Cornacchie e corvi
fissano, appollaiati
e con sguardi torvi,
paesaggi stuprati;
fissano, appollaiati
e con sguardi torvi,
paesaggi stuprati;
in equilibrio su cavi
percossi dal vento,
paiono aculei scuri
d’un color cemento:
spine di una corona
che cinge l’orizzonte,
mentre il cielo tuona
e l’aria si fa pesante,
che mutan in Golgota,
croce e martire nello
stesso tempo, l’immota
terra e il suo fardello.
Poesia scritta il 17/08/2016 - 00:45
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