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Con la luce flebile andò via

Alla luce flebile del lampione se ne andò. Sulla panchina dove la ciclabile accompagna il marciapiede tra le acacie d’autunno.
L’automobile nei pressi da appartamento, diceva “Casa è dove sta il cuore”.
Una vecchia Giulietta con le gomme a terra, così i suoi occhi.
Nel serbatoio da settimane un eco, e nello stomaco.
Qualcuno passa di lì e lascia nel bicchiere per le offerte un petalo, e lo osserva dormire.
Inturgidisce il petto lo stradino come a dire “…il solito barbone”, allunga il passo il ghisa.
Uno sguardo dentro a un paltò dismette la sciarpa, e di quella ne fa scaldino per i buchi nelle calze.


Le acacie, loro sanno che non si sveglierà con il prossimo autunno.




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Opera scritta il 07/11/2023 - 08:29
Da Mirko D. Mastro
Letta n.1336 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Grazie

Mirko D. Mastro 10/11/2023 - 22:04

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Commuovente questo racconto sui barboni

Mary L 09/11/2023 - 16:07

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Stette col viso al cielo coi suoi ricordi...sulle ali di un piccione lo vidi andare, verso la stazione dove l'ultimo vagone lo attendeva.
Era soltanto un mucchietto di stracci, ma sotto...rimase una luce rappresa. Complimenti.

Anna Cenni 07/11/2023 - 18:06

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Molto commuovente ...

Maria Luisa Bandiera 07/11/2023 - 17:13

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È un onore, Mino...lo sai.
Grazie di tutto cuore

Mirko D. Mastro 07/11/2023 - 13:38

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Mi ha commosso...ho scritto parecchi racconti sui barboni, ma questo te lo invidio. Ciao

Mino Colosio 07/11/2023 - 12:20

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