Il Vile Codardo
Te,
che giurasti di rifuggire
la comodità del compromesso per
un assai più nobile fine.
Te,
che vantavi onori che,
nel tuo io,
non troveranno mai dimora.
Oggi, hai gettato la maschera,
celandoti,
assecondando una gonna.
Pavido,
il tuo animo,
secco, arido, debole.
Capace solo di gettar
letame sul quell'unica luce
che, nel vuoto della tua essenza,
portava calore.
Mero interesse,
spinto dalle ammalianti fattezze
della strega.
Bramosa di ottenere
sembianze e glorie
che non furono sue
e a cui mai potrà anelare.
Testimone fosti,
delle ruberie di cui furon capaci,
i frutti del suo ventre,
nella dimora di colei che
dall'oscurità ti sollevò.
Vivi orsù,
nell'ombra della tua codardia.
Vivi gioendo,
d'aver barattato,
il tuo spirito,
con Mefisto
buttando, nei fiumi incandescenti,
la tua essenza.
R.R.

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Il mio plauso.
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