'è persino una ciliegina sulla torta ovvero il finale che spero non risulti "indigesta" a qualche perbenista che ritiene poco ortodosso scherzare su certi argomenti nonostante sono credente.
C'è anche una specie di morale:
È una chiara dimostrazione che l'uomo è ingrato e testa di legno persino nell'aldilà. :D :D
Giuseppe Scilipoti 19/02/2020 - 10:08
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Commentare in poche parole questo tuo racconto che gratifica la tua elevatissima fantasia, è veramente difficile in quanto esso è ricchissimo di simboli. Per una profonda credente come me ti potrei dire tante cose, ma mi limito a commentare il racconto in se, per fuori dico è originale e simpatico. Mi sono divertita a leggerlo, anche perchè la tua scrittura è sempre molto scorrevole ed anima la curiosità del lettore ad arrivare alla fine. Bravo.
santa scardino 18/02/2020 - 19:07
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Simpatico racconto, il Creatore è stato fin troppo bravo!
Maria Luisa Bandiera 18/02/2020 - 14:22
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Da Ateo scolpito mi sono fatto una salutare risata nel leggere questo amabile raccontino!
Leo Pardiss 18/02/2020 - 12:38
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