Dicono che natura sia
ossa di figli da carne di madre
No!E' il tempo che sanguina
la tua scultorea fierezza
incinta dei figli di marmo
che hai scavato fino al pianto
E ora che nomadi vanno via
li amerai nei parchi nei giardini
sferzati dalla pioggia
arroventati dal sole
lungo mura lungomari
dove li abbraccerai al dolce suono
della tua eterna gravi-danza
ossa di figli da carne di madre
No!E' il tempo che sanguina
la tua scultorea fierezza
incinta dei figli di marmo
che hai scavato fino al pianto
E ora che nomadi vanno via
li amerai nei parchi nei giardini
sferzati dalla pioggia
arroventati dal sole
lungo mura lungomari
dove li abbraccerai al dolce suono
della tua eterna gravi-danza
(dedicata alla scultrice Rabarama)
Poesia scritta il 20/06/2015 - 21:46
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Commenti
Una danza della creatività che gravita attorno al materiale che la scultrice utilizzerà, per plasmare l'idea insita dentro di sé. Leggendo il testo e la nota, si evince che è proprio una dedica affettiva, indubbiamente meritata, nei riguardi della persona ammirata dall'autore. Bel componimento!
Arcangelo Galante 21/06/2015 - 20:41
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Molto bella questa dedica ad una scultrice. Si l'artista partorisce ciò che nel suo grembo mentale e del cuore cresce fino a nascere per rimanere immortale .
luciano rosario capaldo 21/06/2015 - 13:13
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Ciao Dario, molto belle e profonde queste tue parole, e questa tua dedica che se posso mi associo. a te una buona domenica, ciao.
Maria Cimino 21/06/2015 - 08:46
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