…ancora spiccioli
Quale è stata la domanda? Posta a chi? E da chi?! E aggiungerei anche Dove…, sempre che mi concediate un po’ della vostra pazienza.
A un tavolino tra Piazza De’Celestini e quel Caffè di via Po che fece da retrobottega e vetrina a Giovanni Prati e a un numero imprecisato di sue poesie, da dietro l’orlo di feltro della cloche cream lei soffia sulla tazza. Ha ordinato un cappuccio. Potrebbe tranquillamente essere l’interlocutrice di quel Lucio, cantautore, che sosteneva che alle donne non piacciono le domande.
Se ne sarebbero sentite delle belle.
<<Che si dice sotto quel tuo cappello da pensatore?>>.
<Da fumo, quante volte te lo devo spiegare: lo indossava anche Garibaldi…>.
<<Lo so… mantiene al caldo la testa, è di lana e così via discorrendo. Senti, quando inizierai a farti quella domanda…>>.
Hanno accarezzato spiccioli di stelle insieme. O meglio, li ha raccolti lei... la sua anima ha letto quella di lui con una disarmante facilità, e ne ha un po’ sofferto. Ha chiesto anche a lui di leggersi dentro.
Dentro quel Caffè nel mio immaginario entra adesso in punta di piedi una ragazza che è riuscita a riposare i pensieri dalle cose del passato, e dal presente.
Si salutano e si siede con loro. Sorride, e come un piccolo frammento di vita ritorna nel vento.
Lui guarda un bugiardino che parla di anima: Il poeta che mette l’anima sua in ogni scritto è parte del quadro, scrivere così per costui è inevitabile. E questo dona al poeta un lacerante piacere.
<Come avresti potuto essere un ragazzino come gli altri? -la voce di lui sospinta nell’aria d’estate- E’ questa la domanda!?>.
<<Sei le “lenzuola bianche per coprirci (…) sotto le stelle”, come diceva Lucio. Ma resti comunque un bimbo che sa cogliere dal cielo, da un fiore… lo stupore>>.
<…“meno male che briganti come me qui non ce n’è”. Prendo ancora un caffè nero, bunet per te?>.
Lei annuisce.
<Penso che la nostra comune amica soffra un pochino ogni giorno nell’accarezzare la dolcezza>.
<<È poesia, con te il dolore è poesia>>.

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e quando apro questo sipario trovo ancora altre manciate di stelle nei commenti meravigliosi di persone e poetesse meravigliose e nei ringraziamenti e risposte di un gran
Mastro Poeta.
Grazie a te, che veleggi su questo sito,
emblema di quanto di Bello è ancora possibile fare e dare a questo Povero Mondo, lui sì senza poesia!
Ma noi tutti, insieme, in questo "piccolo mondo antico e moderno" regaliamogli un po' di quanto qui condividiamo... Grazie Mirko!


















Anche il sole impallidisce e mendica
alle nuvole di ritardare gli acquazzoni,
pare doveroso rinculare persino alle procelle
affinchè la brezza accompagni le emozioni
quando i cieli, imbarazzati da quel filo
di voce si soffermano per ascoltarti declamare.
Ravviso nella tua maturità folle le penose stimmate
di quel manicomio e croce, delirio in cui ammarare.
(Missiva ad Alda da Dino)
Grazie splendida poetessa



Il tuo cuore brilla di poesia, poesia delicata, sofferta ma rispettosa, perché
dovrà essere donata a chi dal quel cuore
e da quelle parole saprà cogliere soffi di speranza... e ancora e ancora spiccioli di stelle, le amiche stelle...
Complimenti, Mastro Poeta, chi ti legge può solo togliersi il cappello e indietreggiare ringraziando, in rispettoso silenzio...
Grazie di esserci, cantore dell'Anima, grazie



Non è facile commentare... ma non è facile nemmeno, come hai fatto tu, Mastro Poeta, cogliere in qualche parola, in cui altro poeta, uno qualunque, potrà specchiarsi,ciò che sta dentro e dietro quella parola, quell'immagine, sentimento o emozione.
Questo tuo scritto è un collage di pezzi di cuore e di anima, un puzzle da cui emerge un quadro sfumato, dipinto con colori pastello, i colori della malinconia, e della gioia, profonda e struggente che prova il poeta che sa trasformare il dolore in amore (La grande Alda Merini aveva detto che del suo dolore aveva fatto amore, da donare
agli altri).

