avea solo il petto,
la testa sul busto
e nulla oltre il fusto.
Gli chiesero: “Dove
hai lasciato le braccia?”
“Saranno ora altrove
-si fe’ scuro in faccia- :
mi furo amputate:
ricordo il rimbombo
laggiù allo strapiombo
di due granate.
Gli chiesero: “Dove
hai lasciato le gambe?”
“Le ho perse, sì, entrambe,
le ho perse… ma dove?
Ricordi confusi …
Ricordo che un giorno
non feci ritorno
perché alcuni visi
mi dissero: Vieni,
dobbiamo portarti
a bordo dei treni
per interrogarti…”
Gli disser: “Peccato!
Un uomo sì bello
così menomato!
E dopo il macello,
quaggiù in questo mondo
che cosa ti resta?”
Gli disse: “La testa!
In fondo in fondo
un po’ fortunato
lo sono: altri umani
che hanno arti sani
la testa han perduto.”
Restò solo e muto
laggiù sulla via,
restò in compagnia
del suo starnuto.
La folla che, attratta,
si era addensata,
lasciò sconsolata
lui e la sua gatta:
per sola compagna un felino,
la noia il suo solo destino.
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Con simpatia
Nadia