È un gioco così inconsapevole
sedurre per te che di gelsomino
odori, ma scontata sarà sempre
la risposta dei dadi.
Lo so un altro serto
ti cingerà la fronte
ed è con mani estranee
che intreccerai le tue.
Nelle gelate notturne del Tropico
non scalderemo insieme
il tè da bere all’alba nel deserto
ma se ‘l tuo sguardo, ebùrneo
d’occhi che sono notte di savana,
se l’improvviso muoverti felino
non mai allieteranno
le ultime mie sere solitarie
e agre di vegliardo
ti riavrò nell’incenso etiope
che arde nel braciere
nella mesta e silente carovana
dello scoraggiamento
ch’ora trascina esule
questo mio amore strano e fuori tempo
dal tuo serico corpo calcinato
ti riavrò nell’ebbro ricordare
i dubbi, i perché,
i mattutini bronci
a dipingerti siderale e bella,
Rosa del mio giardino,
sinuosa di mammelle in rigoglio
e d’ubertosi fianchi
tu, mia tenera femmina,
e son groppi su groppi,
nodi su nodi a strozzarmi la gola
e mi torco le mani e disperato
urlo e poi ringhio della pazza fola
che dai sudati studi mi distoglie
e ‘l nome amato porta,
di fior d’arancio imbevuto… mia Erica…
Una sola promessa
ti chiedo: nella sepolcrale notte
che m’attende, tu cerca
nel sommesso soffiar del vento d’ostro
il ricordo di me
del mio sguardo silente:
se mi resti lontana
voglio essere Niente.
sedurre per te che di gelsomino
odori, ma scontata sarà sempre
la risposta dei dadi.
Lo so un altro serto
ti cingerà la fronte
ed è con mani estranee
che intreccerai le tue.
Nelle gelate notturne del Tropico
non scalderemo insieme
il tè da bere all’alba nel deserto
ma se ‘l tuo sguardo, ebùrneo
d’occhi che sono notte di savana,
se l’improvviso muoverti felino
non mai allieteranno
le ultime mie sere solitarie
e agre di vegliardo
ti riavrò nell’incenso etiope
che arde nel braciere
nella mesta e silente carovana
dello scoraggiamento
ch’ora trascina esule
questo mio amore strano e fuori tempo
dal tuo serico corpo calcinato
ti riavrò nell’ebbro ricordare
i dubbi, i perché,
i mattutini bronci
a dipingerti siderale e bella,
Rosa del mio giardino,
sinuosa di mammelle in rigoglio
e d’ubertosi fianchi
tu, mia tenera femmina,
e son groppi su groppi,
nodi su nodi a strozzarmi la gola
e mi torco le mani e disperato
urlo e poi ringhio della pazza fola
che dai sudati studi mi distoglie
e ‘l nome amato porta,
di fior d’arancio imbevuto… mia Erica…
Una sola promessa
ti chiedo: nella sepolcrale notte
che m’attende, tu cerca
nel sommesso soffiar del vento d’ostro
il ricordo di me
del mio sguardo silente:
se mi resti lontana
voglio essere Niente.
Opera scritta il 15/05/2020 - 18:36
Letta n.941 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Certo, considerata la facilità con la quale uno si può perdere in una città straniera, una guida con annessa cartina è una buona idea. Ricambio il saluto.
Philipp Mainländer 20/05/2020 - 11:47
--------------------------------------
Ovviamente l'importante è quello, così come è graditissima l'idea di una guida turistica!
L'universo letterario è magnifico perché ci si trova di tutto e di più!
Buoni giorni!
L'universo letterario è magnifico perché ci si trova di tutto e di più!
Buoni giorni!
Leo Pardiss 19/05/2020 - 22:06
--------------------------------------
Tranquillo, l'importante è che chi doveva realizzare lo abbia fatto. Se me lo ricordo la prossima volta ti accluderò un baedeker.
Philipp Mainländer 17/05/2020 - 23:12
--------------------------------------
Una stesura che rende difficile ricordare da dove si è partiti e realizzare dove si è finiti!
Leo Pardiss 17/05/2020 - 13:56
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.