La mediocrità più non alligna
chè dipartita s’è la nuvolaglia
dacchè Aliseo di sua impronta degna
in aria con costanza la sparpaglia.
chè dipartita s’è la nuvolaglia
dacchè Aliseo di sua impronta degna
in aria con costanza la sparpaglia.
Qual sol ch’improvviso alzasi a levante
sgretola lesto quella cupa coltre
e manifesta sempre più saliente
la visuale che va in alto e pure oltre.
L’equanimità sì tant’invocata
ch’eternamente si credea perduta
essere d’intelletto ha riscovata
e di sua mano ognuno l’ha riavuta.
In tal vivente sveglio,nobile e lesto
che di dolcezza colma ogni suo gesto
parmi vedere rondinella mastra
che costruisce il suo nido da maestra.
Questi s’affanna, vola,becca,impasta
e d’architetto la casa costruisce.
Indi giace: Altra non ha conquista
giacchè suo oprar’esperto lì finisce.
L’altro, il volitivo, nel fare sfonda
e pria ch’abbia chiuso nuova n’inventa,
sagacemente in mente d’altri affonda
solerte il pensier suo ch’altrui diventa.
Poesia scritta il 04/04/2012 - 21:47
Da nello maruca
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