31 ottobre
quell'ultimo giorno,
privo del sonno,
guardai la città immersa nelle tenebre.
Ricordo gli spiriti che gironzolavano,
quel maledetto suono
di musiche sinistre che nel caos s' innalzavano.
Ricordo, di quel bordello, il frastuono.
Rimembro le grida della gente vedendo la Zucca,
il suo sadico sguardo e, nella bocca, il suo forno.
Ricordo spoglie che dalla terra sbucavano,
bramose di carne, ad arti retti camminavano,
e dovunque il fato mandasse quelle
le loro vittime come esse diventavano.
Ricordo la luna piena, ma senza stelle,
quell'ululato pauroso,
un organo minaccioso.
Ricordo i condannati, dannati e senza testa muoversi,
urla di lunatici uscire dagli ospizi,
e la Mietitrice che con la falce tetra tagliava il raccolto.
Ricordo donne spaventate da perverse creature insaziate,
pazzie in una notte dal cielo morto,
vestito di nuvole dal gotico colore.
Ma a un tratto il campanello suonò.
Il sogno terminò,
ma il reale cominciò.
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