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QUELLA SIMILITUDINE

Chi non ha sentito
nel suo polso, palpitare il pericolo
del tempo che passa che ha un costo;
non è arrivato ancora alle sue segrete
viscere … dall'oscuro destino, con un
governo ballerino.


La chiave che
fa aprire le prigioni non ha più
le stelle, offre spunti di riflessione il
perdente; in quell'ottenuto che gli ha
dato fiducia, l’anima di quelle forze
si è ricreduta.


Vivere con tanta
paura, l'ansia sicuramente divora;
irragionevole così come accade a noi
oggi con questa miseria, quella forza
diventò debolezza e la bontà diventò
cattiveria.


Quella similitudine
dell'uomo ad una roccia, è diventata
l'apparenza di una fragile canna storta;
alle azioni che si compiano e alle parole
che diciamo, si coglie un plauso molto
strano.


Quell’ideale di società si
è convertita nella legislazione, che
sono schemi della vita pubblica nella
nostra comunità sociale; c'è sofferenza
in ciascuno di noi, governare così
non puoi!


La chiesa universale è la
pura battagliera, fa vedere la salvezza
in una bianca aurora; nella storia reale,
l'amore precede l’etica nel suo da fare;
per chi crede, lo distingue il bene dal
male.


Quel tanto potere, è solo
irragionevole per l'uomo che non lo
sa gestire; il cristiano, spera dell'Eterno
ed è umano; preferisce un cielo stellato,
che la volta del carcere per un non
dovuto.


Alla disperazione delle
famiglie si deve dare condo, è diffusa in
tutto il mondo; quella speranza cristiana,
è la virtù costante umana; se l'uomo non
s’impegna in qualche campo, la sua
vita non ha senso.



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Poesia scritta il 09/10/2020 - 20:02
Da Gaetano Lentini
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