Invoco la dea
che canta di notte
che spegne le stelle
che sfida la sorte.
che canta di notte
che spegne le stelle
che sfida la sorte.
Seguo i suoi passi
al mare vicino
che osserva i suoi gesti
e rinasce al mattino.
Oh Dea Sicania
sigillo del tempo
ultimo scoglio
di questo lamento.
Tra queste coste
in rossi roccioni
ti osservo nell'aria
e i suoi mille aquiloni.
Ti spio danzare
al ritmo del sole
nel palco infuocato
mentre io spettatore.
Ti vedo sedere
in spiaggia sicura
un ultimo sguardo
su quell'altura.
Un lancio nel vuoto
la vedi cadere
un tuffo silente
l'ombra nel sole.
Ti alzi leggiadra
la prendi per mano
un filo d'inchiostro
che scivola piano.
Un soffio leggero
la vedo volare
ritrovo la penna
per mano il suo altare.
Da quest'altura
ti vedo sparire
nel blu della notte
che si tuffa nel mare.
Poesia scritta il 26/06/2015 - 10:09
Letta n.1961 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Incantevole pubblicazione, dai toni altamente suggestivi, che regala emozioni variopinte, intense e coinvolgenti al lettore, mediante forbite immagini poetiche, accompagnate da una stesura pregevole. Piaciuta!
Arcangelo Galante 18/09/2015 - 19:03
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