Certe volte penso a Dio,
e percepisco la sua noia,
la noia della solitudine,
la noia dei primi,
la noia degli angeli e dei demoni,
la noia degli immortali
e capisco la necessità che Dio ha di distrarsi dalla sua immensità
che non porta a nulla perché infinita,
dove tutto è brutto e bello ma senza valore,
dove il tempo stesso non ha senso ,
dove luce e giorno sono l’una la negazione dell’altra
e nient’altro,
dove il freddo o il caldo sono calunnie semantiche,
dove non esiste alcun dove ma solo la noia, lenta, eterna, inesorabile
come la morte dell’uomo.
Certe volte penso a Dio e alla sua morte eterna,
e allora me Lo invento
come Lui ha inventato l’uomo,
già perché l’uomo inventa…
certe volte penso ai demoni come negazione del Bene
e dello stesso Dio con i suoi angeli da cui originano
e di cui sono inevitabilmente figli in quanto creati,
mentre l’uomo li può solo inventare e allora invento la paura,
la gioia,
la sofferenza,
il piacere,
il dolore
ma solo grazie ai sensi di cui sono dotato e di cui sono fornito
grazie a Dio che mi ha creato,
già…. perché Dio crea!
Certe volte penso a Dio e penso all’Amore ,
all’Amore che provo, ma attraverso quali sensi?
La vista, il gusto il tatto l’udito l’olfatto?
Ma l’amore lo percepisce anche il muto, il sordo, il cieco,
e allora penso che è un sentimento che appartiene ad una parte non visibile,
forse alla mente
o forse all’anima
e se penso all’anima penso a Dio
e allora penso che Dio è amore;
Ma se l’amore è Dio allora l’Amore si annoia?
E se l’amore è noia…
che altra speranza ha l’uomo?
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