Le tue docce
sono sempre troppo lunghe - mi dicevi -
e non comprendo
tutto quello scivolare e cascare d'acqua.
sono sempre troppo lunghe - mi dicevi -
e non comprendo
tutto quello scivolare e cascare d'acqua.
Vedevo nell'acqua lampioni scuri scuri
accesi nella strada umida
e buia:
lucevano in una bronzea e tetra cascata di luce.
Era la Notte. Le macchine
sfrecciavano in questa città distrutta
come insetti. Morivo nella Notte:
solo tu a parlarmi, a tenermi
compagnia per non farmi impazzire
nella malinconia.
Sei morto: reinserito in quel latrato
universale. Sei morto
ed il solo campanile verde e azzurro e grigio
è crollato, prostrato di fronte al Sole.
E le mie docce son sempre più vaporosamente
lunghe, e tutto quel lungo sciabordare
e cascare d'acqua, in effetti,
non lo comprendo affatto
neanche io.
Non m'hai mai amato affatto.
(Nelle chiacchere d'un bar svanisce
il mio trasognato e muto e triste amore.)
Poesia scritta il 04/08/2016 - 03:37
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
BELLA MALINCONICA SPLENDIDI PENSIERI
POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 04/08/2016 - 13:35
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Malinconici pensieri e riflessive emozioni *****
ANNA BAGLIONI 04/08/2016 - 11:00
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Suggestiva. Sentimenti ed emozioni contrastanti... molto incisiva la chiusa.. Piaciuta
Francesco Gentile 04/08/2016 - 10:13
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Un sentito quanto esplicito decanto. Dalla nota in chiusa l'avallo per sì cotanto riflessivo sequelar.
Lieta giornata Antonio.
*****
Lieta giornata Antonio.
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Rocco Michele LETTINI 04/08/2016 - 09:21
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