l'uomo delle macchinette
L’uomo del banco delle macchinette
Sono io,
proprio io,
un po’ fatto a modo m io,
un po’ in disparte,
un po’ appartato;
stò lì dalle macchinette del caffè;
nelle poltroncine,
il mio posto preferito,
col mio bastone,
il mio gillet;
guardo la gente passare veloce,
chi lavora,
chi chiede,
chi gironzola,
tutti di corsa,
indaffarati;
troppo presi,
per accorgersi di me;
e vorrei parlare,
e dire cose,
e avrei tanto da dire,
ma la gente ,
và di fretta,
non c’è tempo,
non c’è tempo,
io stò lì,
con la mia storia,
la mia faccia,
tra l’indifferenza della gente.
Sono io,
proprio io,
un po’ fatto a modo m io,
un po’ in disparte,
un po’ appartato;
stò lì dalle macchinette del caffè;
nelle poltroncine,
il mio posto preferito,
col mio bastone,
il mio gillet;
guardo la gente passare veloce,
chi lavora,
chi chiede,
chi gironzola,
tutti di corsa,
indaffarati;
troppo presi,
per accorgersi di me;
e vorrei parlare,
e dire cose,
e avrei tanto da dire,
ma la gente ,
và di fretta,
non c’è tempo,
non c’è tempo,
io stò lì,
con la mia storia,
la mia faccia,
tra l’indifferenza della gente.
Poesia scritta il 24/07/2015 - 04:13
Letta n.1363 volte.
Voto: | su 27 votanti |
Commenti
Una poesia che descrive quasi un ritmo intenso, frenetico. L'uomo della macchinette vede passare attorno a se molte persone, ma il dialogo è quasi inesistente, la gente corre e sembra quasi non accorgersi di te. Un testo ricco di spunti di riflessione.
Arcangelo Galante 28/07/2015 - 18:43
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Struggente. Complimenti per questi versi.
Costanza Tassoni 25/07/2015 - 15:11
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In questo mondo di pazzia non c'è tempo per accorgersi di chi si accorge...invece
Bei versi.
Bei versi.
luciano rosario capaldo 24/07/2015 - 19:13
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