Il Barbise
“Quando quel cocciuto di Amaro si deciderà a vendere…”, con un ghigno obliquo e un colpo ben assestato col bastone da passeggio al cartello posto all’ingresso del negozio il Barbise con le spalle e la schiena dritte e il gomito verso l’impugnatura leggermente piegato avanza con l’altro piede senza stendere troppo la gamba difettosa.
Il negozio di giocattoli di legno del signor Amaro Rossi è lì all’ombra della Mole Antonelliana dal 1863. Lo ha rilevato dal padre che da bambino gli ripeteva sempre che la bellezza sta tutta nel fascino del legno e della stoffa che aiutano a sviluppare la fantasia e la creatività dei ragazzini.
A sua volta il signor Amaro non si stanca di ripetere ai suoi clienti quanto siano incredibilmente belli da vedere e da toccare i suoi giocattoli, o almeno lo faceva fino a non molto tempo fa.
Da un po’ il Barbise staziona fuori dal negozio, e ne ha per tutti…
“Mia cara signora Perla, sa che le dico? Trovo molto più sicura di sé una donna coi tacchi alti che sul marciapiede ne sorpassa un’altra in tailleur che lei nelle sue scarpe da ginnastica”.
“Signora Lobata, buongiorno a lei… stamattina porta quegli orrendi guanti per nascondere le sue mani palmate? E lei signora Nunzia, ha mai pensato a lezioni di galateo per i suoi capelli?”.
La signora Spinacino da tempo ha smesso di venire al negozio, e come lei molti altri.
Dal Rabarbaro, la parafarmacia di fronte, la signora Genziana da tempo suggerisce al signor Amaro di far richiesta di ammonimento al comando dell’Arma nei confronti del Barbise. “Quel Barbise, caro Amaro, è un pensiero malato che si insinua…”.
Il Barbise era un impiegato insoddisfatto all’ Ufficio tasse e accertamenti di Torino. Ora in pensione, nessuno sa perché, si è convinto di dover rilevare il negozio di giocattoli di legno per dare ai bambini nuovi giochi di plastica sicuramente molto divertenti, dalle forme e colori accattivanti; bottoni da premere che producono suoni, musichette e luci intermittenti che fanno divertire i più piccoli. Interattivi. Sottovalutando il valore educativo dei vecchi giocattoli.
Mentre penso con gli occhi chiusi all’enorme differenza tra essere risoluti, determinati e trattare il prossimo con scortesia… dalla TV accesa sul mio telefilm preferito la voce del Dottor House <Quando non piaci a nessuno devi avere ragione, altrimenti non vali niente>.
Io, sono solo il commesso del negozio di giocattoli di legno.
Il negozio di giocattoli di legno del signor Amaro Rossi è lì all’ombra della Mole Antonelliana dal 1863. Lo ha rilevato dal padre che da bambino gli ripeteva sempre che la bellezza sta tutta nel fascino del legno e della stoffa che aiutano a sviluppare la fantasia e la creatività dei ragazzini.
A sua volta il signor Amaro non si stanca di ripetere ai suoi clienti quanto siano incredibilmente belli da vedere e da toccare i suoi giocattoli, o almeno lo faceva fino a non molto tempo fa.
Da un po’ il Barbise staziona fuori dal negozio, e ne ha per tutti…
“Mia cara signora Perla, sa che le dico? Trovo molto più sicura di sé una donna coi tacchi alti che sul marciapiede ne sorpassa un’altra in tailleur che lei nelle sue scarpe da ginnastica”.
“Signora Lobata, buongiorno a lei… stamattina porta quegli orrendi guanti per nascondere le sue mani palmate? E lei signora Nunzia, ha mai pensato a lezioni di galateo per i suoi capelli?”.
La signora Spinacino da tempo ha smesso di venire al negozio, e come lei molti altri.
Dal Rabarbaro, la parafarmacia di fronte, la signora Genziana da tempo suggerisce al signor Amaro di far richiesta di ammonimento al comando dell’Arma nei confronti del Barbise. “Quel Barbise, caro Amaro, è un pensiero malato che si insinua…”.
Il Barbise era un impiegato insoddisfatto all’ Ufficio tasse e accertamenti di Torino. Ora in pensione, nessuno sa perché, si è convinto di dover rilevare il negozio di giocattoli di legno per dare ai bambini nuovi giochi di plastica sicuramente molto divertenti, dalle forme e colori accattivanti; bottoni da premere che producono suoni, musichette e luci intermittenti che fanno divertire i più piccoli. Interattivi. Sottovalutando il valore educativo dei vecchi giocattoli.
Mentre penso con gli occhi chiusi all’enorme differenza tra essere risoluti, determinati e trattare il prossimo con scortesia… dalla TV accesa sul mio telefilm preferito la voce del Dottor House <Quando non piaci a nessuno devi avere ragione, altrimenti non vali niente>.
Io, sono solo il commesso del negozio di giocattoli di legno.
(da “La mente vede quello che sceglie di vedere” -4 luglio 2021)
Opera scritta il 09/07/2021 - 05:45
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Forma e contenuto collaborano al corpus unico che si nutre della parola, ma anche di parvenza. Non piaci a nessuno quando non veicoli messaggi simbolici; nei giochi in plastica è infatti assente una riconosciuta decodificazione.
Ciao Mirko
Ciao Mirko
GiuliaRebecca Parma 10/07/2021 - 17:27
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Simpatico racconto, molto ricco di immagini e di descrizioni particolari.
Un saluto
Un saluto
Maria Luisa Bandiera 10/07/2021 - 07:42
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