Tu mi conosci, mia Divinità infinita
e sai il mio rovello quotidiano:
che esprimer non so se non con parole vane
il senso di mio cercarTi sovrumano.
L’anima s’affanna in sforzo quotidiano,
si dibatte lacerata dall’immane battaglia
d’esprimer l’indicibile a parole troppo umane.
Esausta,
vinta s’accascia in richiesta d’umile perdono:
pietà di monche sillabe,
mio povero inutile suono !
e sai il mio rovello quotidiano:
che esprimer non so se non con parole vane
il senso di mio cercarTi sovrumano.
L’anima s’affanna in sforzo quotidiano,
si dibatte lacerata dall’immane battaglia
d’esprimer l’indicibile a parole troppo umane.
Esausta,
vinta s’accascia in richiesta d’umile perdono:
pietà di monche sillabe,
mio povero inutile suono !
Poesia scritta il 23/06/2015 - 11:02
Letta n.1052 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Condivido il commento di Luciano.Riflessiva opera.Ciao
Anna Rossi 24/06/2015 - 06:56
--------------------------------------
Parole queste tuedolci e delicate come una preghiera... ciao Alberto.
Maria Cimino 23/06/2015 - 18:31
--------------------------------------
Con immenso dolore e speranza ci si rimette a Dio in attesa di un segno o di un ristoro dopo tanti affanni.
Molto sentita .
Molto sentita .
luciano rosario capaldo 23/06/2015 - 15:40
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.