Per quanto tempo è per sempre? (Il motivo del mio poetare 3/3)
Il Cappellaio… si biasimò lui stesso per aver perduto il cappello. Dal cappello il Mago tirò fuori il Coniglio pasquale. Quell’anno la Pasqua era alta, cadeva il giorno dopo del suo compleanno. Ma poco più di un mese prima papà si addormentò ai piedi di un albero, e continuò a tenere gli occhi chiusi. Come faccio a ricordare l’anno? L’orologio… che importa se dice il giorno del mese ma non l’ora del giorno! Dopo tutto resta lo stesso anno per un sacco di tempo.
E il Mago? “C'è chi mi chiede "come stai?"/ Se rispondo "tutto bene", poi mi chiede "come mai?"/ La gente guarda male se non sei pieno di guai (…) / Vivo la realtà, senza mentirmi mai/ La mia vita va che una favola-la/ Non c'è niente che mi preoccupa-pa/ Risolvo ciò che c'è da risolvere-re/ E compro una vocale per rispondere/ Va-come va, va-come va, come va/ Va bene anche se male/ Il trucco è farla andare/ Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco/ E poi svanisco in un sorriso, come fa il mago/ Il mago, il mago, voilà”. Quel Mudimbi era un ossesso, nel senso positivo del termine. Peccato non abbia fatto carriera.
Ieri sera la cara Alice del mio Cappellaio senza il cappello gli ha scritto un messaggio del tipo Canta che ti passa… ho respirato angoscia dietro un rararà. Prima era molto più moltosa. Aveva perso tanta della sua moltezza… Chi era in fondo Alice? A quel punto quasi non lo sapeva più, o meglio, sapeva chi fosse di mattina quando si era alzata, ma da allora credette di essere cambiata più di una volta.
Tu che hai il viso perplesso (ti vedo), continua a leggere…
Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti. Ma Alice, sognare è l’unica libertà che nessuno potrà ostacolare!
E se smettessi di farvi sognare, dove credete che sarei?
Zitto Mago, non dove sono ora. Niente affatto. Non sarei in nessun luogo. Perché Cappellaio e Mago sono soltanto un qualche cosa dentro questo sogno. Ora canta.
“A complicare, siam tutti esperti/ A esser felici, siam tutti incerti/ La verità sta tra due concetti/ Finché la barca va e Orietta Berti/ Quindi sto sereno/ Canto queste canzonette”.
Mio padre faceva il mestiere di cappellaio, forse per questo sono un po’ matto. Mi portava con sé a volte. Trattava il feltro col mercurio. Aveva improvvisi sbalzi d’umore, e non dormiva. E scordava le cose. Canta ancora Mago…
“La mia infanzia è stata dura come tante/ Senza padre e con il pieno di domande/ Nonostante questo è andata alla grande/ Ringrazio mia madre per le sue parole sante/ Figlio mio la vita è dura, lo confesso/ Proverà a metterti in ginocchio troppo spesso/ Tu sorridi lo stesso/ Magari domani ci svegliamo/ Tutti e due sotto a un cipresso/ Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco/ E poi svanisco in un sorriso, come fa il mago/ Il mago, il mago c'est moi”.
Tutto quello che vi ho detto su mio padre è una menzogna. Faceva il muratore, e faceva fatica a vivere. Un’alba fredda di febbraio scelse di svegliarsi sotto un cipresso.
Alice, per quanto tempo è per sempre? < A volte, solo un secondo>.
Alice, sono diventato matto? < Temo di si, sei assolutamente svitato. Ma ti rivelerò un segreto…>.
Avere un’amica come del Cappellaio senza il cappello la sua amica è un dono da custodire… io l’ho stretta forte al petto.
Il Mago si ritirò con assi e trucchi nella manica.
A sera il Cappellaio, attraverso lo specchio; e quel che vi trovò…
E il Mago? “C'è chi mi chiede "come stai?"/ Se rispondo "tutto bene", poi mi chiede "come mai?"/ La gente guarda male se non sei pieno di guai (…) / Vivo la realtà, senza mentirmi mai/ La mia vita va che una favola-la/ Non c'è niente che mi preoccupa-pa/ Risolvo ciò che c'è da risolvere-re/ E compro una vocale per rispondere/ Va-come va, va-come va, come va/ Va bene anche se male/ Il trucco è farla andare/ Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco/ E poi svanisco in un sorriso, come fa il mago/ Il mago, il mago, voilà”. Quel Mudimbi era un ossesso, nel senso positivo del termine. Peccato non abbia fatto carriera.
Ieri sera la cara Alice del mio Cappellaio senza il cappello gli ha scritto un messaggio del tipo Canta che ti passa… ho respirato angoscia dietro un rararà. Prima era molto più moltosa. Aveva perso tanta della sua moltezza… Chi era in fondo Alice? A quel punto quasi non lo sapeva più, o meglio, sapeva chi fosse di mattina quando si era alzata, ma da allora credette di essere cambiata più di una volta.
Tu che hai il viso perplesso (ti vedo), continua a leggere…
Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti. Ma Alice, sognare è l’unica libertà che nessuno potrà ostacolare!
E se smettessi di farvi sognare, dove credete che sarei?
Zitto Mago, non dove sono ora. Niente affatto. Non sarei in nessun luogo. Perché Cappellaio e Mago sono soltanto un qualche cosa dentro questo sogno. Ora canta.
“A complicare, siam tutti esperti/ A esser felici, siam tutti incerti/ La verità sta tra due concetti/ Finché la barca va e Orietta Berti/ Quindi sto sereno/ Canto queste canzonette”.
Mio padre faceva il mestiere di cappellaio, forse per questo sono un po’ matto. Mi portava con sé a volte. Trattava il feltro col mercurio. Aveva improvvisi sbalzi d’umore, e non dormiva. E scordava le cose. Canta ancora Mago…
“La mia infanzia è stata dura come tante/ Senza padre e con il pieno di domande/ Nonostante questo è andata alla grande/ Ringrazio mia madre per le sue parole sante/ Figlio mio la vita è dura, lo confesso/ Proverà a metterti in ginocchio troppo spesso/ Tu sorridi lo stesso/ Magari domani ci svegliamo/ Tutti e due sotto a un cipresso/ Bevo il bicchiere mezzo pieno finché mi ubriaco/ E poi svanisco in un sorriso, come fa il mago/ Il mago, il mago c'est moi”.
Tutto quello che vi ho detto su mio padre è una menzogna. Faceva il muratore, e faceva fatica a vivere. Un’alba fredda di febbraio scelse di svegliarsi sotto un cipresso.
Alice, per quanto tempo è per sempre? < A volte, solo un secondo>.
Alice, sono diventato matto? < Temo di si, sei assolutamente svitato. Ma ti rivelerò un segreto…>.
Avere un’amica come del Cappellaio senza il cappello la sua amica è un dono da custodire… io l’ho stretta forte al petto.
Il Mago si ritirò con assi e trucchi nella manica.
A sera il Cappellaio, attraverso lo specchio; e quel che vi trovò…
Opera scritta il 14/02/2021 - 23:03
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Commenti
Il tuo portare,caro Mirko, ti porta a vagare nella tu interiorità mista a fantasia e sentimenti...ti porterà dove ti porta il cuore. Il tempo non ha alcuna importanza, che sia per sempre o per un secondo non ha alcuna importanza, perché tu non sei diventato un poeta...tu sei il Poeta. un abbraccio.
santa scardino 17/02/2021 - 14:36
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Bella domanda: “per quanto tempo è per sempre?” e bella anche la risposta “un secondo!” e così è pure la vita.
Andiamo a spasso con le nostre fantasie in giro per il mondo!
Qui tu hai scritto una tua visione interiore miscelata alla fiaba di Alice, il cappellaio matto e tanto altro ancora … forse, chissà, il motivo del tuo poetare è prendere la vita così come è che poi ... è anche giusto che sia così!
Andiamo a spasso con le nostre fantasie in giro per il mondo!
Qui tu hai scritto una tua visione interiore miscelata alla fiaba di Alice, il cappellaio matto e tanto altro ancora … forse, chissà, il motivo del tuo poetare è prendere la vita così come è che poi ... è anche giusto che sia così!
Maria Luisa Bandiera 15/02/2021 - 13:16
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