Fuori tempo
la mappa scolorita
memoria arrugginita...
Provo a destra ma sento
non è la mia strada, a stento
a sinistra svolto e tento;
poi mi guardo intorno
se ne sta andando il giorno
col buio indietro torno;
fino al crocevia fatale
dite pure esistenziale,
mica tra bene e male
era la scelta, senz'altro
un meccanismo scaltro
e credo nulla d'altro.
Sempre la stessa prospettiva
dirla forse correttiva?
Meglio diseducativa:
sempre senza idee strane
le chiamano false e malsane
io dico più vere e più sane;
perchè la verità anche dolente
schiarisce, illumina il presente
per un futuro meno putrescente.
Ma m'è toccato in sorte
questo tempo, lontane le porte
del passato, davanti la morte.
Eppure torno agli anni nobili
d'arte e di poesia, opponili
nella malinconia ai futili
di noia e carestia correnti
non t'accorgerai altrimenti
dell'aridità di sentimenti
che domina tra i fortunati,
oltraggia ogn'ora gli antenati
rende gli ignoranti laureati.
Oggi tutti sanno tutto dell'esistenza
vigliacchi dall'acuta intraprendenza
banderuole dalla ferrea coerenza,
filosofi del grande eterno nulla
nel quale ognun vi si trastulla
come un pargoletto nella culla.
A voi umile e dimesso
m'affido, ormai l'ho ammesso,
io son così preplesso!
Indicatemi la via, vi prego!
Non accetterò un diniego!
Suvvia gonfierete il vostro ego!
In fondo vivete per questo:
insegnare il vostro gesto
prima ancora che sia desto.
Vi cedo la parola miei sofisti
felici, gioiosi ed ottimisti
non è tempo di pessimisti tristi.
Permettetemi però di continuare
con questi miei concetti d'oltremare
a pianger e rimpianger e navigare:
non approderò mai è vero,
ma preferisco e son sincero
il mal di mare all'abisso nero
confuso per un porto sicuro:
cola a picco nel fondale oscuro
il marinaio Candido e puro.
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