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Intonaco battuto a macchina

Stavo rivedendo, analizzando la struttura sintattica di una delle mie più recenti poesie, manoscritta per poi batterla a macchina, allo scrittorio di sghimbescio appena accanto alla falce sull’uscio.
Gambetta destra, al muro, sostenuta dall'involto contenente le pagine di bozza de "Le Notti di Elisa" e quelle, d'ombre da dietro, di D.
Matita spuntata dalla ribaltina


Posa
una zampetta
(rima imperfetta con Resta)
una sola
(assonanza a Posa)
un tordo, resta
(rimalmezzo: tordo-sguardo)
la compassione nel suo
(emistichio, come nel IV verso)
sguardo per i miei occhi
(consonanza dissonante tra sguardo e tordo)


Si posa al bordo del davanzale l'uccelletto dall' innocente canto, ma il Bottaccio dal sottoala giallo fulvo. Come la spiaggia dal vetro, o solo tra gli anfratti delle parole sul foglio di bassa grammatura nel carrello, bruno nel dorso.
Alza il ventre bianco appena poco più crema dei primi fiocchi. I bulbi cesi a rimestare il cielo, prima d'andare, per un istante sembran fissarmi.
Nell'ombra il cardigan con le toppe sui gomiti, lungo sui calzoni a misura coi risvolti, pare voler dare peso alla realtà... dalla finestra, più mestica che scialbatura di facciata, giallo scalcinato tra un gommagutta e il citrino.


Succede che il tordo Bottaccio non se ne sia andato, sotto d’esso i tasti di una Lettera22. Vicino, un ferro da calza per la molla al rocchetto mal funzionante e un sorriso accennato.
Succede che questo luogo esista nella folle visione di chi vi ha voluti qui fin ora. Chi la pazzia l'ha solo sfiorata alla fune dal pancone nel cantiere imbiancato, per le scale d'un frenocomio a carponi l'insania, alessitimia in casa di ringhiera.
Se non vi fosse chiaro, adesso potete andarvene...

Può accadere che qualcuno provi ancora misericordia, quando ormai non ti aspetti nulla.
E succede persino che nevichi …




(Quando un dì questi righi usciranno dai silenzi che non ce l'hanno fatta, troverò loro posto in una raccolta dal titolo Il tordo e sotto, i tasti di una Lettera 22)




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Opera scritta il 05/04/2024 - 06:54
Da Mirko D. Mastro
Letta n.313 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Rimestare il cielo e la spiaggia dal vetro, son già poesia, che ad avere intorno visioni oniriche un pò inquietanti, può servire a far sì che i silenzi possano farcela, se li si conosce.
Certe insanie, ci fan comprendere meglio l'anima..umana. Complimenti per l'analisi.

Anna Cenni 05/04/2024 - 11:52

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