rende smeralda la chioma
della terra.
Venti riecheggianti
nelle sere più
calde, nelle notti
più tali, fan da
levata ai più
dolci ricordi che
'l core tie'
da accendersi.
Udir dalla finestra
l'amoreggiare di
creature tra 'esti
boschi, fan di
solitudine
tramontar
il mio essere.
Cos'è 'n Re,
senza Regina?
M'apposo alla finestra,
le mani giunte che
s'abbaracciano a
ricordar' ogni
bacio tuo scorso.
Issar' li occhi insù,
alla Luna,
alle stelle,
a li occhi tuoi
e sperar
che mirino i miei.
Volteggia, sfuggente,
sul capo de 'elli
smeraldi, un essere
che par ridente.
Gareggia col vento,
accarezza le foglie,
ladro di sogni.
Appar' nella notte,
Ombra di tetro avviso
di cui uomo n'ha mai
visto 'l viso.
Par di corvino manto,
di volto giocondo
vien' di notte nel profondo,
predar sogni pe' lui è 'n vanto.
Or' Morfeo chiama, Natura,
ti mirerò domani e
sarò con te mia Luna.
Cala l'occhio.
Il guardo s'esclude.
E canti
colori
stornelli,
tra in inganno i sogni belli.
Ombra del plenilunio,
ruba pure li miei sogni
che son incubi sol'.
Or' Ombra, tu che leggi 'esto scritto tie' da capire che s'i' t'ho lasciato patir' 'l mi' dolor' per una notte, tie' da pensare pe' 'na vita.
Tie' da pensar' che li sogni altrui
non van
rubati
ma
coltivati.
All'indomani, mia Ombra.
Tuo, Poeta.
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