Ricorda: sei l'alba di un viaggio
che porta a impalpabili regni.
È l'ora. Chi è senza coraggio
rimane e abbandona agli indegni
che porta a impalpabili regni.
È l'ora. Chi è senza coraggio
rimane e abbandona agli indegni
il frutto degli anni più verdi,
i palpiti, gli occhi innocenti.
Sei nata al di là della vita.
Ascoltami: le nostre genti
percorrono un sogno già infranto,
il capo che è sempre più chino;
nemmeno potrebbe il tuo pianto
deviarne il segnato cammino.
Tu guarda più in alto, ragazza,
e corri; io resto quaggiù
tra quelli che cantano storie
ma viverle non sanno più.
E non preoccuparti: non soffro
se devi lasciarmi la mano.
La gioia più grande sarebbe
vederti brillare lontano.
Poesia scritta il 05/02/2015 - 15:14
Letta n.1263 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Personalmente ci vedo un discorso sociologico importante. La realizzazione di sé, che va oltre la realtà presente e il confine dell'egoismo. Ottima poesia, come sempre.
Salvatore Linguanti 07/02/2015 - 15:42
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Spazio ai giovani che brillino di luce,tanta amarezza sento in questa opera,intensa,piaciuta,bravo
genoveffa 2 frau 05/02/2015 - 22:39
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Non riesco ad afferrarne appieno il significato, colpa mia, ma la tua poesia mi cattura!
Ciao Elisa
Ciao Elisa
elisa longhi 05/02/2015 - 21:39
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